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Iniziative culturali del Comune di Trieste in occasione del 70° anniversario del ritorno di Trieste all'Italia

“Il settantesimo anniversario del ritorno di Trieste all'Italia è occasione per una riflessione sulla storia e sulla fisionomia socio-culturale della nostra Città. Un'occasione che il Comune di Trieste coglie” – ha sottolineato l’Assessor alle politiche della cultura e del turismo, Giorgio Rossi, in occasione della conferenza stampa di pres...
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“Il settantesimo anniversario del ritorno di Trieste all'Italia è occasione per una riflessione sulla storia e sulla fisionomia socio-culturale della nostra Città. Un'occasione che il Comune di Trieste coglie” – ha sottolineato l’Assessor alle politiche della cultura e del turismo, Giorgio Rossi, in occasione della conferenza stampa di presentazione delle iniziative dal motto “Vola Colomba” –  “con un articolato programma di eventi, realizzati con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (rappresentata dal Consigliere Claudio Giacomelli), tra le quali spicca un percorso espositivo frutto dell'appassionato lavoro di chi quotidianamente opera all'interno delle strutture e delle collezioni dei Civici Musei”.

Due sono le mostre prodotte in questa circostanza dai Musei Storici, progettate in una prospettiva di logica consequenzialità, che rimarranno aperte fino a domenica 8 dicembre.
Cronache triestine 1945_1954, al Museo della Guerra per la Pace “Diego de Henriquez”, curata dalla Responsabile del Museo Antonella Cosenzi, offre un precorso 'tagliato' sulla specificità della collezione conservata negli ambienti dell’ex Caserma “Duca delle Puglie”.
Lunario Triestino 1953_1954, nella Sala “Attilio Selva” di Palazzo Gopcevich, scandisce i quindici mesi compresi tra ottobre 1953 e dicembre 1954 attraverso il materiale iconografico conservato dalla Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, la cui Responsabile Claudia Colecchia ha curato la mostra.

Accanto alle due mostre, viene proposto un articolato calendario di incontri di approfondimento nella Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich (tutti i mercoledì, dal 9 ottobre al 4 dicembre, con inizio alle 17.30), ai quali si integrano gli eventi nella ricorrenza del 26 ottobre (il cui programma dettagliato sarà presentato a breve) e la riproposizione a leggìo del testo teatrale di Pierluigi Sabatti “Vola Colomba”, in scena al Teatro Bobbio mercoledì 30 ottobre, con Ariella Reggio e gli attori del Teatro Stabile La Contrada.
, la visita guidata alla mostra al Civico Museo Diego de Henriquez, domenica 6 ottobre, ore 11:00, con ingresso gratuito, fino a esaurimento posti.

Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti il Presidente del Consiglio Comunale Francesco Panteca, il Responsabile dei Musei Storici e coordinatore delle iniziative Stefano Bianchi, le curatrici delle due mostre, la Presidente della Contrada Livia Amabilino e lo scrittore Pierluigi Sabatti. Presenti anche Novella Bessi, immortalata il 26 ottobre 1954 dal fotografo Adriano de Rota, mentre sventola il tricolore da un tetto per salutare i soldati italiani (immagine caratterizzante tutta la rassegna “Vola Colomba” e il fotografo Ugo Borsatti, dal cui archivio (Giornalfoto) sono state scelte molti scatti esposti al Gopcevich.
 

Cronache triestine 1945_1954


Al Museo della Guerra per la Pace Diego de Henriquez, la mostra Cronache triestine 1945-54 propone una cronistoria narrata attraverso varie classi di materiali: scene di vita politica, ma anche quotidiana, si alternano nella rassegna di quegli eventi che portarono Trieste all’atteso ritorno all’Italia. Il viaggio all’interno del percorso espositivo offre al visitatore gli strumenti per meglio comprendere le complessità e le difficoltà che contraddistinsero il decennio ’45-’54 nella città di Trieste.

La Sala mostre del Museo della Guerra per la Pace Diego de Henriquez è dunque teatro della disamina di alcuni aspetti significativi di uno dei decenni più articolati e multiformi della storia di Trieste e della Venezia Giulia. Il fil rouge è costituito da un’analisi della situazione politico-amministrativa gestita in tale arco di tempo dal Governo Militare Alleato e dalle forze di polizia da esso impiegate sul territorio, lasciando, però, ampio spazio anche ad argomenti di carattere sociale come la Sezione Lavoro Aiuto Disoccupati (SE.L.A.D.) e alle due edizioni del Festival Nazionale dei Ragazzi –anni 1951 e 1953– volute dal sindaco Gianni Bartoli quali occasioni di dibattito sui problemi pedagogici relativi alla gioventù italiana del secondo dopoguerra e per catalizzare l’attenzione di tutta l’Italia sulla questione di Trieste.

