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Triestina-Renate il giorno dopo, Gasperutti: "La colpa non è dei giocatori, urge un DS che conosca la categoria"

Ieri sera abbiamo assistito all’ennesima partita in fotocopia della Triestina di quest’anno, una squadra senza capo ne coda (intesa come attacco e difesa) che rumina un calcio che senza uno sbocco finale, risulta particolarmente indigesto e ti rimane sullo stomaco. Il giorno dopo si può parlare ...
 |  Redazione sport  |  Serie C
Bruno Gasperutti

Ieri sera abbiamo assistito all’ennesima partita in fotocopia della Triestina di quest’anno, una squadra senza capo ne coda (intesa come attacco e difesa) che rumina un calcio che senza uno sbocco finale, risulta particolarmente indigesto e ti rimane sullo stomaco.

Il giorno dopo si può parlare della partita (1-0 per il Renate) e di quello che si è visto, di schemi, di prestazioni, di occasioni o di arbitri, ma a Trieste da quanto vedo, ciò interessa poco, interessa molto di più sproloquiare su argomenti che non portano da nessuna parte e dei quali nessuno è a conoscenza, ma che alla fine tutti sono in grado di sentenziare con la massima sicurezza, di essere nel giusto. Purtroppo nessuno ha la ricetta per risolvere il problema e nessuno prospetta una soluzione, al massimo per una gran maggioranza (purtroppo) la soluzione migliore sarebbe: fallire e ricominciare da zero; già come a dire: il mondo odierno non mi piace e allora tiriamo una bella atomica e quei pochi che sopravvivono ricominciano da zero.

Mah, a me piace vedere il calcio e discutere di calcio, di azioni, di episodi, di giocate, il gossip e il disfattismo non fa parte del mio modo di essere e quindi parlerò di quello che ho visto e delle impressioni e dei dubbi che posso avere per il futuro.

Ieri sera una volta di più quest’anno sono entrato allo stadio con un'idea, ho letto la formazione e mi sono cadute le braccia. Intanto premetto che non so nulla della situazione clinica, emotiva, disciplinare in seno alla squadra salvo quello che ho letto sul nostro giornale, visto che dalla Società non trapela nulla o comunque sempre troppo poco.

La prima cosa che noto ovviamente è la mancanza di Vertainen e partiamo da questo. Abbiamo la miseria di 6 punti in classifica e l’assoluta necessità di vincere uno scontro in casa, contro una squadra più che alla nostra portata, pur privi di 7-8 giocatori assenti e ci presentiamo senza l’unico attaccante di ruolo presente in rosa e questo grazie alla terrificante campagna rafforzamento messa in atto in estate?

Quindi partiamo fin dall’inizio con la consapevolezza di vedere una partita conservativa e che uno 0 a 0 sarebbe ben accetto, se non la combiniamo grossa dietro. Pensiamo: forse nella ripresa un Vertainen fresco buttato nella mischia sarà più efficace! E invece niente, ma poi quando all’86’ vanno sotto, ecco che compare Vertainen e all’87’ entra! Beh allora non ci sto, a me hanno insegnato che se uno è in panchina è disponibile, se uno gioca 5’, allora poteva giocare anche di più. Ma Perché!!

Ma perché se giochiamo con il povero Olivieri sacrificato in un ruolo che non ha nelle sue corde, tutti gli altri non cercano mai la profondità, l’inserimento in verticale? Perché non riempiamo mai l’area di rigore, che chissà un rimpallo favorevole una volta tanto, potrebbe capitare sul piede giusto? Infatti le uniche parvenze di pericolosità dell’Alabarda Orange, sono venute da un rimpallo (Vicario puntata centrale) e da un colpo di nuca che per una strana traiettoria è finito tra palo traversa e smanacciata del portiere.

