Andreina Contessa lascia Miramare, Zinnanti: "Moderato ottimismo, ma non è un bell'andare"
| Redazione sport | Commento del giorno

Andreina Contessa e il castello di Miramare
CASTELLO E PARCO DI MIRAMARE: CHI RACCOGLIERA' L'EREDITA' DI ANDREINA CONTESSA?
Il 21 giugno è ormai passato da qualche giorno e per noi, qui all'estremo lembo orientale d'Italia, oltre a segnare l'usuale solstizio d'estate, ha rappresentato anche l'ultimo giorno di lavoro, dopo otto anni di illuminata guida, di Andreina Contessa, eccellente direttrice del Museo storico e del Parco del Castello di Miramare. Qualche giorno prima della scadenza il convegno "Miramare, natura che ispira cultura" ha rappresentato per la direttrice una ghiotta occasione sia per tracciare un bilancio di quanto realizzato, sia per tranquillizzare, per quanto possibile, i rappresentanti istituzionali presenti nella prestigiosa sede del Palazzo della Regione in piazza Unità, sul fatto che Miramare, grazie al suo operato e ad una serie di oculati accorgimenti posti in essere, non corre alcun rischio di tornare ad un triste passato di degrado e di abbandono.
Vediamo di riassumere quanto fatto in otto anni di operosa dirigenza dalla dottoressa Contessa, articolando il discorso in tre principali campi di attività: gli interventi edilizi, quelli nel parco e le mostre realizzate sotto la sua gestione, nonché gli interventi di valorizzazione del patrimonio del Castello e del Parco. Il tutto è avvenuto all'interno di un piano strategico fondato su cinque principi guida: accessibilità, conoscenza, trasparenza, sostenibilità e connessione e con la finalità alta di "far dialogare un luogo storico con l'arte e la cultura del presente, portando avanti una valorizzazione rispettosa del contesto e allo stesso tempo proiettata nel futuro".
In quest'ottica ecco dipanarsi una serie di interventi che hanno interessato il restauro del castelletto e della torretta, l'apertura delle antiche cucine e delle antiche serre, il restauro dell'antico Bagno Ducale affacciato sullo stupendo approdo sottostante al Castello ed il ripensamento del percorso espositivo negli appartamenti del Duca d'Aosta. Altri interventi sono tuttora in corso o programmati dimostrando sul campo una capacità ed un impegno realizzativo davvero notevoli a fronte di un patrimonio edilizio certamente impegnativo. Quanto agli interventi sul verde, qui le operazioni poste in essere sono davvero tante e complesse. A partire dalla messa in sicurezza complessiva delle aree boschive del Parco al restauro dei parterre e alla predisposizione e messa in pratica di un piano di manutenzioni ordinarie che consentono (come dovrebbe fare ogni buon padre di famiglia!) di prevenire quelle straordinarie. Sul Parco è stato fatto un lavoro approfondito che ha portato ad un attento restauro botanico e paesaggistico, condotto sulla base di studi storici e scientifici. Nel Parco sono stati ridisegnati i percorsi, valorizzate le fioriture stagionali, restituita alla sua antica funzione l'Orangerie. Di alto significato simbolico la prima fioritura di migliaia di bulbi avvenuta in pieno lockdown. Grazie alla sapiente opera di botanici e giardinieri non è un azzardo sostenere che il Parco si è trasformato in una collezione museale vivente dove più di cinquemila tra piante e alberi sono monitorati e curati con metodi sostenibili a partire da un innovativo sistema di compostaggio (con le foglie cadute che si trasformano in fertilizzante) per arrivare ad una stazione meteorologica integrata che controlla la salute delle piante in tempo reale. Insomma, un progetto di gestione ambientale all'avanguardia e che costituisce un modello replicabile altrove, reso possibile da un lavoro di squadra eccelso sotto la regia della direttrice.
