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Dolomiti-Triestina il giorno dopo, Gasperutti: "Non si può perdere una partita del genere"

Il quarto rientro di Tesser sulla panchina alabardata, non è stato fortunato; chi sperava che come come per incanto con il suo tocco magico raddrizzasse la barca che fa acqua ne è rimasto deluso. Ma se la barca ha delle falle e fa acqua, non puoi dare al capitano paletta e secchiello e sperare che…
 |  Redazione sport  |  Serie C
Bruno Gasperutti
Il quarto rientro di Tesser sulla panchina alabardata, non è stato fortunato; chi sperava che come come per incanto con il suo tocco magico raddrizzasse la barca che fa acqua ne è rimasto deluso.
Ma se la barca ha delle falle e fa acqua, non puoi dare al capitano paletta e secchiello e sperare che rattoppi d’incanto lo squarcio; come altra metafora, se fornisci al miglior cuoco carne e piselli in scatola, non puoi pretendere che lui ti prepari un prelibato piatto di scampi alla busera: realizzerà un discreto piatto di carne e piselli.
Raccontare una partita della Triestina, sta diventando sempre più difficile; mi sembra di diventare stucchevole, noioso, ripetitivo, parlo sempre delle stesse cose e a volte mi viene il sospetto di copiare l’articolo della settimana prima riproponendolo.
Riportare la cronaca della gara, ci si ridurrebbe a 3-4 espisodi e neanche tanto appassionanti: più emozioni su quello che avrebbe potuto succedere, che fatti concreti. Allora si può raccontare dell’assetto e del modo in cui la squadra ha affrontato l’incontro: però si potrebbe tranquillamente fare il copia incolla della partita precedente.
Allora parliamo dell’arbitro: ecco questo è diventato l’argomento principe di tutte le domeniche dalla Serie A ai dilettanti, è argomento sempre valido per nascondere la polvere sotto il tappeto e focalizzare l’attenzione su episodi, invece di comprendere il perché e come ci si arriva in certe situazioni.
Anche di questa trasferta, quindi possiamo tranquillamente riprendere il racconto della gara precedente perché lo spartito da seguire è sempre quello.
Prima però, due parole su quello che è avvenuto in settimana e cioè sull’ulteriore penalizzazione e il rigetto della richiesta di una riduzione del pesante fardello di punti accumulato. Speravo anzi, ne ero convinto che ci sarebbe stata una riduzione della penalizzazione, purtroppo non avevo fatto i conti con la caparbietà e il rigore che in genere si riserva ai deboli, in questa strana Società odierna. Il mio pensiero è pari pari a quello dell’Avv.Biagio Terrano, presidente del Panathon Club Trieste, del quale condivido appieno le considerazioni: è un obbrobio giuridico. Lasciamo allora perdere questa vicenda perché la ferita è aperta, sanguina e fa ancora male, oggi si deve  parlare della partita che abbiamo visto in Tv.
E’ stata la solita gara di una buona Triestina che ha dato l’impressione di dominare l’avversario, il quale buono buono se n’è rimasto rintanato nella sua metàcampo accettando la superiorità evidente degli alabardati e cercando con le poche armi a sua disposizione, di far paura con qualche ripartenza molto aleatoria.                                                                      Non si può perdere una partita del genere! Sono d’accordo con chi vede tutto nero: hai fatto troppo poco per vincere. Sono d’accordo con chi vede tutto roseo: se giochiamo sempre così quando ci sbloccheremo sarà tutto diverso. Sono d’accordo altresì con chi vede nell’arbitro il protagonista principale, il promotore del risultato: mi hanno insegnato che il direttore di gara bravo è quello che è trasparente, quello che alla fine non sai giudicare se sia stato bravo o meno perché non te ne sei accorto. I nostri arbitri sono invece pesanti e fanno rumore. Però sarebbe troppo semplice e da tifosetti addossare tutto sulle spalle del signore che occasionalmente hanno mandato a dirigere la gara, poveretto è un incapace come tanti... troppi e quindi sbaglia, ma le colpe del risultato purtroppo, bisogna addossarle alla condotta della squadra che la sconfitta se l’è andata a cercare con il lumicino.                                                  Non si può perdere una partita del genere! La Triestina ha dominato. Ora immagino già le voci delle Cassandre sempre attive nella nostra città che ci fanno sopra i risolini, con commenti da bar dello sport del lunedì.
