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Triestina-Caldiero il giorno dopo, Gasperutti: "Salvezza meritata sul campo, impresa del duo Tesser-Delli Carri"

E così è finita con il popolo alabardato a festeggiare assieme alla squadra una stagione orribile, ma che almeno sul campo si è conclusa come tutti si auspicavano e come i protagonisti principali meritavano. Loro i protagonisti se la sono meritata sul campo questa salvezza, assieme a quel paio di...
 |  Redazione sport  |  Serie C
Bruno Gasperutti
E così è finita con il popolo alabardato a festeggiare assieme alla squadra una stagione orribile, ma che almeno sul campo si è conclusa come tutti si auspicavano e come i protagonisti principali meritavano. Loro i protagonisti se la sono meritata sul campo questa salvezza, assieme a quel paio di migliaia di fedelissimi che li hanno sempre sostenuti pur nella …. cattiva sorte, feriti dai colpi bassi che arrivavano inaspettati proprio dai cuore pulsante della Società. Come dei novelli Sisifo si sono trovati a scalare l’impervia montagna con un grosso fardello sulle spalle, e quando la meta sembrava raggiunta, si sono ritrovati nuovamente a dover riprendere la scalata, perché il macigno era precipitato loro malgrado nuovamente al punto di partenza.
Finalmente è finita questa sofferenza, almeno sportiva, ora la palla passa nelle mani dei dirigenti, dei notai, dei banchieri, sono loro a dover scrivere la parola fine a questo lungo film horror che è stata questa annata sportiva. Speriamo ne abbiano i mezzi e la volontà, noi possiamo soltanto rimanere in trepida attesa, aspettando arrivi il 7° cavalleggeri con trombe e vessilli spiegati, a salvare la baracca.
Ma c’è stata la partita e questa andiamo a commentare, una partita che ha rispecchiato l’annata nel suo svolgimento, che ha visto una squadra generosa e propositiva cercare di ottenere il risultato prefissato, ma senza una parte degli strumenti adatti per ottenerlo.
Andando allo stadio mi ero prefigurato di assistere ad un certo tipo di partita: una Triestina che attaccava con una certa prudenza forte della sua indubbia superiorità e un Caldiero molto prudente, che cercava di trascinare la gara fino alla fine  sul piano dell’equilibrio, per sferrare nell’ultimo quarto il suo disperato attacco. A grosse linee così è stato.
Il primo tempo è stato veramente scialbo; era un play-out e si avvertiva la tensione, c’era una grande paura di sbagliare e di gettare al vento tanti mesi di sacrificio per un improvvido svarione. Però la sensazione visiva che avvertivo era di preoccupazione, che proveniva dall’evidente inferiorità numerica che la squadra pativa a centrocampo e con la difficoltà che avevano Fiordilino e Ionita a scivolare a coprire sugli esterni, da dove i termali uscivano con facilità per far partire le loro offensive.
Poi al dunque per fortuna i nostri avversari si perdevano nell’ultimo passaggio, in una certa insufficienza tecnica che li portava a sbagliare le soluzioni o la misura, ma la loro esuberanza e velocità creava imbarazzo.
Gira e rigira nel primo tempo si è visto veramente poco, era la tipica gara da play-out dove ti giochi la sopravvivenza.
Nella ripresa invece si è vista un’altra Triestina molto più propositiva e insidiosa in avanti, il tutto frutto degli accorgimenti apportati da Tesser che ha fatto entrare Vertainen, al posto di un invisibile Udoh e Braima al posto di Fiordilino, che era sembrato a disagio nel coprire la zona di sua competenza, messo spesso in mezzo da un paio di avversari. Con l’entrata dei due, si è vista un’altra squadra; Vertainen riusciva a rigiocare i palloni dando un riferimento che prima mancava e l’esuberanza di Braima rimetteva nel giusto ordine le manovre in mezzo al campo.
Il Caldiero ha dovuto rannicchiarsi in difesa e qui purtroppo l’Alabarda ha messo una volta di più in evidenza la sua insufficiente forza offensiva, mancando una serie di opportunità per chiudere la gara e far respirare a pieni polmoni la sua tifoseria, che si è trovata a seguire a bocca aperta gli ultimi 10’. Già, negli ultimi minuti la paura è aleggiata sul Rocco, non perché i veneti abbiano fatto vedere qualcosa di imprevisto o stupefacente, semplicemente si sono buttati come da copione a corpo morto in avanti con tutta la squadra, ottenendo una serie di angoli che battevano piuttosto bene (qui ci sarebbe da fare un inciso su quelli più numerosi battuti dalla Triestina, ma stendiamo un velo pietoso), mettendo in grossa difficoltà la nostra retroguardia, che però bisogna dirlo, ha fatto il suo dovere. All'89’ corner e Caccavo troppo libero in mischia colpisce di testa sfiorando la traversa, sospiro di sollievo. Al 90’ Caccavo lanciato, entra in area dalla destra ma viene contrato in corner. Al 93’ mischione gigante nella nostra area susseguente ad un corner, con tiri ribattuti nell’area piccola e altro grosso sospiro di sollievo, quando il pallone è uscito e Olivieri si è lanciato in un contropiede isolato, mancando un pallonetto chilometrico da metàcampo, con il portiere annaspante che rientrava in porta. Poi la fine e la gioia.
Questa è una salvezza da catalogare come una impresa, perché arrivata quando la maggior parte delle persone pensava fosse impossibile e va ascritta oltre ai protagonisti sul terreno di gioco, alla saggezza di Attilio Tesser ottimamente coadiuvato da Delli Carri, che hanno rimesso in rotta un Titanic oramai in balia dell’Oceano. Giustamente alla fine il generoso pubblico ha inneggiato con cori affettuosi al loro mister, io da parte mia vorrei sperare che questo calore sia stato da lui avvertito e che non abbandoni la baracca, perché da qui può rinascere l’araba fenice.
Un pensiero vorrei dedicarlo al generosissimo e immenso anche ieri Omar Correia, premiato come alabardato dell’anno per la seconda volta, che temo di aver visto in maglia alabardata per l’ultima volta e a cui auguro un radioso avvenire. Doveroso poi alla fine un elogio alla curva alabardata che ha cantato e sostenuto unita in maniera positiva fino alla fine la squadra, e che una volta tanto ha potuto godere del risultato, che era però il minimo sindacale che ci saremmo aspettati ad inizio stagione. Ora mano ai legulei e alla fatidica data di giugno; sarà quello il traguardo finale da superare, quello decisivo, nella volata siamo davanti e guai se qualcuno proprio ora dovesse sgonfiare le gomme.

BRUNO GASPERUTTI

Parole chiave: Trieste
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