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Le telenovelas infinite, da Barcola al tram. Zinnanti: "Sindaco, basta promesse"

 |  Redazione sport  |  Commento del giorno
Non se ne abbiano a male i nostri più fedeli lettori se ancora una volta le cronache locali offrono molteplici spunti di riflessione sulla (mala) gestione delle opere pubbliche in città da parte del Comune di Trieste.
Volenti o nolenti però il tema è di quelli caldi, è uno di quelli che appassionano il cittadino comune che, oramai da mesi, aspetta di avere risposte certe in ordine alla ultimazione di alcuni importanti lavori che si trascinano da troppo tempo, con continui rinvii ed una fine lavori che appare sempre più sfuggente all'orizzonte.
Per non allargare troppo il campo (in quanto di opere infinite è tappezzato quasi ogni angolo della città), concentriamo la nostra attenzione su due lavori che hanno da tempo suscitato l'attenzione (e lo sconcerto) del triestino medio.
Ripristino dei Topolini e ripartenza del Tram di Opicina: due temi caldi e per i quali, in base alle recenti, trionfanti dichiarazioni municipali, la fine lavori sarebbe oramai certa e a portata di mano.
 
TOPOLINI, QUESTI SCONOSCIUTI
 
Facciamo, per dovere di cronaca, un piccolo passo indietro per ricostruire la triste vicenda degli stabilimenti balneari più amati dai triestini. Come noto, la riviera barcolana a novembre 2023 ha subito alcune potenti mareggiate che hanno provocato svariati e rilevanti danni dalla Pineta di Barcola sino al castello di Miramare. La situazione per la stagione estiva 2024 era stata solo parzialmente recuperata con la riapertura all'utilizzo dei Topolini 1, 2, 3, 8, 9 e 10, più il Cedas, mentre gli altri (quelli più pesantemente danneggiati) erano rimasti desolatamente transennati. La Pineta risultava recuperata ma alcuni tratti del prospiciente lungomare erano ancora fuori uso, così come, proseguendo verso Miramare, alcuni tratti  della passeggiata sono rimasti a lungo transennati e parzialmente inagibile è tuttora la strada d'accesso al Castello. In base alle ultime informazioni riportate dai media, oltre all'avvio (finalmente) delle opere di rinforzo della scogliera del lungomare Benedetto Croce con 3.800 tonnellate di massi che verranno posizionati nei prossimi sessanta giorni allargando la scogliera esistente di un metro e mezzo ed innalzandone la quota di 60-80 centimetri, l'altra importante notizia riguarda proprio i Topolini più ammalorati, ovvero il 4, il 5, il 6 e il 7.
Apprendiamo dalla stampa che il progetto esecutivo dei lavori di ripristino per un importo di 2,168 milioni, redatto dalla società Idrostudi, è stato approvato nei giorni scorsi dalla giunta comunale: questo è l'unico dato certo. Seguono le dichiarazioni, quanto meno un po' incaute, dell'assessora Lodi: "i lavori sono molto impegnativi, ma faremo di tutto perché i Topolini siano pronti per la prossima estate". Posto che occorre ancora espletare la procedura di gara (e speriamo che non si voglia ricorrere al solito, spesso controproducente, criterio del massimo ribasso), procedura che l'assessora Lodi conta di chiudere in alcune settimane, l'obiettivo immediato e dichiarato è quello di avviare i primi cantieri in dicembre. Orbene, a fronte di un tale preciso impegno, ci sembra doveroso esaminare un po' più da vicino in cosa consistono questi lavori. In sintesi, si tratta di ricostruire i sostegni a mare crollati, consolidare porzioni di banchina ammalorate e risanare i paramenti a mare in pietra arenaria profondamenti danneggiati. Ancora, occorre rinforzare i pilastri e le travi che sorreggono le strutture balneari, ripristinare le reti impiantistiche, restaurare i piani viari e i camminamenti pedonali, riaprire e mettere in sicurezza gli accessi al bagno. Naturalmente, in ordine di tempo, i primi lavori da farsi, per i tratti di banchina da ripristinare, riguarderanno proprio il rifacimento completo dei sottoservizi.  In definitiva, un programma lavori davvero impegnativo (Lodi cit.) e rispetto al quale, oltre all' incognita rappresentata dalla ineliminabile sospensione lavori dovuta alle festività natalizie e a quelle sempre possibili per le avverse condizioni meteo, ci permettiamo di suggerire, dal basso delle nostra piccola esperienza professionale, alcuni piccoli correttivi che potrebbero servire a perseguire il raggiungimento, per nulla scontato, della fine-lavori entro la prossima stagione estiva.   In sede di gara, andrebbe scelto quale criterio di aggiudicazione non il massimo ribasso ma l'offerta economicamente più vantaggiosa andando a privilegiare in primis aspetti quali l'organizzazione del cantiere in termini di personale ed attrezzature adeguate che dimostrino l'impegno e la solidità della ditta candidata a possedere le caratteristiche per poter rispettare i tempi ristretti di esecuzione dei lavori. Ancora, andrebbero inseriti meccanismi quali il collaudo in corso d'opera e la previsione di premialità per l'esecuzione dei lavori con una riduzione dei tempi massimi previsti, entrambi meccanismi finalizzati a guidare la stazione appaltante nello scegliere davvero un'impresa adeguatamente strutturata per il tipo di opere da eseguire e che  possa offrire, motivatamente, una riduzione della tempistica realizzativa contrattualmente prevista. La lista potrebbe ancora continuare ma ci fermiamo qui nella consapevolezza che si tratta solo di piccoli suggerimenti, per carità, senza nessuna presunzione di dare consigli a chicchessia ma, visto quanto successo in precedenti vicende di opere pubbliche (una per tutte la galleria di Montebello), forse sarebbe proprio il caso che qualcuno a Palazzo Cheba ci facesse almeno un pensierino.
 
