Pillole di stagione, Zinnanti: "Quando aprirà l'asilo di Roiano? Criptovalute e mazzata per la Triestina"
| Redazione sport | Commento del giorno
Mauro Zinnanti
ACCORDO SUL NUOVO ASILO DI ROIANO. MA QUANDO APRIRA'?
La buona notizia è di qualche settimana fa ma merita sicuramente una "pillola" di approfondimento per capire bene di cosa si tratta e qual è la strada prescelta dalla maggioranza di centrodestra per uscire da uno stallo sempre più imbarazzante e che durava oramai da parecchi mesi.
Come noto, infatti, nell'ambito dell'operazione complessiva di "restituzione" alla libera fruizione dei roianesi dell'area in precedenza occupata dalla caserma della Polstrada, è stata prevista anche la realizzazione di un nuovo asilo nido da 66 posti che sarebbe servito a dare una prima, importante risposta alla pressante richiesta di posti nei nidi comunali, a oggi insoddisfatta per quasi il 60% delle domande annualmente presentate al Comune di Trieste..
Tutto bene, allora? Non proprio. Perché se le opere edili sono state ultimate nel lontano aprile 2024, l'apertura dell'asilo nido non è tuttora intervenuta a causa della "bagarre" politica scatenata dalla scelta dell'assessore all'educazione di Fratelli d'Italia, Maurizio De Blasio, di affidare la gestione della struttura per una sezione all'esterno tramite concessione, mentre l'altra sezione sarebbe rimasta in capo alla gestione comunale. Tale scelta, approvata dalla Giunta comunale la scorsa estate, non era mai riuscita a superare il vaglio del Consiglio comunale a causa dell'opposizione delle forze di centrosinistra, delle organizzazioni sindacali ma anche di alcune esponenti della maggioranza di centrodestra (in primis la consigliera ed ex assessore all'educazione Angela Brandi) che avevano fatto chiaramente capire di non essere disponibili a votare una delibera che avrebbe aperto le porte ai privati, esternalizzando un servizio che ha sempre costituito uno dei punti di eccellenza dei servizi offerti del Comune di Trieste.
La partita a quel punto è rimasta completamente congelata fino alla scorsa primavera in cui i massimi esponenti locali di Fratelli d'Italia avevano usato parole forti verso gli alleati di coalizione. In particolare, i segretari provinciale e comunale di Fdi, Giacomelli e Matteoni, avevano parlato di "falsità, menzogne e omissioni" con chiaro riferimento a chi tra gli alleati aveva attribuito ai Fratelli la volontà di privatizzare gli asili nido. "FdI non spinge per la concessione a privati, anzi saremmo pronti ad aprire l'asilo di Roiano con personale interno. Ma in area bilancio (Ndr: guidata dal leghista Bertoli) ci è stata comunicata l'indisponibilità di risorse per assumere personale..mentre Forza Italia, pur insistendo che i soldi ci sono, a oggi non ha proposto alternative percorribili". Sin qui la famosa conferenza stampa in cui sono letteralmente volati gli stracci tra le forze della maggioranza, il tutto, pare, per un risparmio di circa 500 mila euro l'anno posto a giustificazione della intemerata scelta. Sul punto apro una piccola parentesi per rilevare che se la gestione pubblica di una sezione di asilo nido da 33 posti ha veramente quei costi sarebbe davvero un bel guaio! Comunque sia, passata la primavera e, quasi, l'estate, i "pompieri" di maggioranza e opposizione avrebbero, finalmente, trovato una via di compromesso. Via la concessione, si va, convintamente, verso l'appalto. Vediamo cosa afferma in proposito il capogruppo forzista in Consiglio comunale Albero Polacco:"sull'esempio dei centri estivi, riteniamo che l'appalto possa garantire la regia del Comune, anche nell'ottica di una futura assunzione di personale che consenta di reinternalizzare i servizi": Appalto visto, quindi, come scelta ottimale che consente di mantenere i posti del nido nel pubblico, ma avvalendosi di personale esterno. Sulla stessa lunghezza d'onda, ma con alcune "condizioni irrinunciabili" è il pensiero della deputata Matteoni: "il miglior contratto collettivo nazionale a tutela dei lavoratori e una formulazione dei turni che garantisca un salario dignitoso. Vanno individuate nella gara le penali in capo alla ditta, che dovrà rispondere a tutte le mancanze a danno dei lavoratori e del servizio complessivo: penali fino alla rescissione immediata del contratto, unico modo per non perdere il controllo e la regia pubblica del servizio". Parole dure e chiare quelle della Matteoni che, detto per inciso, era succeduta proprio alla Brandi, nel precedente mandato, nella delega ai servizi educativi. Queste parole fanno il paio con quelle usate dall'opposizione di centrosinistra che, oltre a rimarcare che la scelta iniziale della maggioranza è stata bloccata grazie alla forte mobilitazione di famiglie e personale educativo e "alla nostra netta opposizione in Consiglio comunale", affonda il coltello nella piaga affermando che "le famiglie hanno pagato fin troppo il prezzo dell'ostinazione di una parte della maggioranza a voler perseguire una soluzione sbagliata e per questo impopolare". E sull'appalto? Scelta di compromesso che ha il pregio di mantenere tutti i posti nel pubblico, ma con il rischio che nei nidi comunali operino "lavoratori di serie A e di serie B, senza contare che "se verrà esternalizzata anche la regia pedagogica, si perderà la coerenza del progetto educativo". Sul punto decisamente più dura la posizione espressa unitariamente dal fronte sindacale che parla di un appalto che "porterà un lavoro più precario, con contratti annuali e part-time imposti, e più povero, soprattutto per le donne: se i costi calano, o cala la qualità del servizio o quella dei diritti di chi lavora, spesso entrambe", nelle parole della segretaria della Cgil Fp Mafalda Ferletti. Ancora più dura la reazione di Maurizio Petronio della Uil Fpl:" appaltare non solo i 33 posti previsti nella prima delibera, ma addirittura raddoppiare, significa dare alle nuove 66 lavoratrici un posto di lavoro dove guadagneranno circa il 35-40% in meno rispetto alle colleghe comunali".