Uno spazio particolare viene riservato al periodo clou di quegli anni, quello tra fine ottobre e inizio novembre 1954, segnato dall’entusiasmo delle manifestazioni di folla per la “seconda redenzione” della città. La mostra induce a riflettere su una libertà riconquistata anche grazie al sacrificio di chi, in difesa dell’italianità, rimase vittima dei tragici eventi di inizio novembre 1953. Questi ultimi raccontati anche dalla “penna” del meticoloso collezionista triestino Diego de Henriquez, che fu testimone diretto –e attivo– di una delle pagine più drammatiche della nostra storia. Viene restituita la centralità del ruolo di de Henriquez in quegli anni così complicati: i suoi scritti raccontano come fosse ben inserito nella vita cittadina e nel substrato politico ed economico di Trieste e come venisse tenuto in alta considerazione dalle autorità locali e alleate le quali riponevano in lui la massima fiducia confidandogli, non di rado, notizie in anteprima.

Alla sua collezione sono riconducibili tutti i materiali in esposizione –divise, distintivi, copricapo, attrezzi da lavoro, quadri, modellini e tabelle– mentre la documentazione, anche fotografica, e i manoscritti provenienti dall’archivio Henriquez sono integrati da testimonianze appartenenti a fondi del Civico Museo di Storia Patria, come quello del Festival Nazionale dei Ragazzi.

Completa la mostra l’interessante album fotografico in prestito dalla Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte dedicato ai lavori svolti a partire dal 1947 dalla Divisione Lavori in Economia, poi SE.L.A.D., nel cui ambito trovarono occupazione le molte persone che erano rimaste senza lavoro alla fine della guerra. Ufficialmente cessò di esistere attorno al 1960 anche se in realtà sospese l’attività nel 1954, alla fine dell’amministrazione anglo-americana.Orario di visita:
fino al 13 ottobre: tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00, sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.00, martedì chiuso

dal 14 ottobre: lunedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 17.00, mercoledì: 10.00 -19.00, martedì chiuso.

Lunario triestino 1953-54

Nella Sala Attilio Selva di Palazzo Gopcevich, con Lunario triestino 1953-54 la Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte presenta un lunario fotografico scandito in quindici mesi. Il diario visivo documenta, con ricercata densità informativa, i tragici giorni del novembre 1953 fino all’effervescenza connessa al ritorno all’Italia dell’ottobre 1954.

L’esposizione in Sala Selva presenta circa trecento fotografie arricchite da alcuni oggetti iconici tra cui la FIAT Topolino, la Lambretta, la radio Geloso, il vinile originale di Vola Colomba, giocattoli, macchine fotografiche, documenti e riviste d’epoca. Un’accurata ricognizione dei fondi dei fotografi Ugo Borsatti, Adriano de Rota, Livio Amstici, Gianni Anzalone, dell’agenzia fotografica Giornalfoto, dell’archivio fotografico comunale e dell’archivio donato dalla famiglia del Sindaco Gianni Bartoli, tutti conservati in Fototeca, incrociata con l’analisi di altre fonti documentali e bibliografiche coeve, consente una sorta di rendicontazione che mira a illustrare i grandi e piccoli eventi occorsi.

Nel 1953 e nel 1954 la questione di Trieste è molto presente nella stampa nazionale e internazionale: i fotografi, non solo triestini, rivestono un ruolo significativo nel raccontare la città per immagini con inedita incisività. I rotocalchi, grazie allo sviluppo dell’informazione nel Dopoguerra, danno conto del rovesciamento del rapporto tra testo e immagine, privilegiando la vocazione educativa della fotografia orientata alla costruzione di un’identità collettiva. I reportage, le fotocronache prediligono le immagini accompagnate da didascalie e brevi articoli a cui viene lasciato un ruolo del tutto sussidiario.

Alle foto iconiche si affiancano quelle inedite o meno note che descrivono in bianco e nero la povertà e l’opulenza, il dramma dell’esodo e gli eventi culturali, sportivi o mondani, gli scontri e le manifestazioni patriottiche: contrasti tra mondi lontani e conflittuali che richiamano l’humus neorealista.

Sono immagini evocative quelle depositate negli archivi che hanno il pregio di mettere in evidenza storie, fatti, oggetti, opere, autori, personalità, relazioni in alcuni casi sconosciuti o inesplorati.


Orario di visita:
da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 17.00, lunedì chiuso.


“Vola Colomba” di Pierluigi Sabatti

Anche il testo teatrale “Vola Colomba” di Pierluigi Sabatti, tratto dal romanzo autobiografico “Un ottobre a Trieste” edito da MGS Press (2004), prende a prestito il titolo della canzone con cui Nilla Pizzi vinse il Festival di Sanremo nel 1952. Le vicende narrate nel libro e riportate sulla scena a leggìo in un nuovo adattamento teatrale, nella riduzione e per la regia di Elke Burul, ruotano attorno alla storica giornata del 26 ottobre 1954, rivissuta dal protagonista ormai adulto, in un gioco di flash back e continui rimandi fra passato e presente. Accanto ad Ariella Reggio, in scena al Teatro Bobbio mercoledì 30 ottobre alle 20.30 (ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili) ci saranno gli attori Marzia Postogna, Adriano Giraldi, Maurizio Repetto, Elke Burul e Giacomo Segulia.

Parole chiave: Trieste