 VIA LIBERA AL TRAM: MA SARA' DAVVERO PER DICEMBRE?
 
Anche se, dopo mille peripezie e altrettante polemiche, pare davvero avvicinarsi il riavvio del Tram di Opicina (dopo otto anni di chiusura dall'incidente del 16 agosto 2016!), riteniamo, fondatamente, che ogni trionfalismo manifestato dal Borgomastro in giù sia proprio fuori luogo e che, soprattutto ora che il dialogo con l'Agenzia per la sicurezza (Ansfisa) è ben impostato, vada accuratamente evitata ogni e possibile forzatura volta ad accelerare i tempi di riapertura del servizio.
Da cosa nascono le nostre preoccupazioni? Tanto per non farci mancare nulla, dalle "certezze" del primo cittadino che, pur concedendo che un completo riavvio del servizio potrà avvenire solo la prossima primavera "indicativamente tra febbraio e marzo", insiste nel ribadire la volontà di ripartire, sia pure a ranghi ridotti, entro fine anno "al massimo per i primi di gennaio". Cosa intende Dipiazza per "ranghi ridotti"? Semplice. A suo avviso, bastano che siano attrezzate due carrozze: una per salire, una per scendere. In teoria, il ragionamento potrebbe anche filare. In teoria, appunto. Perché se di ripresa del servizio stiamo parlando (e non di una semplice "parata" a favor di telecamere!), è richiesta, per ragioni di sicurezza e di salvaguardia del servizio, che sia sempre disponibile anche una terza carrozza di riserva. Questo è quanto dicono le norme o, almeno, così ci risulta. Del resto, che le cose non siano così semplici e lineari come sostiene il Sindaco, lo si deduce da un semplice elenco delle condizioni da soddisfare per la riapertura in sicurezza del servizio. Ecco, in sequenza, tutti i passaggi necessari: ottenere e montare i nuovi freni a pattino (e per fortuna che in Trieste Trasporti ne hanno reperiti un paio che fanno alla bisogna e che hanno accorciato i tempi di fornitura), collaudare le vetture attrezzate col nuovo-vecchio sistema frenante, realizzare gli interventi sulla infrastruttura della linea (sistemazione di dieci deviatoi, controllo scartamento dei binari, posa in opera delle componenti necessarie alla sopraelevazione delle carrozze in particolare nelle curve, etc.), collaudare ed omologare le opere infrastrutturali realizzate ed, infine, rilasciare le patenti per i nuovi tranvieri di Trieste Trasporti (cosa che potrà avvenire, ovviamente, solo dopo aver effettuato le prove pratiche di guida del mezzo, una volta terminate e collaudate tutte le lavorazioni sin qui descritte). Insomma, un vero e proprio tour de force che, viste le tante e non brillanti prove precedenti, è francamente difficile pensare che verrà concluso entro l'anno.
Non ce ne voglia il signor Sindaco: in tutta onestà, è meglio che sull'argomento si astenga dal fare qualunque ulteriore promessa. Se poi a fine anno o ai primi di gennaio, il servizio dovesse effettivamente riprendere, saremo i primi a congratularsi con lui e con i suoi uffici per il (mezzo) miracolo compiuto!
 
Mauro Zinnanti