“Com’è bello da Trieste in giù”, l'esposizione degli abiti di Raffaella Carrà in Porto Vecchio
Gli abiti di scena di Raffaella Carrà rivivono nell’esposizione promossa dal Comune di Trieste - Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo, e realizzata da Prandicom- IES Trieste Lifestyle, “Com’è bello da Trieste in giù”, allestita al Magazzino 26 di Porto Vecchio a Trieste (Sala Sbisà) dal 30 novembre 2024 a domenica 16 febbraio 2025. Un percorso espositivo – per la prima volta presentato nel Nordest - caleidoscopico e scintillante, come lo è stata la carriera della “Raffa” nazionale, star evergreen, icona dello spettacolo fra le più note e amate di sempre: da Trieste in giù, e in tutto il pianeta.
L’esposizione è stata presentata oggi, venerdì 29 novembre dall’Assessore alle Politiche della Cultura e del Turismo del Comune di Trieste Giorgio Rossi, Federico Prandi di Prandicom- IES Trieste Lifestyle i proprietari di “Collezioni Carrà” Giovanni Gioia e Vincenzo Mola e dall’autore televisivo Massimiliano Canè.
Negli spazi della Sala Sbisà sono esposti 35 straordinari abiti dall’archivio privato di Giovanni Gioia e Vincenzo Mola (collezioni Carrà) e 2 donati dall’autore Rai Massimiliano Canè, consulente artistico per i video d’epoca che, scorrendo accanto ai costumi di scena, ricostruiscono oltre 30 anni di storia dello spettacolo, della tv e della società italiana.
Lo show del 1978 “Ma che sera” è rimasto indelebilmente nella memoria nazionale anche per il ritornello della sigla d’inizio, “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù!”: Raffaella Carrà, inconsapevolmente, aveva creato quello che oggi possiamo definire il sound branding della città. Un’immagine positiva e spensierata.
Ha dichiarato l’assessore comunale alle Politiche della Cultura e del Turismo Giorgio Rossi: «Lo staff del mio Assessorato è composto da molte donne, professioniste preparate che lavorano con passione, e anche la mostra che presentiamo oggi è stata realizzata dal bel gruppo di professioniste che affianca Federico Prandi in Prandicom. Con questa iniziativa rendiamo omaggio a una donna e grande artista che, a suo modo, è stata anche, come si direbbe oggi, un’influencer, ma un’influencer che ha saputo costruire e mantenere una carriera ad altissimi livelli per cinquant’anni, facendo la storia della televisione italiana».
«Come vedrete – ha proseguito Giorgio Rossi– gli abiti esposti sono stati realizzati con grandissima maestria, ogni capo è un capolavoro di sartoria, ricordiamo che il made in Italy rappresenta ancora oggi un punto di riferimento nel mondo in termini di qualità e creatività. Ringrazio di cuore Giovanni Gioia e Vincenzo Mola, che da Salerno sono venuti a Trieste per esporre questa magnifica selezione della loro collezione e Massimiliano Canè, autore Rai arrivato da Roma, anche lui per portarci due abiti per la mostra.”
Ha concluso l’assessore comunale alle Politiche della Cultura e del Turismo Giorgio Rossi: «Per questa esposizione così originale abbiamo pensato di utilizzare la Sala Sbisà del Magazzino 26, in un contesto come quello del Porto Vecchio-Porto Vivo a cui io tengo in modo particolare. Mi fa piacere che il Porto Vecchio sia diventato già Porto Vivo, organizzare mostre di richiamo anche nel Magazzino 26 potrà solamente che incrementare il già importante flusso turistico nella nostra città».
Collezioni Carrà ha estratto dal suo archivio una sequenza di abiti che ci proiettano nei programmi-cult della Tv italiana, e non solo: attraverso tournée e produzioni cinematografiche che hanno visto protagonista Raffaella Carrà in Italia e a tante latitudini del pianeta, impegnata in coreografie indimenticabili oppure alla conduzione di talk show che hanno cambiato la filosofia della televisione dal mattino al prime-time serale. Viaggeremo così dal tour di Forte, forte, forte (1976) al fortunatissimo show Carràmba! che fortuna (2008), passando attraverso format di successo straordinario come Pronto, Raffaella? e Buonasera, Raffaella, ma anche Domenica in e varie edizioni di Fantastico, il film Barbara e spettacoli on stage come Millemilioni.
