Skip to main content

Triestina-Novara il giorno dopo, Gasperutti: "Tesser ha fatto un miracolo, futuro torbido anche in caso di salvezza"

Alla Triestina bastano 20’ per liquidare il Novara mettendo in ghiaccio il risultato e mettersi poi in attesa alla radio per sentire i risultati delle altre rivali e capire quale sarà il suo destino in questo post stagione. Alla fine di un'ultima emozionante giornata di campionato (a proposito: m...
 |  Redazione sport  |  Serie C
Bruno Gasperutti

Alla Triestina bastano 20’ per liquidare il Novara mettendo in ghiaccio il risultato e mettersi poi in attesa alla radio per sentire i risultati delle altre rivali e capire quale sarà il suo destino in questo post stagione. Alla fine di un'ultima emozionante giornata di campionato (a proposito: ma quant’è bello ed emozionante il calcio con tutte le partite in contemporanea), il verdetto è poi quello che l’Unione dovrà effettuare uno sforzo supplettivo, per conquistare quella salvezza che sul campo è stata raggiunta, ed è stato un vero miracolo sportivo, ma che è sfuggita però per macroscopici errori nella stanza dei bottoni. Alla fine sarà la squadra veronese del Caldiero a incrociare i bulloni con i nostri, una squadra che in apertura di stagione ci aveva fatto male al “Rocco”, con una rete realizzata dopo solo 1’ da Marras e che aveva fatto vacillare le prime certezze su una squadra mal costruita e peggio guidata.

La gara contro i piemontesi, seguiti da un centinaio di rumorosi supporters almeno in pre-partita, ma che si sono via via spenti fino ad abbandonare gli spalti per ricomparire alla fine, per tenere il loro sermone agli avviliti giocatori che a testa bassa lo hanno subito rassegnati; è stata una passeggiata senza storia. Però nelle previsioni della vigilia, non sembrava proprio così, perché il Novara che aveva cambiato tecnico con l’arrivo in panchina di Giuseppe Mascara, ex-bomber con una presenza in Nazionale, veniva da un buon trittico di partite che lo aveva rilanciato nei play-off e che aveva necessità assoluta di fare risultato, per mantenerli. I novaresi sono franati subito in apertura con il gol di Fiordilino, una assoluta chicca, visto che il centrocampista alabardato in oltre 250 gare disputate nei professionisti ad alto livello, aveva realizzato in precedenza soltanto 4 reti e poi l’ha addirittura raddoppiata.

Il Novara ha poi manovrato con una certa rapidità e scioltezza, facendo correre il pallone con tocchi di prima, ma non hanno mai impensierito la difesa triestina, a dire il vero molto accorta e ben registrata, subendo altresì le verticalizzazioni che la trovavano totalmente impreparata e traballante. La Triestina da parte sua sembrava essere tornata quella dell’autunno dello scorso anno: solida nelle retrovie, con corsa e idee a centrocampo e un attacco che finalmente era ritornato ad essere penetrante e verticale.

Però a me la Triestina era sembrata in ripresa già nelle ultime settimane, aveva tenuto testa a Feralpi, Padova e Vicenza dove non aveva raccolto niente, ma dove avrebbe meritato di ottenere ben di più, ma si sa che poi alla fine conta soltanto il risultato finale e in Italia generalmente si commenta solo quello e non le circostanze con le quali è stato conseguito: siamo i tifosi del lunedì, quelli che leggono il risultato sulla Gazzetta e poi lo commentano. “Fu vera gloria” disse il Manzoni parlando di Napoleone? Mah vedremo, il Novara ha opposto poca resistenza e certamente con il Caldiero dovremo trovarci in un contesto ben diverso, ma la crescita della squadra per me è palese e promette bene.

Ho visto un attacco finalmente pimpante che ha creato tanto, molto molto bene Olivieri che c’ha messo lo zampino in quasi tutte le reti, sempre mobilissimo e mi sembra abbia trovato una buona intesa con Strizzolo, che a me è molto piaciuto e sembra fresco e finalmente in condizione; molto bene anche Cortinovis, che ultimamente sembrava un pesce fuor d’acqua e oggi invece oltre alla solita combattività e tecnica individuale, s’è inserito con dovizia nelle manovre. Buona anche la prestazione come detto, di tutti gli altri reparti, ma attenzione che nei play-out si ricomincia da 0 a 0, anche se sono sicuro che con Attilio Tesser siamo in una botte di ferro e le sue parole giudiziose nel post-gara lo testimoniano.

