Pillole di stagione, Zinnanti: "Sindaco, abbandoni l'idea dell'ovovia. Usare quei soldi per altri progetti"
| Redazione sport | Commento del giorno
Mauro Zinnanti
PILLOLE DI STAGIONE
Per questa settimana, vista l'assoluta rilevanza del tema, un'unica "pillola", tutta sull'ovovia.
IL TAR "LIQUIDA" LE PROCEDURE AMBIENTALI SULL'OVOVIA: E ORA COSA FARA' IL COMUNE?
Quest'estate triestina sarà ricordata davvero a lungo. A quasi due mesi dall'udienza in cui sono stati discussi ben cinque ricorsi al Tribunale amministrativo regionale presentati da vari soggetti (cittadini residenti sostenuti dal Comitato No Ovovia e associazioni ambientaliste) lo scorso 10 settembre sono state pubblicate le relative sentenze ed il colpo è di quelli da KO per chi in Comune si è speso (in maniera inusitata per arrogante tenacia ed ottusità) per quest'opera. Infatti, il Tar del Friuli Venezia Giulia tramite un'articolata e motivata analisi sviluppata in ben ottantadue pagine "annulla...la delibera di conclusione del procedimento di VINCA (NdR: valutazione di incidenza ambientale) n. 846 del 7 giugno 2024 della Regione Friuli Venezia Giulia e la delibera di conclusione del procedimento di VAS (NdR: valutazione ambientale strategica) n.637 del 20 novembre 2024 del Comune di Trieste, nonché..... tutti gli atti ad esse presupposti, consequenziali e comunque connessi; salvi gli ulteriori motivati provvedimenti che l'Amministrazione intendesse adottare, a seguito di eventuale ulteriore attività istruttoria, ai fini di conformare l'azione amministrativa ai principi giuridici espresse nella parte motiva della presente pronunzia". Come dire, uscendo dal linguaggio paludato delle aule di giustizia, che a seguito del netto pronunciamento del Tar se il Comune di Trieste intendesse ripartire con l'iter di approvazione dell'opera dovrebbe, come nel gioco dell'oca, tornare al punto di partenza. Il primo passo, dovuto in ogni caso, è quello del ritiro della delibera consiliare di approvazione della variante urbanistica che prevede il tracciato dell'ovovia da Barcola a Opicina (la stessa, per intenderci, bloccata da mesi in consiglio comunale a causa delle migliaia di osservazioni pervenute e della ferma opposizione del centrosinistra) che è giuridicamente nulla, in quanta fondata a sua volta sugli atti annullati dal tribunale amministrativo. Dunque, debacle su tutta la linea e con il supporto di argomentazioni che appaiono difficilmente contestabili anche in un eventuale ulteriore grado di giudizio. Cosa dice in sostanza il Tar? Sulla Vinca il giudizio è quanto mai lapidario. Poiché il tratto in salita della cabinovia attraversa un'area protetta Natura 2000 (ovvero il Bosco Bovedo) l'ammissibilità dell'opera è consentita solo in presenza di "motivi di imperante interesse pubblico" (ovvero benefici per la salute umana ed ambientale tali da giustificare il grave danno alla biodiversità). Ebbene, sulla base della documentazione fornita dal Comune di Trieste, risulta al Tar (ma anche a tutti coloro che opponendosi all'opera lo sostengono da anni) che una riduzione delle emissioni di CO2 nell'area vasta del Comune di Trieste pari all'1,3 % , non integri affatto quegli "imperativi motivi di rilevante interesse pubblico" che la normativa nazionale ed europea richiede per autorizzare una "motivata" deroga alle tutele previste per i siti Natura 2000. Non meno netto il giudizio, negativo, del Tar in merito alla chiusura della procedura di Vas. Qui, secondo il collegio amministrativo, il Comune avrebbe, in maniera del tutto maldestra, tentato di aggirare la procedura prevista dal Decreto Legislativo n.152/2006 che espressamente richiede l'approvazione da parte della giunta comunale di un "parere motivato" quale valutazione completa, imparziale e adeguatamente motivata della proposta di piano, del rapporto ambientale e dei relativi allegati. Agli atti non risulta, in realtà, alcun parere motivato in quanto la giunta si è limitata a recepire "acriticamente" l'analisi tecnico-istruttoria redatta dagli uffici il cui fine, espressamente dichiarato, è però quello di "supportare l'autorità competente nell'espressione del parere motivato ai fini Vas", ma non certo quello di costituire il parere motivato di cui all'art. 15 del Dlgs 152/2006. Ulteriormente il Tar rileva che così agendo il Comune ha posto in essere una "sovrapposizione dei ruoli che mette a repentaglio la necessaria imparzialità e neutralità di giudizio". E si tratta, chiaramente, di un giudizio davvero pesante sul corretto agire dell'Amministrazione comunale. Ma il giudizio negativo non si ferma qui in quanto il Tar ulteriormente osserva che, anche se la citata analisi potesse costituire un "parere motivato", vi è una ulteriore evidente carenza istruttoria in quanto il recepimento della suddetta analisi è avvenuto il 19.11.2024, ossia il giorno prima della data di adozione della delibera in parola. "Risulta evidente una carenza istruttoria - rileva il Tar - non potendosi ragionevolmente ritenere che i componenti l'organo giuntale abbiano lavorato la notte tra il 19 e il 20/11".
