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Il ritorno del Dragone

La Via della Seta non si è interrotta. Ha solamente cambiato obiettivi e soprattutto modalità di esecuzione: meno clamore, più risultati. L’operazione di acquisto di una quota di minoranza del terminal container del porto di Amburgo di qualche settimana fa ha imposto il più rigido silenzio sugli obiettivi che adesso Pechino vuole portare a...
 |  Francesco Tremul  |  Geopolitica

La Via della Seta non si è interrotta. Ha solamente cambiato obiettivi e soprattutto modalità di esecuzione: meno clamore, più risultati.

L’operazione di acquisto di una quota di minoranza del terminal container del porto di Amburgo di qualche settimana fa ha imposto il più rigido silenzio sugli obiettivi che adesso Pechino vuole portare a compimento anche in altri Paesi. Tra questi c’è ovviamente l’Italia.

La Cina punta ad acquisire peso - e quote di società - nel settore della logistica italiana. Sarebbero quattro le trattative ben avviate che presto dovrebbero andare in porto, per acquisire quote in altrettanti hub logistici: il focus sull’area settentrionale dell’Italia è dettato dalle esigenze di Cosco, il braccio terminalistico e armatoriale di Pechino.

Così una volta individuata l’area su cui investire, Cosco ha trovato le aziende: logistica, magazzini, camion e treni. L’intermodalità per scendere a terra anche in Europa come peraltro da tempo hanno fatto i concorrenti. La mossa ricalca quella dei competitors: MSC, ad esempio, da tempo ha investito nella logistica, acquisendo un peso di rilievo nei trasporti su gomma e su ferrovia e da tempo è pronta ad espandere anche la rete di hub intermodali.

La stessa mossa sta avvenendo in queste ore anche in altri Paesi: sia in Spagna che in Gran Bretagna la Cina sarebbe pronta ad investire nelle imprese logistiche per guadagnare quote e spazi a terra.