Quanto alle mostre e all'arricchimento del ricco patrimonio del Castello di Miramare non si può non partire dal magistrale coup de theatre messo a segno da Andreina Contessa, col determinante contributo di enti pubblici, privati e comunità locali all'atto dell'acquisto dello scettro di Carlotta (ora in esposizione per tutti i visitatori del maniero), seguito da un'altra bellissima impresa, volta ad impreziosire ancora di più il mirabile Parco, ovvero l'acquisto delle adiacenti serre Sgaravatti. Insomma, non ce ne voglia la direttrice, una ne fa e cento ne pensa con un attivismo ed una progettualità che qui a Trieste costituiscono merce preziosa e rara. Ma veniamo alle mostre ospitate sia nelle rinate Scuderie che all'interno del Castello di Miramare: si va da quella dedicata a Massimiliano e Manet, fino a Kosmos, Ars Botanica e Naturae e agli spettacoli teatrali estivi nel Parco organizzati dal Rossetti. La chicca arriva però alla fine del convegno di commiato quando Contessa anticipa che a marzo 2026 e per sei mesi approderà alle Scuderie l'intera collezione egizia di Massimiliano d'Asburgo, proveniente dal Kunsthistorisches di Vienna, trasformando Miramare in un punto di riferimento internazionale dove si accende il faro su una delle tante passioni dell'Arciduca, quella per l'Egitto. Da notare che per la collezione si può parlare di una sorta di ritorno a casa, atteso che i reperti riportano la dicitura "Miramar" sulle etichette originali, a dimostrazione della chiara volontà di Massimiliano di esporle proprio nel suo Castello. Così si compirà anche una clausola del Trattato di pace tra lo Stato italiano e l'Austria al termine del primo conflitto mondiale, allorché si definì l'istituzione a Miramare di un museo storico proprio col compito di esporre tutta l'ampia e variegata collezione raccolta in vita dall'Arciduca. Che dire? Sinceri e sentitissimi complimenti per l'operato della Contessa che ha riscosso nel suo mandato un ampio riscontro positivo da parte dei visitatori del Castello ora arrivati ad una media annuale di 400 mila e del Parco, che ha superato il milione di ingressi nel 2023, con un 99 % dei visitatori (sia italiani che stranieri provenienti soprattutto da Austria, Germania, Slovenia e Croazia) che considera Miramare un'esperienza imprescindibile, apprezzando in particolare la cura del verde e la professionalità del personale. Quanto ai triestini, il loro affetto per Miramare è di lunga durata ed è attestato da una visita al Parco che va fatta almeno una volta alla settimana!
Ora, nell'attesa che venga nominato il nuovo direttore di Miramare agli esiti di un bando ministeriale di prossima chiusura per l'assegnazione di ben 175 incarichi dirigenziali, la conduzione del Museo storico e del Parco del Castello di Miramare è stata affidata ad interim a Marianna Bressan, attuale direttrice dei Musei archeologici nazionali di Venezia e della Laguna. Donna, dunque, di grande esperienza in materia e che intende svolgere l'incarico a Miramare, negli auspici di breve durata sino alla nomina del nuovo vertice, garantendo una presenza fisica a Trieste almeno un paio di giorni alla settimana e raccordandosi il più possibile con Andreina Contessa. Queste prime dichiarazioni di Marianna Bressan vanno abbinate al prezioso lascito della direttrice uscente che ha esplicitamente dichiarato:" l'eredità che lascio non è solo fatta di opere completate, ma di un sistema che impedisce di tornare al passato: oggi abbiamo un monitoraggio costante del parco, delle collezioni interne e degli alberi. E, soprattutto, un team competente, che resta e che saprà continuare il percorso". Il risultato che ne esce è quello di un moderato ottimismo sul futuro di quel stupendo gioiello che è ritornato ad essere Miramare, anche se resta un sottofondo di amarezza nei confronti delle istituzioni locali che nulla hanno pensato o proposto per cercare di trattenere a Trieste una personalità di indubbio spessore quale Andreina Contessa e che di certo avrebbe potuto essere d'aiuto per costruire quel turismo di qualità di cui tanto avrebbe bisogno la nostra città.
Come a dire che dopo Zeno (che ha rifondato il porto di Trieste) non siamo stati capaci di trattenere a Trieste neanche Andreina (che ha riscoperto il fascino unico di Miramare): e non è un bell'andare, checché ne pensi il nostro Sindaco.
Mauro Zinnanti
Parole chiave: Primo piano, Trieste