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Pillole di stagione, Zinnanti: "Zampata di Fedriga sulla torre del Lloyd. Le Dipiazzate d'autunno"

 |  Redazione sport  |  Commento del giorno
Mauro Zinnanti
CONSALVO "PLANA" ALLA TORRE DEL LLOYD 
 
Con una mossa decisamente a sorpresa, il presidente della Regione Fedriga, nell'ultimo giorno utile prima della scadenza dell'attuale commissario straordinario Donato Liguori, lancia l'autorevole candidatura a presidente del porto di Marco Consalvo, attuale amministratore delegato di Trieste Airport. Sulla base delle ricostruzioni giornalistiche riportate dal quotidiano locale, si può a ragione parlare di una vera e propria "zampata" che Fedriga ha posto in essere, dopo un lungo silenzio sul tema, quale reazione alla candidatura del prof. avvocato Massimo Campailla, divenuta "indigeribile", ai suoi occhi, dopo la comparsata del medesimo a Pontida, a mescolare la polenta in compagnia, tra gli altri, dell'europarlamentare Cisint. Come dire, giusto per essere chiari, che l'ala "istituzionale e governativa" della Lega l'ha avuta vinta su quella "rumorosa e movimentista" della Cisint. Ovviamente, si tratta di mere ricostruzioni giornalistiche ma che paiono verosimili alla luce di quanto accaduto e che, soprattutto, lasciano presagire che il confronto-scontro tra i due vivrà nei prossimi mesi ulteriori puntate, anche nell'ottica delle prossime elezioni regionali, una volta assodata l'impossibilità per Fedriga di correre per il terzo mandato.
Torniamo a Consalvo, la cui candidatura, nel momento in cui scrivo queste righe, non è stata ancora formalizzata con la rituale richiesta dell'intesa che il ministro Salvini dovrà indirizzare al governatore Fedriga. Si tratta di un manager esperto ed apprezzato, che ha sviluppato la sua carriera prevalentemente nel settore aeroportuale con tappe significative per dodici anni a Napoli  (sempre in posizioni apicali) e all'aeroporto di Ronchi dal 2015, prima come direttore generale e dal 2019 come amministratore delegato. Il manager campano, approdato all'aeroporto regionale su indicazione dell'allora presidente Debora Serracchiani in accoppiata col presidente Antonio Marano, è riuscito nell'impresa, non facile e scontata, di dare un senso ed un ruolo ad una infrastruttura che, prima del suo arrivo, arrancava tra pochi voli ed una situazione di generale trascuratezza, per non dire di semi-abbandono.  Sul piano infrastrutturale, oltre ad un completo ammodernamento dell'aerostazione, la chiave di volta è stata sicuramente l'inaugurazione, a marzo 2018, del Polo intermodale di Ronchi che ha messo in connessione la modalità aerea con quella ferroviaria, con il trasporto pubblico automobilistico, con il servizio taxi  e il traffico privato, creando le premesse per una ottimale accessibilità all'aeroporto. Naturalmente, l'opera era stata progettata e avviata ben prima del suo arrivo, ma la spinta finale si deve sicuramente all'azione convinta sua e del presidente Marano. Sul piano dei servizi, la chiave di volta è stata l'abolizione, concordata con la Regione, della tassa comunale di imbarco che ha portato ad un impressionante sviluppo delle destinazioni servite da Ryanair, che ha fatto dell'aeroporto regionale una delle sue 19 basi in Italia. Il risultato di tutto questo è che nel 2024 Ronchi ha chiuso, per la prima volta nella sua storia, a quota 1,3 milioni di passeggeri, con l'obiettivo, ora realistico, di arrivare nel 2028 a due milioni di passeggeri.  Con questi numeri, ovviamente, la società di gestione chiude e chiuderà i propri bilanci in utile, andando ad incrementare le casse regionali in quanto, come noto, la Regione Fvg è tuttora azionista al 45 % di detta società. Dunque, una carriera di successo che ora verrà messa alla prova nella nuova e difficile esperienza di presidente dell'Autorità di sistema portuale di Trieste. Farà bene, farà male? Non sono un indovino. Quello che posso rilevare è che non si tratta di una nomina "di parte", in quanto, come ricordato, è arrivato in regione portato da Debora Serracchiani ed è stato confermato per ben due volte (sempre in ticket con Marano) da Fedriga.  Non solo. La notizia della sua nomina ha ricevuto sinora commenti positivi sia dal centrodestra che dal centrosinistra, i cui massimi esponenti locali hanno tenuto a sottolineare la comprovata professionalità del manager campano. Quanto agli operatori del porto, chiare le parole di stima di Enrico Samer: "Abbiamo visto quanto l'aeroporto sia cresciuto. Gli aeroporti indubbiamente sono diversi dai porti, ma penso che una persona di così alto livello sicuramente saprà adattarsi e capire ciò che bisogna fare...Ovviamente dovrà anche essere nominato un segretario generale. Comunque Consalvo è assolutamente un tecnico molto, molto capace". Detto da uno come Samer che di shipping certamente ne capisce più di qualcosa, mi pare una affermazione certamente impegnativa. D'altronde le sfide per Consalvo sono una costante della sua carriera e a Trieste certamente non mancano.  La prima sarà quella relativa alla scelta del prossimo segretario generale che dovrà essere un tecnico del mestiere di sua assoluta fiducia. Eppoi la squadra sarà formata per addentare i più rilevanti ed urgenti problemi dello scalo: dalle grandi opere finanziate con i fondi del Pnrr alla diatriba Dfds-Grimaldi per il controllo del traffico ro-ro con la Turchia. Visto che siamo in clima pre-Barcolana: buon vento, Consalvo!
 