Ma è soprattutto a un programma che sulla fine degli anni Settanta ha fatto epoca, Ma che sera, che l’evento espositivo si ispira: perché proprio la sigla iniziale di quella trasmissione, l’evergreen Tanti auguri! (Com’è bello far l’amore), veniva inciso da Raffaella Carrà nel 1978 per la Cbs: un brano che chiamava in causa Trieste come città dalla quale far discendere l’amore, con versi che promuovevano per la prima volta, con verve, straordinaria lungimiranza e una attualità formidabile persino per i tempi che viviamo, quasi 50 anni dopo, l’immagine di una donna capace di autodeterminarsi, libera, indipendente. Anche per questo l’evento espositivo di Trieste si rivela una dedica appassionata a una grande donna di spettacolo, al suo talento e alla sua umanità. Un’esposizione che ci trasporta, come una macchina del tempo glamour sfavillante, attraverso 32 anni di televisione, di spettacolo, di evoluzione sociale e del costume, sulle ali di uno dei personaggi più iconici e amati in Italia e in tutto il mondo.
Esposta a Trieste una collezione davvero d’eccezione, tra strass, paillettes, chiffon, pietre Swarovski, luccichii, tessuti preziosi, tagli originali, sempre personali, di alta sartoria. Taglie dalla 38 alla 42, vestiti che pesano anche dieci chili, abiti disegnati da note griffe dello spettacolo come Gabriele Mayer e la sua sartoria artistica (dalla quale sono usciti anche molti abiti di Renato Zero e Lorella Cuccarini o i costumi di film come Marie Antoinette di Sofia Coppola). A firmare gli abiti sono anche molti altri professionisti del mondo dello spettacolo, come Corrado Colabucci a Luca Sabatelli: vestiti che rappresentano un patrimonio culturale e artistico e dai quali si sprigiona ai visitatori lo stile del personaggio Carrà nel suo l'impeccabile caschetto biondo, nelle eleganze maliziose e negli eccessi indossati con ironia. Abiti di lustrini e paillette, costumi da sera e tute ma anche giacche, motivi dall’optical al super chic, tante mise sospese fra il bianco, il nero e il rosso – i colori più amati – ma anche l’oro, il blu notte e l’argento. Trentacinque “scrigni” fruscianti, che schiudono l’icona, mito del varietà, ma anche la storia della televisione tricolore così come Raffaella Carrà l’ha incarnata.
DA TRIESTE IN GIÙ: CARRELLATA SUGLI ABITI ESPOSTI A TRIESTE
Prima tappa dell’esposizione in Sala Sbisà è l’abito che ci focalizza sulla carriera di cantante di Raffaella Carrà, quando, fra il 1975 ed il 1980, è protagonista di tour in Spagna, Germania, Francia, Belgio, Olanda, Inghilterra e in particolare nei paesi dell'America Latina, diventando un fenomeno di esportazione della musica italiana nel mondo. Nel 1976 incide uno dei suoi successi più clamorosi A far l'amore comincia tu e, proprio per esibirsi sulle note di questo brano, il costumista Corrado Colabucci disegna l’abito che troviamo esposto, confezionato poi dalla storica Sartoria G.P. 11 di Gabriele Mayer. Ed è questo uno dei più usati nella tournée Forte Forte Forte del 1978: un vestito lungo, in tessuto tulle trasparente effetto nudo, in gran parte rivestito di paillettes argento e oro. Un vertiginoso spacco sul davanti, sul collo e nell’abito decorazioni e ricami con pietre Swarovski. Proprio con questo vestito in molte occasioni ha cantato anche la title-track dell’esposizione triestina, " Tanti auguri".
E ancora, spaziando fra gli abiti, troviamo selezioni dal film Barbara del 1980 - dove indossa uno degli abiti che hanno conferito alla Carrà il titolo di "Icona di stile", disegnato dal costumista Luca Sabatelli, fu indossato per cantare il brano Io non vivo senza te - dallo spettacolo Millemilioni del 1981 (un bolerino di chiffon, color arancio, paillettato, a maniche lunghe e collo alla pistagna, con applicati 2 spallotti a raggiera,) e da una delle prime edizioni di Fantastico, quella 1982-1983 abbinato alla Lotteria Italia: anche in questo caso è Luca Sabatelli a firmare il vestito che vedeva in scena la Carrà accanto a Corrado, Gigi Sabani e Renato Zero. Nella decima puntata si esibiva sulle note del brano Né con te, né senza te, indossando un abito lungo di colore rosso in lycra, con balze sulla parte superiore, intorno alla scollatura, e sotto il ginocchio, in organza. Lo riproporrà anche nel programma Pronto, Raffaella?, per ricantare il medesimo successo. Proprio da Pronto, Raffaella?, edizione 1984, la seconda edizione del celebre talk del mattino di Rai1, arriva la sigla Dolce far niente nella quale Raffaella Carrà indossa l’abito del costumista Gabriele Mayer composto da un body e da una gonna applicata che, durante le prove del balletto, Raffaella fa scucire per potersi muovere con più disinvoltura. È un tripudio di Swarovski multicolor. lo indosserà anche nella 16esima puntata della seconda edizione di Hola Raffaella, per esibirsi in Quando calienta el sol. E ancora: nella stagione televisiva 1985/1986 la Carrà fu la conduttrice del supershow Buonasera Raffaella, con 10 puntate in onda da Roma e le ultime 5 live dagli Studi della Rai Corporation di New York. Per la sigla del programma Fidati il costumista Gabriele Mayer disegna l’abito al ginocchio di colore azzurro, in tessuto jersey, completamente ricoperto di strass, con spacco laterale che troviamo esposto. Dalla spalla destra, su ambo i lati, parte una mini stola: il vestito fu indossato da una soubrette internazionale che ne rimase affascinata, Brighitte Nielsen, nel 1987 per il programma Satisfaction - Festival di mezzanotte.
