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Teatro Verdi di Trieste: giovedì 9 maggio 2024 omaggio a Lelio Luttazzi

Il Teatro Verdi di Trieste con la Fondazione Lelio Luttazzi e il sostegno della Regione FVG, omaggia a 101 anni dalla nascita il genio eclettico del triestino Lelio Luttazzi, jazzista, direttore d’orchestra, compositore, attore, autore, insomma artista completo in musica ed in parola, con un concerto in parte sinfonico, in cui si contestualizza ...
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Il Teatro Verdi di Trieste con la Fondazione Lelio Luttazzi e il sostegno della Regione FVG, omaggia a 101 anni dalla nascita il genio eclettico del triestino Lelio Luttazzi, jazzista, direttore d’orchestra, compositore, attore, autore, insomma artista completo in musica ed in parola, con un concerto in parte sinfonico, in cui si contestualizza il milieu musicale del grande Lelio grazie a musiche di Gershwin e Bernstein, in parte dedicato al piano solo di Danilo Rea, tra i massimi jazzisti italiani di oggi

 

La vita di Lelio Luttazzi è oggettivamente un romanzo, ma soprattutto un romanzo triestino: nato in città ma trasferitosi con la madre a Prosecco dopo la precoce morte del padre, Luttazzi vive l’infanzia in un contesto totalmente sloveno raccontando di essere stato l’unico bambino italiano nella sua classe delle elementari e proprio dal parroco sloveno apprende le basi del pianoforte, poi suo strumento di riferimento per tutta la vivacissima e fortunatissima carriera. Allievo del Liceo Petrarca di Trieste, dove stringe amicizia col nipote di Italo Svevo, poi per pochi esami studente di Giurisprudenza sempre in città, inizia a suonare il pianoforte a Radio Trieste, quindi dirige l’orchestra al Teatro Politeama per l’allora celebre cantante Bonino che rimane così colpito dal folgorante talento del giovane che gli chiede di scrivergli una canzone: Giovanotto Matto, incisa subito da Bonino, fu un grande successo all’insaputa di Luttazzi, che solo dopo la guerra riceve i proventi SIAE del suo lavoro e grazie a questi si trasferisce a Milano dove inizia davvero quella straordinaria carriera che lo vide protagonista della rinascita artistica italiana dopo gli anni bui della guerra, dal teatro alla radio, televisione, cinema, sia come musicista, ma anche come attore ed autore. 

Una storia profondamente cittadina, che si inserisce perfettamente nel nuovo corso del teatro di riportare in città le memorie del territorio, ora con Luttazzi, a giugno con Porta Divisoria di Giorgio Strehler.

La prima parte vedrà il solido violista e direttore d’orchestra di lunga e felice carriera Piero Mianiti dirigere l’orchestra del Verdi sulle Danze Sinfoniche di Bernstein da West Side Story e Un americano a Parigi di Gershwin per introdurre lo spirito musicale dei ruggenti anni postbellici, autentico humus culturale in cui si muoveva da protagonista e mattatore Lelio Luttazzi; quindi nella seconda parte del concerto un piano solo del celebre jazzista italiano Danilo Rea in omaggio al primo amore del grande Lelio, il pianoforte.

Sottolinea il Sovrintendente Giuliano Polo“Abbiamo accolto con gioia l’input della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Lelio Luttazzi  perché riteniamo che il più antico teatro cittadino debba non solo fare divulgazione e portare la grande musica al suo pubblico, ma debba anche cogliere ogni occasione per trovare una via in musica per rinsaldare le radici culturali del nostro territorio, per chi se le ricorda ancora e desidera goderne, ma anche per i giovani che hanno bisogno di sentirsele narrare. Ricordare la vita straordinaria del nostro concittadino Lelio Luttazzi e cercare di evocarne lo spirito in musica sarà un momento bellissimo per tutta la città”

Parole chiave: Trieste