LE "DIPIAZZATE" D'AUTUNNO
 
Sarà per il cambio stagione piuttosto repentino o sarà per il suo carattere "fumantino" che non le manda certo a dire. Fatto sta che le recenti uscite del nostro Borgomastro sono davvero da incorniciare. Iniziamo da quelle a commento delle note sentenze del Tar che hanno cassato le procedure ambientali sull'ovovia. Queste le parole del Sindaco:da "Andiamo avanti" a "Siamo nati per vincere". Il tutto denota, a mio modesto avviso, una pericolosa sottovalutazione della situazione perché, se si decidesse davvero di andare avanti, aumenterebbe il rischio di contenziosi multimilionari con la ditta aggiudicataria. Ho appreso dal quotidiano locale che, in maniera previdente, a fronte di possibili eventi che bloccassero l'ulteriore corso dell'opera, quali "la mancata approvazione della variante urbanistica al Piano regolatore", il capitolato d'appalto prevede che "nulla è dovuto all'affidatario (Leitner ndr), se non le competenze effettivamente maturate per i servizi prestati sino a quel momento". Ecco, fossi nel Sindaco, non esiterei un attimo a bloccare tutto e a lasciare definitivamente perdere un'opera che il 70 % dei triestini ha dichiarato di non volere. Ma l'ira funesta di Dipiazza si è scagliata anche su altri obiettivi. Ha preso nuovamente di mira il vicedirettore con delega al Piccolo Fabrizio Brancoli, reo di aver omesso di citare il Sindaco in sede di presentazione del primo impianto per la produzione di idrogeno in regione. Come correttamente rilevato dal quotidiano, la critica in generale è legittima, non lo è quando si scende sul piano personale e Dipiazza, ahimé, l'ha fatto e non è la prima volta che succede (anche se con altri destinatari). Ancora ecco le dichiarazioni del Sindaco sui migranti: "vanno portati via in massa, a passi lunghi e ben distesi. Io con i migranti non voglio più avere a che fare.Trieste non può diventare Lampedusa".  E' dell'altro giorno la notizia, guarda caso all'approssimarsi della settimana della Barcolana in cui la città è invasa dai turisti, dell'ennesimo trasferimento di ben 157 migranti dai giacigli di fortuna in Porto Vecchio. Ecco, se lui pensa di aver risolto una volta per tutte la questione, ritengo che abbia sbagliato di grosso i suoi calcoli. Ci vuole, finalmente, realizzare in tempi rapidissimi un ricovero dignitoso per chi, arrivando da condizioni terribili, passa qualche notte in città, oltre ad ottenere che i trasferimenti  verso altre regioni avvengano con costanza e a scadenze prefissate. Ma da quest'orecchio è da tempo che il primo cittadino non ci sente proprio. Chiudo con la polemica scoppiata di recente con la Regione per i ritardi, a suo dire immotivati, nel cantiere che interessa il bacino del torrente Chiave: "il cantiere è rimasto fermo fin troppo tempo, avrò fatto cento telefonate per questa roba: ho perso la pazienza..Bisogna che si sbrighino, e anche che provvedano a togliere il "tappo a mare", o al prossimo temporale ci ritroveremo con le vie allagate: l'ultima volta, qui, l'acqua arrivava a mezzo metro!".  Dipiazza poi non cela la sua personale preoccupazione che i ritardi sul Chiave, rallentino "a cascata" (giusto per restare in tema idrico) i rilevanti cantieri in corso in Porto Vecchio che scontano le vicine scadenze per l'utilizzo dei fondi Pnrr.
Serafica la replica dell'assessore all'ambiente Scoccimarro: "A seguito delle interlocuzioni col Comune, che aveva dichiarato di non poter gestire tali operazioni, la Regione è intervenuta in sua vece, avviando un intervento atteso da oltre 30 anni". Il primo intervento risale al 2023, quando venne eseguito il dragaggio della foce in Porto Vecchio asportando circa seimila metri cubi di materiale. In quel modo fu possibile risolvere parzialmente il problema degli allagamenti. Sono seguite ulteriori due fasi di intervento " fondamentali per garantire la sicurezza del territorio e tutelare il patrimonio, mitigando il rischio di eventi meteorologici straordinari come quelli di pochi giorni fa.....terminata la pioggia intensa, il deflusso delle acque è avvenuto in tempi brevissimi, a dimostrazione dell'efficacia del reticolo sotterraneo, diversamente da quanto purtroppo avvenuto in altre città e regioni". Come dire, caro Sindaco, che talvolta è bene fermarsi a riflettere prima di lanciare, pubblicamente, accuse a destra e a manca. Si corre il rischio, talvolta, che tornino indietro come i famosi boomerang!   
 
Mauro Zinnanti