Fallimento Italia agli Europei, Visintin: "E' tempo di rifondare, meno stranieri nei nostri club e lanciare i giovani"
Euro 2024 si è trasformato in un'amara disillusione per la nostra Nazionale, mandandoci a casa con la coda tra le gambe e il fardello di prestazioni ben lontane dai trionfi di un tempo. Un team privo di idee, tanto quanto il suo allenatore apparso spesso fuori forma e incapace di dare un'identità chiara alla squadra. La situazione è chiara: è tempo di rifondare, di ripartire dalle basi per tornare a sognare.
La mia riflessione non può fermarsi alla semplice constatazione del fallimento attuale, ma deve andare più a fondo, interrogandosi sulle radici del problema e sui possibili rimedi. Troppe volte abbiamo assistito a campagne mediocri dei nostri azzurri, e altrettante abbiamo invocato cambiamenti che, seppur promessi, sono rimasti lettera morta. È evidente che i vertici del calcio italiano devono cominciare a guardare con umiltà e ammirazione verso i cosiddetti "sport minori" - dal tennis al salto in alto, fino alla corsa. Qual è il loro segreto? La cura dei vivai e un'attenzione incessante verso i giovani talenti.
Purtroppo il nostro campionato è da troppo tempo terreno fertile per un numero spropositato di stranieri. Questo fenomeno, se da una parte arricchisce il nostro calcio di nuove tecniche e stili di gioco, dall'altra impoverisce la nostra Nazionale, sottraendo spazio e opportunità ai giovani calciatori italiani. Di fronte a un panorama nel quale risulta sempre più difficile emergere, i nostri talenti locali finiscono per gettare la spugna o cercare fortuna all'estero.
La soluzione appare dunque chiara: dobbiamo investire nei vivai e lavorare quotidianamente sui giovani del nostro paese. Abbiamo bisogno di tecnici preparati e di allenatori che non abbiano paura di lanciare i giovani nei palcoscenici più importanti.
È fondamentale ridurre il numero di stranieri nei nostri club, garantendo percentuali minime di italiani in rosa. Questo consentirà ai giovani talenti di accumulare esperienza, maturare professionalmente e, soprattutto, alimentare il legame con la nostra Nazionale.
Non possiamo più permetterci un calcio che chiude gli occhi davanti ai segnali di crisi. La storia ci insegna che i grandi cambiamenti spesso nascono dai periodi di maggior difficoltà. Euro 2024 deve essere la nostra rubiconica linea del "mai più": mai più prestazioni mediocri, mai più giovani talenti non valorizzati, mai più una Nazionale senza identità.
Con dedizione, coraggio e innovazione possiamo restituire lustro al nostro calcio. Impariamo dagli sport cosiddetti minori, dalla loro organizzazione impeccabile e dalla loro capacità di coltivare i campioni del domani. Guardiamo al futuro con la consapevolezza che, solo attraverso una seria rifondazione, potremo tornare ad essere protagonisti.
Claudio Visintin