La Triestina ha fatto la partita calpestando per il 75% del tempo, la metà campo avversaria, purtroppo e qui cominciano le dolenti note, tutta questa padronanza di gioco non ha prodotto non dico un gol, ma nemmeno una occasione limpida su cui recriminare e appigliarsi.
E qui veniamo alla cronaca spicciola: 14’ Faggioli decentrato tira a rete, il portiere mette in angolo. 25’ gran botta dalla distanza di Jonsson che sfiora il palo. 34’ cross di D’Amore e Ionita in tuffo di testa impegna Consiglio: era un’occasione. 37’ tiro raso il palo di Castelli pericoloso. 50’ i veneti sfiorano una clamorosa autorete. 55’ bordata centrale di Agosti da 35 metri respinta da Matosevic. 76’ il rigore. Fine.
Durante tutti i minuti non compresi in queste fasi salienti, il pallone ce l’aveva la Triestina che macinava gioco, ma troppo lentamente, troppo orizzontale, nessuno che aumentava il ritmo strappando e purtroppo abbiamo giocatori con queste caratteristiche, nessuno che abbia lo strappo in velocità e verticale. Ricordo un solo pallone in verticale di Crnigoj per Faggioli che è stato fermato dal portiere in uscita a terra, ma ci avrebbe pensato comunque l’arbitro a stoppare l’iniziativa.
Troppo poco ha fatto la Triestina per vincere, che è l’unico antidoto per recuperare punti, in un campionato molto equilibrato, in basso ovviamente, dove tutti si spartiscono la posta e nessuno fa balzi in avanti: la pareggite degli avversari consente il recupero solo se fai filotto di vittorie e purtroppo la nostra squadra manca di materia prima per poterlo fare.
Si gioca con il terrore che se prendi un gol per te è finita, si potrebbe sperare in un po’ di buona sorte, che invece in questo inizio di stagione ci ha letteralmente voltato le spalle, facciamo cronaca non vittimismo, ad oggi in una ventina (ma son di più) di richieste di FVS, non una ci è stata favorevole. Poi partite che come questa di Fontanafredda dove il pareggio sembra stampato e scolpito sulla roccia, finiscono per condannarti per un episodio come quello di ieri sera e allora oltre alle tue mancanze strutturali intrinseche, possiamo dire che ci sta anche una piccola componente di malasorte.
Concludo analizzando dettagliatamente l’episodio che ha deciso la gara, come tutti i bravi commentatori Tv, che oramai si focalizzano solo su quello; a proposito ho apprezzato tantissimo le parole di Christian Chivu, si vede che non è italiano, ma io sono italiano. 74’ D’Amore ha il pallone vicino la bandierina, tergiversa si gira e rigira e Saccani lo beffa e glielo soffia entrando in area affrontato da Anzolin. Qui Saccani opera un abile sterzata e supera sulla linea di fondo il difensore che istintivamente in corsa allunga la mano toccando il braccio dell’attaccante, che nel frattempo si è allungato il pallone perdendone il controllo e che diventa preda di Jonsson che libera. Che deve fare il bravo attaccante in questi casi: rotolarsi a terra tenendosi la faccia, così attira l’attenzione del Var e dell’arbitro, perché se prosegue l’azione nessuno lo calcola di striscio e il bravo commentatore Tv afferma con sicurezza: non è nemmeno caduto! Ha voglia il designatore degli arbitri a parlare di rigorini (vorrei sapere cosa significa o è rigore o non lo è), di tocco lieve, dove poi uno dice come ieri sera: e ma il tocco c’è, mentre l’altro risponde sì ma è lieve. Si parla di accentuare l’impatto, quando poi si vede che altrimenti non vieni preso in considerazione e sono proprio gli arbitri con le loro decisioni a provocare e alimentare tutto ciò. Ebbene il bravo Davide Gambino di Alessandria (da tenere a mente questo nome), sempre scientifico ieri sera nei suoi fischi, ha deciso inflessibilmente per il rigore. Si era al 75’ e 12”; è stato richiamato alla Fvs da Tesser, ha rivisto quello che abbiamo visto noi tutti, ma non ha cambiato idea. Clemenza ha realizzato e il gioco è ripreso esattamente al 79’ e 53”. Dico questo perché il bravo e diligente arbitro, ha poi concesso ben 4’ di recupero, nonostante i sei slot per cambi anche multipli, utilizzati nella ripresa. Intendiamoci, la Triestina non avrebbe pareggiato nemmeno giocando fino a mezzanotte, ma non è questo il discorso di fondo. Non si può perdere una partita del genere! Forza Triestina, rialziamo la testa.    

BRUNO GASPERUTTI

Parole chiave: Trieste
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