Dal 1986 Raffaella Carrà conduce il programma Domenica in e anche questa volta conquista un primato, è infatti la prima donna che presenta questo prestigioso contenitore domenicale. I costumi di scena sono disegnati da Corrado Colabucci che per la sigla iniziale realizza un abito, indossato solo per pochi secondi, con un tripudio di tessuti diversi fra loro, trapunto di pietre e Swarovski. Sempre a Domenica in Raffaella si ritaglia, in ogni puntata, un piccolo spazio personale dove canta le sue canzoni: per interpretare "Ballo Ballo", Corrado Colabucci le disegna un abito unico nel suo genere, composto da due pezzi: un body, effetto carne, rivestito di borchiette argento e strass neri. Le maniche lunghe e ricamate con canottiglie. La gonna, in georgette, caratterizzata da una baschina interamente ricamata in canottiglie a tinta e strass. Nel 1988 Raffaella Carrà firma un contratto con le reti Fininvest e il suo primo programma è il "Raffaella Carrà show". Per la prima puntata Luca Sabatelli disegna e realizza quello che nel corso del tempo sarà definito "l'abito cofanetto", a seguito di una divertentissima battuta del comico Gianfranco D'angelo. La particolarità è da ricercarsi nei disegni cashmere tutti realizzati con cannette Cristal multicolor. La gonna e la cintura sono di tessuto jersey, nero, tempestato di Swarovski a tinta. Indimenticabile nello show anche l’abito da sera di colore rosso con forti richiami alla cultura spagnola. È in tessuto lycra con balze plissettate in taffetà a linea sirena: la notorietà di questo abito si deve anche alla realizzazione di una statuina, voluta da Gianni Boncompagni per l'uscita del CD "Fiesta".
Nel settembre del 1990, per la conduzione della prima puntata dello special televisivo Uno, due, tre … Rai vela d’oro, in onda su Rai Uno, affiancata da Toto Cutugno e Fabrizio Frizzi, Raffaella indossa un abito disegnato da Corrado Colabucci completamente ricoperto di piccole paillettes dorate e completato dai cristal Swarovski. Lungo e avvolgente, con una scollatura sul davanti in tulle trasparente, lo riproporrà per promuovere "Fantastico 1991", nel servizio fotografico del settimanale TELESETTE.
Nel 1992, dopo una lunga assenza dalla Spagna Raffaella torna sugli schermi di TVE1 per condurre il programma "Hola Raffaella". In tutte e tre le edizioni canterà i suoi vecchi successi, riproporrà alcuni spettacolari balletti sempre con gli abiti del costumista Corrado Colabucci. Dopo quattro anni di assenza dall'Italia, Raffaella torna sugli schermi televisivi nazionali con uno spettacolo che verrà trasmesso in diretta dall'Auditorium del foro italico: "Carràmba! che sorpresa" (9 puntate su Rai Uno tra il 1995 e il 1996): presente nell’allestimento il vestito indossato nella terza puntata a firma della costumista Graziella Pera, un meraviglioso abito bianco con bordatura in nero, top in paillettes, gonna con spacco laterale e camicia in organza con bottoni gioiello.
Nel fortunatissimo show "Carràmba! che fortuna" (1999), che ogni settimana presenta incredibili e divertenti storie di chi è stato baciato dalla fortuna e di chi invece l'ha solo sfiorata, Raffaella indossa una serie dei suoi abiti iconici di fine anni Novanta: rimane celebre quello della decima puntata, presente nell’allestimento, un body con un pantalone in velluto in seta disegnato da Corrado Colabucci.
Nel 2008 Raffaella Carrà torna su Rai uno con “Carràmba! che fortuna” IV edizione, ancora abbinato alla lotteria Italia. I costumi di scena sono affidati a Luca Sabatelli che per la prima puntata crea un abito da sera in tulle elastico color carne completamente rivestito di circa 18.000 cristal Swarovski.