Triestina-Trento il giorno dopo, Gasperutti: "Squadre solide e compatte, Unione con più giri nel motore nella ripresa"

La Triestina continua la sua risalita, aggiudicandosi per 1-0 una gara molto complicata contro un ottimo Trento.
E’ stata una partita difficile, perché purtroppo l’Unione gioca con quel peso sulle spalle, di dover vincere o cercare di vincere sempre soprattutto in casa, dato che anche mezzo passo falso, nella situazione di classifica in cui si trova, potrebbe risultare alla fine decisivo ai fini della salvezza diretta, che a causa di risultati sorprendenti delle nostre rivali rischia di elevarsi oltre ogni aspettativa.
Tanto per fare due calcoli con l’esempio dei campionati recenti: lo scorso anno l’Arzignano (44 punti), non ha fatto lo spareggio con la Pro Sesto che ne aveva totalizzati 35 (9 punti di scarto); due anni fa stagione in cui la Triestina (38 punti) aveva disputato i play-out contro il Sangiuliano (42 punti), il Mantova (45 punti) aveva perso lo spareggio con l’Albinoleffe (38 punti). Questi precedenti fanno capire quanto difficile sia il cammino intrapreso per raggiungere l’obiettivo massimo di questa stagione.
Oggi abbiamo 26 punti, ma il nostro vero campionato è iniziato il 1° dicembre a Padova con l’arrivo di Attilio Tesser e da allora la squadra in 10 partite ha totalizzato 20 punti. Ma facciamo attenzione, fatto non trascurabile, di queste 6 in trasferta e solo 4 in casa e incontrando temibilissime formazioni di vertice, come Padova, Vicenza, Atalanta e Trento. Ora mancano 12 partite che proseguendo con questa media, significherebbe ottenere ulteriori 24 punti e arrivare a 50 punti finali; penso ne basterebbero meno per salvarsi direttamente, siamo sulla buona strada, ma guai ad abbassare la guardia e sempre attenzione ai trabocchetti.
Ora forse è il caso di spendere anche due parole sulla partita di ieri sera. Non è stata una partita memorabile, soprattutto per coloro che guardano il calcio distrattamente focalizzandosi di più sui gol, sulle occasioni da rete e le parate dei portieri, ma dal punto di vista dell’organizzazione del gioco, le due squadre hanno dimostrato di essere ben solide e compatte e hanno trovato le giuste contromisure per ostacolare le iniziative avversarie. Quindi gara con due formazioni che si temevano e rispettavano, che hanno badato a non prestare il fianco a contropiedi letali e hanno puntato sul controllo del gioco a centrocampo.
Poche le emozioni, nel primo tempo in cui il mio foglio degli appunti è rimasto desolatamente vuoto, posso ricordare al 33’ una ciabattata non troppo ben indirizzata in mischia da Aucelli alta sulla traversa e un fuori gioco fischiato al 36’ ad Olivieri che era solissimo in contropiede con l’avversario più vicino almeno un metro dietro a lui e che rivedendolo frettolosamente nel replay, non mi sembrava fuorigioco, ma … ogni domenica ne vediamo di ben peggiori. Il primo tempo è tutto qui, ma il Trento mi ha fatto una grande impressione: ha giocato con sicurezza e senza paura, inaridendo le fonti di gioco neroalabardate specialmente Correia, mentre D’Urso e Fiordilino, mi sono sembrati sottotono e gli esterni difensivi, poco propositivi. Vertainen e Olivieri che erano partiti dimostrando una discreta verve, si sono poi afflosciati, facendosi sempre anticipare e dando poco respiro alla manovra.
La ripresa è invece partita con un ritmo diverso, la Triestina ha alzato i giri del motore e l’ingresso di Strizzolo ha dato quel punto di riferimento che prima, a mio avviso, mancava. Intendiamoci, non ha fatto mirabilie e deve salire di condizione, ma si vede subito che è punta vera, ha fermato e rigiocato un paio di palloni con i tempi giusti, ha fatto sentire la sua presenza sui palloni alti e in area di rigore, dove ha calciato una volta con rapidità venendo rimpallato. Ciò mi ha dato la sensazione che è quello che mancava e di cui la squadra aveva necessità. Il risultato si è quasi subito sbloccato, con un gran gol di Ionita al 59’: non è stato un gol banale, ma difficilissimo, perché ha addomesticato un pallone che aveva superato diverse teste in un fazzoletto e con il portiere a tre metri che lo chiudeva, ha concluso con una bordata dal basso in alto. Bellissimo. Dopo la rete ancora una traversa di Olivieri al 62’, una palla rubata da D’Urso che ha concluso impegnando in una bella parata Barlocco al 66’, una palla gol per Accornero liberato da una genialata di Di Carmine di tacco al 68’, per fortuna però, la sua bordata diagonale è sfilata oltre il palo. In questi 10’ sono racchiuse tutte le emozioni della partita, perché poi si possono ricordare ancora una staffilata di Jonsson ribattuta e un gol del Trento al 95’ in netto fuorigioco.
Per concludere voglio segnalare la grande utilità nell’economia della squadra di Silvestri, un leader che ha sistemato la difesa che ora assieme a Frare, sembra di una solidità diversa rispetto a quella svagata di prima, non è un caso che a Trieste in 4 gare ha subito solo una rete: quel tiro della domenica contro il Lecco.
Il secondo che voglio citare, senza voler sminuire però gli altri nuovi arrivati che mi sembrano tutti di un livello nettamente superiore a coloro che se ne sono andati, è Ionita: un guerriero utilissimo nella gestione del gioco, pragmatico e sobrio, ma sempre presente e che ha avuto in questo breve scampolo di tempo, la capacità di segnare due reti che sono valse 6 punti.
Andiamo a Vercelli con fiducia, ma purtroppo senza Correia, però di giocatori validi per sostituirlo ce ne sono, ora non abbiamo più le ristrettezze nella rosa che avevamo prima. Un successo sarebbe auspicabile e farebbe fare un balzo incredibile in classifica, ma fondamentale sarebbe non perdere, perché in campo ci sono sempre anche gli avversari e forse spesso nell’euforia ce ne dimentichiamo e la Pro Vercelli che ho visto lottare leoninamente nel fango di Lecco, è una brutta bestia da prendere con le molle. Bisogna fare molta attenzione, perché siamo di rincorsa e guai fermarsi. FORZA UNIONE!
BRUNO GASPERUTTI

