Nuove iniziative a favore di anziani e non vedenti, Zinnanti: "Tartini e Itis, ecco la Trieste che ci piace"
| Redazione sport | Commento del giorno
Prendiamoci un po' di respiro tutti quanti. Presi dai mille impegni (mondani e non) del periodo pre-natalizio, è decisamente salutare mollare la presa rispetto alle quotidiane beghe che il teatrino della politica non smette di propinarci a ogni piè sospinto ed alzare lo sguardo vicino e dietro a noi per cogliere segnali di attenzione verso chi sta, decisamente, peggio di noi. Per una volta non stiamo parlando di migranti, ma di anziani e non vedenti che, sia pure permanendo in una situazione di sostanziale fragilità, sono stati destinatari, di recente, di due pregevoli iniziative che hanno visto protagonisti da un lato gli anziani e dall'altro i non vedenti. Vediamo più da vicino di cosa si tratta.
ITIS: PATTO DI COMUNITA' IN BARRIERA VECCHIA A FAVORE DEGLI ANZIANI
L'Azienda pubblica di servizi alla persona Itis da qualche tempo (in particolare con la presidenza di Aldo Pahor) ha pensato bene di "uscire" dalla sua sede di via Pascoli per offrire alla cittadinanza più anziana e fragile una serie di servizi indispensabili nella vita quotidiana, ma anche momenti di socializzazione con la finalità, altamente condivisibile, di mantenere l'anziano il più possibile nella propria casa. Potrebbero sembrare parole e concetti vuoti, ma in realtà si tratta di iniziative ed attività estremamente concrete e pratiche a favore degli anziani del rione. Dopo un primo periodo sperimentale di un anno dall'apertura del portierato sociale al piano terra di via Foscolo 15 (e che ha visto ben 600 contatti), ecco che l'Itis ha pensato bene di ampliare la gamma dei servizi offerti e l'area di coinvolgimento nell'attività del portierato.
Lo strumento utilizzato è quello del Patto di comunità (di recente siglato) che ha unito intorno al medesimo tavolo il Comune (o, meglio, i suoi Servizi sociali), Asugi, l'Università di Trieste e l'Ater. L'occasione di questa sinergia è stata fornita dal progetto "CrossCare 2.0", finanziato nell'ambito del Programma Interreg Italia-Slovenia 2021-2027. Itis nell'ambito di questo progetto della durata di 18 mesi è beneficiaria di un finanziamento comunitario di 90 mila euro. A che cosa servono questi fondi? Nella sostanza a mantenere e consolidare l'attività del portierato sociale, non solo aspettando che le persone si facciano avanti per chiedere aiuto, ma anche muovendosi in autonomia nel territorio di competenza per offrire aiuto alle persone bisognose. "Il progetto risponde concretamente ai bisogni espressi dagli anziani fragili e dalle loro famiglie - come spiega il presidente Pahor - sempre più intrappolate in lacci e lacciuoli della burocrazia nella babele delle opportunità, o non opportunità, espresse dal territorio". Come detto, la finalità alta dell'iniziativa è quella di cercare di assicurare ai cittadini più fragili "una vita più longeva, agevole e il più a lungo nel proprio domicilio", come ribadito dalla direttrice generale dell'Itis Maria Teresa Agosti. Non solo aiuto per orientarsi nei meandri della burocrazia, però. C'è anche altro. Infatti, viene curato anche l'aspetto fondamentale della socializzazione attraverso l'organizzazione di una serie di attività ludico-ricreative che vedono come protagonisti gli anziani andando a rivitalizzare aree di quartiere semi-abbandonate. Un esempio? Il piazzale di largo Niccolini , attiguo all'Itis, dove si è già svolta la prima Festa della comunità articolata in una serie di attività che sono andate dallo scambio di libri ad un laboratorio di lettura, dal mercatino dell'usato alla sensibilizzazione verso i più poveri, con scambio di alimenti per il tramite dell'Emporio solidale di Caritas. In definitiva, siamo in presenza di una precisa volontà di Itis di farsi carico, a tutto tondo, delle esigenze delle persone anziane e fragili che, sia pure con grandi difficoltà, riescono tuttora a svolgere la propria vita in maniera autonoma e nella propria casa. Un obiettivo alto ed impegnativo che vede il nostro totale apprezzamento nella fondata speranza che, una volta esauriti i fondi europei, si trovino risorse alternative (regionali?) per cementare questa attività ma anche per ampliarla in altre difficili aree cittadine.
TARTINI ALL'AVANGUARDIA: IL CONSERVATORIO ORA ACCESSIBILE ANCHE AI NON VEDENTI
Sapevamo da tempo come il conservatorio Tartini costituisse una realtà di assoluta eccellenza nell'ambito dell'alta formazione musicale con un crescente appeal anche nei confronti di ragazze e ragazzi provenienti dall'Est Europa, ora è salito agli onori della cronaca cittadina anche per un'altra lodevolissima iniziativa. La nuova tecnologia applicata alla struttura di via Ghega si chiama Letismart, nasce grazie all'inventiva dell'azienda triestina Scen e serve a rendere il conservatorio pienamente accessibile anche alle persone non vedenti. Si tratta di una estensione di dispositivi già applicati ai semafori non solo di Trieste ma anche di molte altre città italiane e che fornisce, grazie al micro-dispositivo inserito nel bastone bianco in uso al non vedente, tutta una serie di informazioni necessarie alla persona per muoversi in autonomia. Una volta ricevute le informazioni necessarie, sarà la persona interessata a premere un pulsantino del suo bastone che attiverà una segnalazione acustica che lo guida verso la postazione da raggiungere in totale autonomia. Da rilevare che questa innovativa tecnologia non ha bisogno di internet e funziona senza gps, costituendo il sistema standard adottato a livello nazionale dall'Unione italiana ciechi. Ovviamente, per concretizzarla nell'ambito del conservatorio è stato necessario procedere all'installazione di alcuni radiofari nei punti strategici quali ascensori, aula magna, sala Tartini, segreteria e servizi igienici, oltre a radiofari "jolly", ovvero mobili da installare in altre posizioni in base alle esigenze. In definitiva, è stata realizzata una copertura completa dell'edificio che lo rende perfettamente utilizzabile dai non vedenti e di ciò va giustamente orgogliosa la presidente del Tartini Daniela Dado:" il nostro conservatorio è il primo in tutta Italia a dotarsi di questa tecnologia. Vogliamo essere in prima linea per l'adozione di buone pratiche utili alla costruzione di una società inclusiva". Davvero belle parole quelle usate dalla presidente e davvero un bell'impegno a fronte della preziosa attività del conservatorio che, anche grazie al convinto supporto dell'amministrazione regionale, potrà e dovrà proseguire ed ampliare il suo compito di alta formazione musicale a tutto beneficio della comunità non solo locale ma anche nazionale ed internazionale.
Sia per il progetto dell'Itis che per l'iniziativa del Tartini siamo in presenza di quella Trieste inclusiva ed attenta alle persone più fragili che ci piace e che vorremmo impegnata anche verso altri e più problematici fronti: l'inclusione e l'attenzione alle persone più fragili fanno parte del dna della nostra città e ci piacerebbe che qualcuno, ai vertici delle istituzioni locali, se ne ricordasse, almeno ogni tanto.
Mauro Zinnanti
Parole chiave: Primo piano, Trieste