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Celebrato il Giorno del Ricordo 2014 alla Foiba di Basovizza alla presenza del presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Si è svolta questa mattina (10 febbraio), l’annuale cerimonia solenne del Giorno del Ricordo alla Foiba di Basovizza, Monumento Nazionale, sul Carso Triestino, promossa dal Comune di Trieste e dal Comitato per i Martiri delle Foibe, evento centrale di un ampio programma di manifestazioni e iniziative commemorative, culturali e di approfondimento...
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Si è svolta questa mattina (10 febbraio), l’annuale cerimonia solenne del Giorno del Ricordo alla Foiba di Basovizza, Monumento Nazionale, sul Carso Triestino, promossa dal Comune di Trieste e dal Comitato per i Martiri delle Foibe, evento centrale di un ampio programma di manifestazioni e iniziative commemorative, culturali e di approfondimento storico.

 

Erano presenti alla cerimonia il Sindaco Roberto Dipiazza, la Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, il Ministro alla Cultura, Gennaro Sangiuliano, il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, il Ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il Governatore del FVG, Massimiliano Fedriga, il Prefetto di Trieste, Pietro Signoriello, il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, il Vicario Generale della Diocesi di Trieste, Monsignor Trevisini e le maggiori autorità politiche, militari e religiose della Regione Friuli Venezia Giulia.

 

Il Giorno del Ricordo si celebra il 10 febbraio di ogni anno in memoria delle Vittime delle Foibe, dell’Esodo Istriano, Fiumano, Giuliano e Dalmata e delle vicende del confine orientale. Istituito nel 2004, rappresenta un momento di riflessione e silenzio su una delle tragedie del Novecento.

La data prescelta è il giorno in cui, nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnero, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell’Italia.

 

La Foiba di Basovizza - Monumento Nazionale di Trieste rappresenta in Italia il luogo della memoria più rilevante di questa ricorrenza e, come ogni anno, anche quest'anno è stata la sede di una partecipata cerimonia.

 

La Cerimonia solenne, è stata aperta, come di rito, dall'ingresso sulla spianata della Foiba del Gonfalone della Città di Trieste, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare, e del Gonfalone della città di Muggia, decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare, unitamente ai Gonfaloni della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e del Comune di Duino Aurisina, nonché dei Medaglieri Nazionali: dell’Istituto del Nastro Azzurro, dell’Associazione Nazionale Alpini, dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, dell'Associazione Nazionale del Fante.

 

Presenti anche le bandiere e i labari della Lega Nazionale, delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati, dei Liberi comuni di Fiume, Pola e Zara in esilio, della Federazione Grigioverde, e delle Associazioni combattentistiche e d'Arma.

Hanno partecipato alla cerimonia gli studenti dell'Istituto Istruzione Superiore Artistico Classico Professionale di Orvieto, la Scuola Superiore “Hesemberger” di Monza e l'Istituto Superiore “G. Meroni” di Lissone.

 

E’ stata effettuata l’Alzabandiera, a cura del Reggimento Piemonte Cavalleria 2° e dell’Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Trieste ” M.O.V.M. Guido Corsi” a cui è seguita la resa degli onori da parte di un picchetto del Reggimento Piemonte Cavalleria 2°.

Il Capitano di Vascello, Diego Guerin, Vicepresidente del Comitato per i Martiri delle Foibe e della Lega Nazionale, Presidente della Federazione Grigioverde ha letto la motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare concessa alla città di Trieste.

 

Successivamente, sono state deposte le corone al Monumento ai Martiri delle Foibe da parte delle Istituzioni: dalla Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, dal Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, dal Sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza e dal Presidente del Comitato per i Martiri delle Foibe e della Lega Nazionale, Paolo Sardos Albertini, nonché da parte dei rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d'Arma e delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati.

 

Dopo la celebrazione della Santa Messa da parte del Vicario Generale della Diocesi di Trieste, Monsignor Trevisini Don Ettore Malnati ha letto la “Preghiera per gli infoibati”, scritta dall'allora arcivescovo di Trieste e Capodistria mons. Antonio Santin.

 

Sono seguiti gli interventi del Presidente del Comitato per i Martiri delle Foibe e della Lega Nazionale Paolo Sardos Albertini, del Sindaco Roberto Dipiazza, del Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e della Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni.

 

Il Sindaco Roberto Dipiazza ha esordito premettendo che “la retorica della memoria è un esercizio vano se non entriamo nel merito e comprendiamo a fondo quello che in queste terre è accaduto, tra il settembre 1943 ed il febbraio del 1947 ed a guerra finita, per mano dei partigiani comunisti di Tito che hanno lasciato una lunga scia di sangue.”

 

Qui si è consumato l’olocausto delle foibe, dove stati, governi e politici, voltando lo sguardo altrove, sono stati complici delle mire annessionistiche del carnefice maresciallo Tito – ha continuato il Sindaco - . I Trattati di Pace e la ridistribuzione dei confini hanno costretto all’esodo 350 mila italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, braccati dagli assassini comunisti titini e costretti ad abbandonare tutto per salvarsi la vita. Questi nostri connazionali hanno avuto in quegli anni, una Patria matrigna”.