Colpito e affondato, come direbbero i cultori del celebre gioco "battaglia navale". E di questo prezioso risultato il merito va riconosciuto all'operato del Comitato No Ovovia, alla mobilitazione dell'opinione pubblica e alla ferma opposizione in Consiglio comunale da parte del centrosinistra.
Ora quali scenari si aprono per la Giunta Dipiazza? Posto che in ogni caso, come già detto, la delibera di approvazione della variante sull'ovovia va in ogni caso ritirata e quindi l'opera risulta irrealizzabile, il Comune potrebbe: o decidere di ricorrere al Consiglio di Stato con tempi di definizione piuttosto dilatati e con esiti che paiono, a voler essere diplomatici, parecchio incerti; o far ripartire la procedura di valutazione ambientale (Vinca e Vas) adeguandosi in tutto e per tutto ai pesanti rilievi del Tar. Naturalmente in entrambi i casi i tempi di realizzazione dell'opera sarebbero alquanto dilatati e non è escluso che l'impresa aggiudicataria, ovvero la Leitner, possa proporre una rilevante revisione del contratto stipulato nel 2023 o, addirittura, avanzi una qualche richiesta risarcitoria per non essere stata posta nelle condizioni di procedere nella realizzazione della cabinovia. Per ora, dai palazzi di Piazza Unità (quello regionale e quello comunale) nulla trapela, solo che gli uffici (in particolare le rispettive avvocature) stanno approfondendo le sentenze. Sul piano politico, un insolitamente taciturno Sindaco Dipiazza si lascia andare ad una generica dichiarazione di ottimismo seguita da un "stiamo valutando la strada da intraprendere". Nelle opposizioni si canta vittoria e più di qualcuno coglie la palla al balzo per chiedere a sindaco e giunta di lasciare il palazzo a partire da Francesco Russo che papale papale afferma :"se fossimo un Paese normale, Dipiazza chiederebbe scusa ai triestini e annuncerebbe che nel 2026, dopo vent'anni, è pronto a concludere la sua avventura da sindaco".
Ora come ora, non so proprio come andrà a finire questa incredibile vicenda che, al punto in cui siamo, rischia di pesare per molti anni sulle tasche dei triestini, anche se, proprio dal campo del centrodestra, paiono sollevarsi voci, piuttosto scettiche, in merito ad un ulteriore corso dell'iter: dal capogruppo forzista in Comune Polacco che afferma "le sentenze vanno rispettate" all'assessore Babuder (ovvero colui che ha firmato le delibere di Vas e Variante): "in amore puoi azzardare a sposarti due volte, ma dev'essere Amore, con la A maiuscola". Come dire che il suddetto assessore ci penserebbe in maniera molto approfondita prima di porre di nuovo la sua firma su atti che, evidentemente, non condivide fino in fondo.
Chiudo con un mio personale e sentito invito: Sindaco, anche alla luce di queste perplessità che provengono dalla sua stessa maggioranza ma anche per dare, finalmente, ascolto a quel 73 % di triestini che l'ovovia proprio non la vogliono, abbandoni definitivamente quest'opera e se proprio il ministro Salvini Le confermerà il finanziamento statale promesso (per quanto a rate), lo destini ad un progetto di sviluppo della mobilità tranviaria in città La città Le sarebbe infinitamente grata.
Mauro Zinnanti
Parole chiave: Primo piano, Trieste
