Triestina-Brescia il giorno dopo, Gasperutti: "Buon calcio per l'Unione ma assenze pesanti"
Ancora una sconfitta di misura ma questa volta casalinga per la Triestina, al cospetto del forte Brescia.
Anche questa è una sconfitta amara per una squadra oltre alle disgrazie che le sono piombate addosso, ma che bisogna dire se le è andate a cercare con il lumicino, ha sempre una gran bella dose di malasorte che l’accompagna. Tesser non è riuscito ad invertire questa tendenza, eppure la squadra gioca sempre un buon calcio, tiene testa a chiunque senza mostrare cedimenti, ma poi c’è sempre qualcosa che va storto: fattori occasionali, un rimpallo, un errore come capita nelle migliori famiglie, una decisione errata del direttore di gara, una FVS decisamente maligna con noi.
Anche la gara disputata all’ora del pranzo domenicale ha rispecchiato questa routine in tutti i suoi elementi e una partita il cui risultato più equo sarebbe stato quello della divisione della posta, ha preso la via della val Trompia. Non ha rubato nulla intendiamoci, la forte squadra sorta quest’estate dalla fusione tra la Feralpi Salò e il Brescia, le rondinelle il successo l’hanno cercato, venendone alla fine premiate per la gioia dei loro mille tifosi al seguito.
Però la partita osservata dal punto di vista alabardato, lascia tanto amaro in bocca e si presta a recriminazioni. Non è bello appigliarsi sempre e comunque all’arbitraggio, è consuetudine tipica dei perdenti, di coloro che non vedono oltre il loro naso e che per giustificare le loro mancanze, si appellano alla motivazione più semplice per interpretare una sconfitta. I nostri arbitri sono scadenti, sono scadenti in serie A, come lo sono ovviamente in serie C, a mio avviso sono preparati tecnicamente male e quello che è uno sport dove il migliore dovrebbe quasi sempre prevalere, si trasforma troppo spesso in un confronto dove l’imprevedibilità o un fattore aleatorio o una interpretazione, indirizza una partita in maniera troppo decisiva. Il bravo arbitro alla fine è quello di cui non ti accorgi; deve essere trasparente! Dopo 15’ avevo segnato sul mio taccuino: attenzione all’arbitro: un normalissimo contrasto a centrocampo su un pallone conteso, aveva visto Jonsson anticipare l’avversario, che poi si è visto rotolare fulminato e dolorante al suolo. Rivista l’immagine si è potuto osservare che nella strusciata con cui l’alabardato si era allungato per anticipare l’avversario, aveva pestato la punta del piede del bresciano, anche lui in allungo. Quanto di più occasionale e normale che avviene in uno sport di contatto, se si gioca al pallone. Faccio una piccola chiosa: ho giocato per tanti anni con le unghie dei piedi nere, per dei pestoni occasionali, succede, ma non ricordo una volta che il mio avversario sia stato ammonito. Oggi invece è il fallo più punito, sul quale gli arbitri sono intransigenti e inflessibili e i giocatori che fessi non sono, lo sanno. In area di rigore vedrai punito sempre il pestone e mai l’abbraccio, la cravatta, lo spintone, ma la colpa è anche nostra perché avalliamo la narrazione fasulla e di parte: si trattengono tutti e due, oppure la spinta è leggera.
Ho deragliato troppo anch’io nel raccontare la partita, che è stata piacevole, ben giocata e molto equilibrata, pur riconoscendo agli azzurri ospiti una certa superiorità, che magari fin sulla trequarti del campo era controbilanciata dagli alabardati, ma che la velocità e la verticalità negli affondi faceva pendere a loro favore.
Il Brescia è partito in tutti e due i tempi lancia in resta per sbloccare la partita e indirizzarla a suo favore, ma la Triestina ha retto bene ai primi assalti furiosi e via via si è sciolta, ribattendo bravamente alle iniziative ospiti: alla fine ho contato più opportunità per gli alabardati che per le rondinelle.
Ha fatto una buonissima partita l’Unione, anche vista la forza dell’avversario e alla fine le occasioni si sono bilanciate, anzi, probabilmente dati alla mano, qualcosa in più gli alabardati lo hanno anche prodotto, ma il risultato è stato spietato. Il gol subito è di quelli che non si possono prendere, è di quelli che fanno imbestialire un allenatore, perché è schedato nel manuale del bravo mister come cosa che non si deve fare. 60’ la Triestina sta attaccando, un tiro di Crnigoj è stato parato con uno splendido intervento in volo da Gori, ma gli alabardati insistono, Gunduz parte in progressione e viene steso al limite dell’area. La punizione di Ionita è respinta dalla barriera, il pallone viene rimesso in area ma è ancora respinto e perviene ad Anzolin che lo controlla, ma ha la cattiva idea di partire palla al piede perdendo il contrasto con l’avversario che riparte in contropiede in chiara superiorità numerica, con la Triestina sbilanciata. Come consuetudine è l’1 a 0 decisivo, è il quarto e non è un caso: Alcione, Cittadella, Dolomiti, Brescia; se prendiamo gol difficilmente recuperiamo, tutte sconfitte arrivate con partite sotto controllo, con la squadra mai in affanno. Per una formazione che è partita con un fardello di 23 punti da recuperare è un peccato mortale e ad oggi la situazione è molto grave e non è una questione di allenatore o altro, ma di struttura che volenti o nolenti è carente in certi settori, dove le assenze pesano e tanto.
Da perdenti ultimi in classifica possiamo anche recriminare per la sfortuna e lo facciamo con un sorriso amaro sulle labbra. Ieri la partita è iniziata con 15’ di ritardo perché la Fvs non funzionava… per fortuna ha ripreso a funzionare in tempo, per annullare il gol di Faggioli concesso dall’arbitro, per un fallo di mano impercettibile, con l'avversario che da 30 centimentri gli ha scagliato il pallone addosso, ma penso giustificato e per non concedere un rigore alla fine, che a mio avviso non c’era, ma che è pari pari al rigore che ci ha condannati domenica scorsa a Fontanafredda contro le Dolomiti Bellunesi.
Ultima chiosa sulle dimissioni del presidente Tom Zelenovic. Non è una notizia che mi emozioni particolarmente, non so perché siano avvenute, si potrebbero fare mille supposizioni, ma sarebbero solo illazioni: succede; ma il problema è perché succede qui da noi ora, in un ambiente ancora in ebollizione che ha bisogno solo di chiarezza, di certezze, di normalità, di serenità. Coraggio non gettiamo benzina sul fuoco che non ce n’è bisogno, fino a quando non saremo condannati, ribelliamoci alla sorte avversa, forza ragazzi, forza Tesser, Forza Unione.
BRUNO GASPERUTTI



