Il giro dei porti del Vice Ministro Rixi, Zinnanti: "Dalle parole che si passi ai fatti"
| Redazione sport | Commento del giorno

E' oramai da mesi che la stampa specializzata segue con grande attenzione il "periplo" della penisola che il Vice Ministro ai Trasporti, il ligure Edoardo Rixi, sta compiendo nei porti sede di Autorità di sistema portuale portando ovunque il suo verbo fatto di affermazioni e promesse che le comunità interessate vagliano con un sentimento misto di speranza e di distaccata rassegnazione.
Se non andiamo errati, l'illustre politico ha fatto già tappa a Bari e Taranto, La Spezia, Livorno, Civitavecchia, Ancona e, dopo la puntata in alto Adriatico a Trieste e Venezia, chiuderà il suo tour nelle isole, in Calabria e a Napoli.
Ovunque ha dispensato un occhio di riguardo sugli imponenti investimenti infrastrutturali in corso (molti dei quali resi possibili grazie agli ingenti finanziamenti derivanti dal Pnrr e dal correlato Fondo complementare) e sui quali ha chiesto una forte accelerazione per rispettare la stringente tempistica imposta dal Pnrr, ma anche dovuto lasciarsi andare a qualche impegnativa promessa in merito alla nomina dei presidenti di più lungo commissariamento. Di recente, in quel di La Spezia queste le parole di Rixi: "siamo a buon punto, sicuramente non arriveranno nomine entro questo mese (NdR: febbraio 2025), perché vorrei finire di fare il giro di tutte le Autorità ed evitare fughe in avanti. Poi inizieremo a fare le nomine a partire da quei porti dove ci sono già intese. Chiuderemo in tempi ragionevolmente brevi". Da notare, come già autorevolmente rilevato da altri ed autorevoli commentatori, che Rixi pare non occuparsi al momento della delicata situazione che sta vivendo "in casa", ovvero nel porto di Genova dove, come noto, l'ammiraglio Massimo Seno (nominato commissario straordinario a giugno 2024) interpretando la carica in maniera piuttosto originale non intrattiene alcun rapporto né con le altre istituzioni (in primis la Regione guidata da Marco Bucci), né con i singoli terminalisti, portando ad una progressiva e totale paralisi del principale scalo italiano, fatta eccezione per l'avanzamento delle opere in corso.
Detto questo su Genova, lo stesso viceministro è stato invece prodigo di dichiarazioni all'immediata vigilia del sopralluogo a Trieste. Dopo aver ribadito di voler prima completare il giro nei porti (indicativamente entro metà marzo), ecco le sue chiare parole:"dove ci sono le intese cominceremo poi con le nomine. Per Trieste le idee sono abbastanza chiare e ne abbiamo parlato col presidente Fedriga". Puntellato dall'intervistatore, Rixi non anticipa nomi ma ribadisce, in maniera inequivocabile "dove siamo pronti inizieremo a nominare". Non solo ma puntualizza alcuni concetti rispetto alle nomine che si apprestano ad uscire dal suo cilindro: "i porti sono patrimonio del paese e non di un partito. Vogliamo presidenti capaci, poi in democrazia è legittimo che ognuno faccia proposte". Proseguendo nell'intervista, rispunta nelle parole del viceministro il disegno di riforma del sistema portuale, tante volte annunciato ma che non ha visto ancora la luce e che sembra sempre puntare su una società a controllo pubblico che avrà il compito di elaborare una visione integrata che efficienti gli investimenti nei porti, nelle ferrovie, negli interporti e nei valichi alpini con l'obiettivo di attrarre nuovi traffici e di fare dell'Italia, nei prossimi cinque anni, il primo paese in Europa per capacità portuale. Anche in questo caso parole sicuramente impegnative e condivisibili, con l'ulteriore obiettivo di attrarre investimenti esteri, ma mantenendo la regia pubblica con "una visione unitaria a livello nazionale". La struttura ipotizzata guiderà gli investimenti, garantendo realizzazioni efficienti e rapide "per rendere la logistica sempre più performante. L'Italia deve diventare l'hub di riferimento, con una logistica moderna e dinamica, in grado di attrarre risorse per un futuro senza ritardi, né indecisioni". La "vision" ministeriale si allarga anche alla Via del Cotone, ovvero l'asse che andrà a connettere l'India con il Mediterraneo e che vede in Trieste uno dei suoi principali terminali europei e chiude con un pensiero, anche questo totalmente sottoscrivibile, in merito alla ipotizzata fusione dei porti di Trieste e di Venezia: " va chiesto alle Regioni, ma le sinergie sarebbero relative. Venezia è un porto di difficile accesso e funzionale al Veneto, mentre Trieste vive di ferrovia, con una proiezione sulla lunga distanza".
E bravo Rixi! Sicuramente la conoscenza dell'argomento non gli fa difetto. Ora ci aspettiamo (non solo noi, ma l'intero cluster marittimo-portuale) che dalle parole si passi ai fatti, con nomine di qualità e in continuità, qui a Trieste, con l'ottima presidenza di D'Agostino: ne va di un asset fondamentale dell'economia non solo giuliana ma regionale ed è anche per questo motivo che sul punto gradiremmo conoscere l'orientamento del presidente Fedriga, che risulterebbe già stato contattato da Rixi sul tema, ma che finora nulla ha fatto filtrare pubblicamente. Se poi, come da ragionamento ministeriale, per avere i presidenti migliori bisogna pure alzarne le retribuzioni (togliendo l'attuale tetto di spesa valevole per tutti manager pubblici), lo si faccia, cambiando, in prospettiva, le norme.
Alla prossima, per commentare il nuovo presidente del porto ed il suo programma.
Mauro Zinnanti
Parole chiave: Primo piano, Trieste