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Pian e ben!

 |  Direttore  |  Commento del giorno

Pian e ben!

di Andrea Comisso 


Non è che nasci ottimista o pessimista e non puoi farci niente! In buona parte, rifugiarsi in queste categorie è un atto di pigra ottusità. Se vuoi capir qualcosa della vita, devi sudare.

Altrimenti ok: rimani nel tuo brodino pronto, ma non sognarti di aver in tasca neanche una piccola quota di verità.

In pratica?

Beh: per esempio, ho letto un lungo articolo – uno tra tanti - percorso da turgide venature socio apocalitticheHa provato a stringermi la gola con asfissianti prospettive di guerra, disastro, arretramento. 

Roba da incidersi un'arteria e scivolar nel nulla, nell'acqua tiepida, con uno snifter colmo di Zapaca e Pat Metheny malinconico a far da colonna sonora; e tu, che te ne vai all'altro mondo, ticchettando a ritmo col pollice sul bordo vasca, pensando: "che peccato ...il quaderno coi miei versi giovanili condannato all'oblio, nella panca in soffitta..."

Ma ho anche incrociato messaggi di segno opposto: esasperazioni dell’ottimismo, traduzioni della realtà in versione “cartone animato" per farci apprezzare lemagnifiche sorti e progressive; apostoli del "va tutto bene", sostenitori sorridenti della versione più tranquillizzante dei fatti, abili uccisori del reale.

Ho constatatoche il cervello, lasciato a briglia sciolta, corre il rischio di subire l'affabulazione di qualunque eccesso.Se non ci dominiamo, andiamo a sbattere di brutto!
L'uomo accoglie volentieri la forza altrui, il suggerimento, addirittura la spinta.
 Vi legge un gesto affettuoso piuttosto che una violenza.
L’uomo (anche la donna, diciamolo per gli ottusi) r
ifugge prima il vuoto che il male.
Teme la precarietà.
Ha terrore di non bastare a se stesso.
Aborrisce la solitudine; scarta il dubbio, perché non vi vede uno s
trumento prezioso di ricerca ma confessione di inadeguatezza.
E' più confortante 
scegliere una parte, una qualunque: fare gruppo, delegare il pensiero e accontentarsi di tirare avanti.

In fin dei conti: cibo, vacanzetta, netflix, una bella macchina, poco altro…può anche andar bene, no?

No!

E' una gran rogna - più pesante, ma porca miseria, che soddisfazione - comprendere che non esiste un nido sicuro, che è tutto magmain movimento. E che si può addirittura cambiare idea!
Bisogna capire – bisogna! – che il senso della vita, se vogliamo averne una degna, 
è nello sforzo, nel progetto. Nel guardare avanti senza troppa paura; far la strada che si può, anche poca; ed esserne orgogliosi.
Così, vi confesso, non provo sollievo quando mi annunciano grossi miglioramenti o senso strillare le trombe del successo. Non ci credo più di tanto. Né mi deprimo quando annoto resoconti sconfortanti, cronache di disastri o annunci apocalittici. Anche qui, ci credo poco.
In sostanza, me ne frego delle pietre miliari, delle “certezze", lunatiche e mutevoli, che questa società ci somministra.
Navigo nel mio mare personale, parentale e amicale. E non mi pare poca cosa.
Mentre milioni di occhi, ad ora di cena, accettano di consumarsi sulle immagini di qualche cloaca televisiva, io scelgo di parlare del più e del meno con le persone che amo. O, se magari stasera sono solo, di aprire le pagine di un libro già letto e godermele di nuovo.

E’ un epoca in cui, se credi di avere un poco di testa e di cuore, devi mirare alla conservazione del buono. Non sarà un obiettivo eroico o clamoroso; ma è concreto.

E’ quello che possiamo

Parole chiave: Trieste