In definitiva, un quadro ancora piuttosto frastagliato e che necessita di essere seguito attentamente step by step per capire bene, a mio modesto avviso, dove si sta andando a parare. Varie le incognite. A partire dal ritiro della precedente (e contestata) delibera, per seguire con la predisposizione di una nuova che dovrà prevedere l'appalto, a quanto consta, di tutti e 66 i posti del nuovo nido, per finire con l'espletamento della gara per la selezione del soggetto "esterno" che curerà il servizio, cui seguirà l'effettiva apertura del nuovo nido di Roiano. Tempi tecnici? Se tutto filerà liscio, dai tre ai sei mesi. Sono proprio curioso di vedere come andrà a finire, fermo restando che, giunti a questo punto, ciò che è imperativo è dare risposte urgenti alla richiesta di posti negli asili nido garantendo nel contempo le migliori garanzie per i lavoratori ed un servizio di qualità ai bimbi frequentanti.
TRIESTINA: ARRIVANO LE CRIPTOVALUTE, MA NUOVA MAZZATA DAL TRIBUNALE FEDERALE
Che dire? Proprio il giorno successivo alla comunicazione ufficiale dell'ingresso di House of Doge Trieste, quale principale azionista della Triestina Calcio 1918, ecco che da Roma arrivano pessime notizie dal Tribunale federale nazionale. Infatti, il collegio giudicante a causa delle inadempienze maturate lo scorso luglio, quando non vennero pagati gli stipendi di maggio, ha inflitto una pesantissima penalizzazione di 13 punti che, uniti ai sette già inflitti al termine della scorsa stagione, porta a - 20 il totale dei punti da scontare nell'attuale campionato. Ma non è ancora finita qui, perché a causa della mancata fideiussione integrativa dell'8 agosto scorso, dovrebbero arrivare ancora uno o due punti di penalizzazione. Insomma, una situazione tragica per la squadra alabardata che per raggiungere la salvezza dovrebbe "correre" come se dovesse puntare ai play off, raggiungendo, invece, quantomeno i playout da penultima in classifica.
Mission impossible? Forse no. Ma certamente molto ardua anche se i ragazzi messi in campo da mister Marino hanno fatto finora il loro dovere in campionato neutralizzando ben cinque punti di penalizzazione. Naturalmente affinché l'impresa abbia qualche possibilità di successo occorre che la nuova proprietà si proponga con spirito collaborativo verso le istituzioni e, soprattutto, verso la tifoseria. Non bastano, con tutta evidenza, i circa 10 milioni di euro già versati nelle esauste casse della Triestina calcio da House of Doge (braccio operativo della Dogecoin Foundation, uno dei colossi mondiali nel settore delle bitcoin). Occorre ben altro, a cominciare da una totale chiusura di ogni rapporto con la precedente dirigenza (che peraltro nelle persone del presidente Rosenzweig e dell'amministratore delegato Stella sono stati inibiti da qualunque incarico federale per 8 mesi e venti giorni), per proseguire con una chiara illustrazione del progetto di investimento, delle sue finalità e delle prospettive a medio-lungo periodo. Trieste e i suoi tifosi lo meritano sicuramente, in nome di quella maglia e di quei valori che rappresentano un patrimonio incommensurabile. Solo a fronte di idee e programmi chiari, si potrà tornare a parlare dell'utilizzo del glorioso marchio sociale e di un ritorno copioso della tifoseria sulle gradinate del Rocco.
Mauro Zinnanti
Parole chiave: Primo piano, Trieste
