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Ucraina, come se ne esce?

La situazione drammatica che si è trovato ad affrontare il mondo nelle ultime settimane ci ricorda come sia importante risolvere per tempo le incomprensioni senza lasciarle sfociare in problemi difficilmente gestibili.  Ai tempi della risoluzione dell'Unione Sovietica l'indipendenza delle ex repubbliche e la loro non appartenenza alla NATO...
 |  Francesco Tremul  |  Geopolitica

La situazione drammatica che si è trovato ad affrontare il mondo nelle ultime settimane ci ricorda come sia importante risolvere per tempo le incomprensioni senza lasciarle sfociare in problemi difficilmente gestibili. 

Ai tempi della risoluzione dell'Unione Sovietica l'indipendenza delle ex repubbliche e la loro non appartenenza alla NATO era parte integrante dell'accordo. Non avendo gli Stati Uniti e l'Europa rispettato la parola data e non essendo stato nessuno in grado di riparare all'errore, negli ultimi venti anni abbiamo assistito ad un globale impoverimento delle relazioni tra la Russia e l'Europa. Lo stesso Biden, a quei tempi senatore, affermò nel 1997 che: "allargando la NATO ai Paesi baltici, provocheremmo una reazione vigorosa della Russia”. Molti affermano che Trump prima e Biden poi abbiano creato da anni le basi e, soprattutto Biden recentemente, innescato la creazione di una situazione potenziale di conflitto.
 
Il risultato che è oggi sotto gli occhi di tutti è quindi un fallimento politico generale senza precedenti nella storia dovuto, in gran parte, alla non professionalità con cui sono stati gestiti gli eventi e la poca comprensione della mentalità e risolutezza Russa in Europa.
 
Un Presidente americano anziano che spesso si confonde durante gli interventi pubbllici e non solo. Liz Truss, Ministro degli Esteri inglese che confonde la storia ed i confini dell'Ucraina. Di Maio, Ministro degli Esteri italiano, ex bibitaro negli stadi, senza laurea e con un inglese impacciato. Questi sono alcuni degli interlucutori che ha avuto negli anni recenti il Cremlino e che danno un'idea di quanto la situazione attuale sia defragrata anche a causa di una incompetenza generale della classe politica a livello mondiale.
 
Le sanzioni sono state una soluzione che storicamente ha sempre fallito. In Iran ha inoltre creato un sistema corrotto parallelo che è poi diventato pubblico nel 2004 coinvolgendo anche l'ONU. Non abbiamo però imparato dai nostri errori e stiamo riproponendo le sanzioni che, con le contro-sanzioni russe, diventano un harakiri generale in cui si spera che il vicino di casa perda più sangue e più in fretta di noi. E' questa quella che nel 2022 si può definire una saggia politica estera? 
 
L'obiettività nel dare le notizie è poi diventato uno sport in cui la simpatia è diventata tifo ed il tifo è poi sfociato in propaganda da ambedue le parti del conflitto. La popolazione europea, senza la possibilità di ricordare il passato, reagisce alla parola guerra ed a questo tipo di morti di civili in Europa che, nel 2022, non possono trovare una spiegazione. Questo perchè non c'è una morte giusta ma solo il risultato del fallimento della politica europea ed americana negli ultimi decenni. L'idea poi di armare l'Ucraina può essere paragonata al paradosso di voler aiutare due amici che litigano fornendo un coltello a chi dei due si stia difendendo o le stia prendendo di più. Se si vuole davvero risolvere il problema gli amici vanno divisi e non aizzati ed armati.
 
In questo contesto risulta quindi difficile capire che cosa vuol dire essere un buon capo dello stato. Quali dovrebbero essere le linee guida in una situazione drammatica come questa? Come dovrebbe comportarsi Zelenski per poter essere definito un bravo presidente? 
 
Tutti, russi compresi, ammirano e rispettano la tenacia con cui la gente comune stia difendendo le proprie terre in Ucraina. Ma soprattutto in Europa sempre più gente pensa se ha davvero senso che il presidente di una nazione condannata a perdere istighi il proprio popolo a resistere? E' fare gli interessi del popolo mandarlo a morire e vedere il proprio paese sgretolarsi ogni giorno di più se, alla fine, ci si dovrà comunque sedere ad un tavolo ed accordarsi? E' forse la gestione della ricostruzione dopo gli accordi il "Santo Graal" a cui qualcuno aspira? E quali sono le alternative? Coinvolgere l'Europa ed il mondo in un conflitto di portata mondiale che non andrà sicuramente a salvare più vite umane in Ucraina o a ricostruire il paese distrutto?
 
Queste persone pensano forse che la soluzione, moralmente difficile da accettare, ma nell'interesse dell'Ucraina sia arrendersi ora, oggi, evitando un'ulteriore carneficina. Vedremo nelle prossime settimane cosa succederà ma è necessario che si inizi a discutere seriamente su come uscire da questa drammatica situazione.