Una postilla doverosa va fatta però per commentare le vicende societarie, ora che la stagione regolare è terminata. La squadra sul campo si è salvata con i suoi 44 punti conquistati, pur dopo le traversie iniziali, i disastri commessi sul mercato estivo e con la devastante conduzione tecnica dei primi mesi. Esposte tutte le colpe della dirigenza nella programmazione del campionato, ora quello che conta di più è il futuro. Con l’arrivo degli americani si è risvegliata l’euforia nella tifoseria, incoraggiata dai buoni risultati nell’avvio dello scorso campionato, poi le vicende sullo stadio, alcuni intoppi sul campo e la deleteria decisione di allontanare Tesser, hanno di fatto non raffreddato, ma sepolto tutti gli entusiasmi. Ora dopo questa seconda annata pur non ancora terminata, dalle ultime vicende societarie possiamo già trarre delle indicazioni e cominciare ad ipotizzare gli esiti finali. Penso che gli obiettivi degli americani fosse quello di mettere a lungo radici in città: centro sportivo, stadio, dunque un progetto che andava ben oltre ad un obiettivo immediato. Questa idea di massima però va a scontrarsi con la visione molto lontana dal punto di vista italiano del tutto e subito, dove un fallimento stagionale che da loro viene visto un primo passo in un percorso di crescita, viene interpretato come un disastro ecologico. Ricordo le infauste parole di Stella in una conferenza stampa commentando lo scorso campionato: più o meno “siamo andati oltre il progetto iniziale che era quello di fare un buon campionato”, parole devastanti per la mentalità di un tifoso italiano, che preferisce che i soldi vengano spesi per l’acquisto di un centravanti, piuttosto che investiti in un progetto a lungo termine con la formazione di un centro sportivo duraturo per le generazioni future di giovani virgulti da inserire nella squadra maggiore. Un'idea che ha una visione molto distante dal nostro punto di vista, ma paradossalmente per loro, anche un passo nel percorso di maturazione e crescita. Da noi l’obiettivo è andare immediatamente in serie B, tanto poi se si retrocede perché non hai nè le strutture adatte, né le possibilità di reggere la categoria, la colpa è sempre e comunque della Società! Con buona pace delle proprietà americane che affollano le scrivanie del nostro calcio: il loro modello da noi non potrà mai funzionare, perché fa rima con pazienza, programmazione, pure errori, sbagli, tentativi. In Italia invece il modello del tutto pronto e subito, dell'immediato, del cotto e mangiato, è quello che da sempre va per la maggiore. Ora sento dire: che se vadano! Già…. e poi? Domani che succede? Chi acquisterebbe una società che se si salva, ha un passivo pesantissimo e partirebbe con una penalizzazione il prossimo anno e una zavorra di contratti da rispettare per giocatori impresentabili? Se malauguratamente andassimo in D, sarebbe poi impossibile: senza giocatori, con penalizzazione e un indebitamento folle per la categoria. Se malauguratamente si fallisse, bisognerebbe trovare un compratore, però dobbiamo sempre essere memori delle vicende passate, non fare del qualunquismo. E poi da che categoria si ripartirebbe? Alcune squadre nobili (Chievo), sono quasi sparite e fanno ora tanta fatica a risalire la corrente; il Pordenone è stato un anno fermo per poi ripartire dalla Promozione. Non voglio nemmeno pensare i nostri ultras intonare i loro cori sul campo di Campanelle….. "la gente vuol sapere, chi noi siamo!!!!" Facciamo mente locale, ragioniamo, quando si fa del qualunquismo sparando nel mucchio. Speriamo bene, ma intanto il futuro è torbido e la scadenza di giugno si avvicina e quella sarà una sentenza definitiva senza ritorno.  

BRUNO GASPERUTTI

Parole chiave: Trieste
Questo spazio pubblicitario può essere tuo. Chiama il 3397964080
Questo spazio pubblicitario può essere tuo. Chiama il 3397964080