Nella ripresa però finalmente ho visto una squadra molto più centrata e propositiva, certo sempre spuntata, ma posso affermare di aver notato tanta buona volontà e qualcosa di diverso sulla destra, dove Vallocchia, D’Urso e Germano hanno fatto molto bene sovrapponendosi e cercando la profondità. Purtroppo in mezzo il solo Olivieri era troppo poco, ma anche lui ha cercato da centravanti di anticipare il difensore, ma è stato sfortunato in un paio di occasioni. Sul Renate fino all’80’ si poteva tranquillamente dire: non pervenuto, ma una cosa ho notato: ad un certo punto si sono fatti più minacciosi e attaccavano in tanti, poi hanno inserito due punte, con il proposito probabilmente di fare il colpaccio. Siccome qui alla fin fine la sfiga ce la andiamo anche a cercare, ci è piombata addosso quando oramai lo 0 a 0 già una sentenza negativa, era oramai ineluttabile: un tiro al volo masticato, non forte, non angolato, andava diritto, diritto in rete. Il gelo piombava sugli spalti, anzi a dire il vero faceva già freddo ma ora si rischiava la “morte bianca”.

I pochi intimi presenti cominciavano con i cori “vergognatevi”, ma qui dissento e dico: se questi vanno rivolti alla società sono d’accordo, ma in campo la squadra ha fatto quello che era nelle sue possibilità e se sono assemblati male, non è certamente colpa dei giocatori, che a mio avviso hanno fatto il loro dovere. Se uno non è Maradona, non puoi pretendere che diventi Maradona, ma se si impegna ha fatto quello che era il suo obbligo, i suoi limiti non sono delle colpe sue, ma di chi lo ha acquistato o tuttalpiù di chi lo fa giocare.

Per finire, un cenno su El Azrak: ma cosa avrà mai fatto per non essere perdonato (come Krollis e Clotet per esempio), se in uno stato disperato di estrema necessità viene messo fuori rosa? Ma Kiyine (27 anni), presentato il 19 settembre dopo 2 mesi non è in grado di giocare? Allora non doveva essere acquistato!!! oppure qui si viaggia a tentoni nella nebbia.

La squadra orangealabardata mi sembra più un Lazzaretto che una squadra di calcio, tra infortunati, gente non in condizione o altri in punizione. E allora parliamo di soluzioni senza sparate disfattiste che non portano a nulla, ma che fanno solo male alla Triestina innanzi tutto, perché tutto il resto passa, come sono passati sotto i ponti alabardati tanti personaggi sia buoni che cattivi: la squadra è la cosa più importante, la bandiera con la quale siamo cresciuti, quella conta e quella non si tradisce mai. Urge per prima cosa mettere ordine in società, perché poi i risultati sono lo specchio del funzionamento della Società. Urge un presidente presente, il buon Ben può fare il presidente onorario, il padrone, ma il presidente deve essere in loco, come lo era Milanese con Biasin. Urge un Direttore Sportivo presente, che conosca la categoria, i giocatori, gli addetti ai lavori, non uno che non parla nemmeno l’italiano e che è evidente non conosce la categoria, visto che questa squadra senza senso era presentata come pretendente alla promozione. Urge qualche persona che faccia da collante tra squadra e media con il potere di rappresentare la Società e dare risposte.

Ultima cosa la squadra: qui ci sarebbero tante cose da dire e fare, ma purtroppo e spero vivamente di sbagliarmi, siamo fuori tempo massimo. Però siccome il detto latino “spes ultima dea speremus igitur semper” è sempre valido, se anche in società si pensa di poter salvare qualcosa, bisogna farlo…… ieri, non in gennaio. Un paio di giocatori liberi da inserire devono già allenarsi con la squadra per essere poi schierati pronti amalgamati a gennaio e per i ruoli, non è difficile intendersi, ci provo, ma io un Adorante, un Celeghin, un Malomo, li vedrei bene.

BRUNO GASPERUTTI

Parole chiave: Trieste