 

Il Sindaco ha sottolineato come sia “nostro dovere ricordare e far conoscere sempre e comunque quanto accaduto per non tradire noi stessi e soprattutto gli esuli fiumani, istriani e dalmati”.

 

Rivolgendosi poi direttamente ai ragazzi presenti alla Cerimonia ha ricordato loro alcune vicende di quel periodo terribile: i 40 giorni di terrore di occupazione di Trieste da parte delle bestie di Tito, la tragica vicenda di Norma Cossetto, una giovane di 24 anni di Santa Domenica di Visinada, violentata e poi gettata in una foiba, l'omicidio di Don Bonifacio, ucciso dai “titini” perché rappresentava un ostacolo alla diffusione dell’ideologia comunista, la strage della spiaggia di Vergarolla dove morirono centinaia di persone, tra cui molti bambini.

 

Per moltissimo tempo si è cercato di negare questi crimini, i testi scolastici non menzionavano questa parte della storia, si è cercato di rimuovere il ricordo di questi crimini – ha continuato il Sindaco -. Il genocidio è figlio del negazionismo, ricordiamocelo sempre. Ma, fortunatamente, la luce della verità è più forte del buio dell’oblio e molte cose sono cambiate nel tempo, molto è stato fatto, si sta facendo soprattutto ora e ancora tanto si dovrà fare”.

 

Il Sindaco ha citato i gesti più significativi del processo di pacificazione e per il riconoscimento di questa tragedia: il 3 novembre del 1991 quando, l'allora Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, si è inginocchiato davanti al monumento nazionale della Foiba di Basovizza, il concerto del 2010 in Piazza Unità dei tre presidenti di Italia con Napolitano, della Slovenia con Turk e della Croazia con Josipevic, o ancora l'incontro del luglio del 2020, quando per la prima volta un leader dell’ex Jugoslavia, il Presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor, mano nella mano, con il nostro Presidente Sergio Mattarella ha reso omaggio alla Foiba ai nostri martiri con una preghiera.

Ma, soprattutto, la risoluzione del 2019 quando il Parlamento Europeo ha equiparato i crimini dei regimi comunisti a quelli del nazismo.

L’Europa tutta ha riconosciuto la tragedia delle foibe e dell’esodo, ha riconosciuto che il comunismo è l’altra faccia dello stesso male”, ha sottolineato Dipiazza.

 

Il Sindaco ha ringraziato la Presidente Meloni ed il suo Governo, per aver dato il via alla creazione di un luogo del Ricordo nella Capitale “una presenza importante e fondamentale per far conoscere ai giovani ed alle future generazioni quanto è successo in queste terre” e per aver realizzato il Treno del Ricordo, un museo itinerante che racconterà questi drammatici fatti.

 

Il sindaco Roberto Dipiazza ha concluso ricordando come “più volte da questo luogo sacro ho chiesto di porre rimedio ad una delle vergogne dello Stato italiano che nel 1969 ha insignito il boia Tito con la più alta onorificenza del nostro Paese di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana. Sempre in questo luogo dove ogni pietra è un lamento, e sempre da Sindaco, con orgoglio e autentica commozione ringrazio a nome della città i parlamentari del centrodestra di questa regione che stanno discutendo e portando avanti nella Commissione affari Costituzionali della Camera una proposta di legge per la revoca di questa alta onorificenza al carnefice Tito”.

 

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso del suo intervento ha ricordato di essere venuta alla Foiba di Basovizza diverse volte per rendere omaggio al Sacrario.

Ritorno qui per assumermi un impegno solenne, fare la mia parte perché venga trasmesso ai nostri figli quel testimone del ricordo che voi con la vostra tenacia, orgoglio e coraggio avete consentito che ci venisse consegnato”, ha detto la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

 

Uno dei padri della nostra nazione, Giuseppe Mazzini, diceva che la patria è la famiglia del cuore. Se è cosi, ed è cosi, allora voi che quella patria avete difeso amato e contribuito a costruire, siete la nostra famiglia”, ha continuato Giorgia Meloni.

 

La Presidente del Consiglio ha poi sottolineato che la giornata di oggi è per ricordare degli innocenti trucidati ma, anche per chiedere perdono a nome delle istituzioni del silenzio colpevole, che per decenni ha avvolto le vicende del confine orientale, e rendere omaggio a tutti gli istriani, giuliani e dalmati che per restare italiani decisero di lasciare tutto, case, beni, terreni per restare con l'unica cosa che i comunisti titini non potevano togliere loro: l'identità.

 

Il fiume carsico del ricordo è emerso in superficie è diventato forte, impetuoso e oggi risplende in tutta la sua bellezza alla luce del sole, una luce che nessun tentativo riduzionista, negazionista o giustificazionista di quella tragedia potrà mai oscurare” .

Una storia tutta italiana che noi vogliamo contribuire a perpetuare nel tempo anche con la nascita del museo nazionale del ricordo un museo che sorgerà a Roma, nella capitale d'Italia, perché questa è una storia che non appartiene a una piccola porzione di confine, o di quel che resta dell'esodo del popolo giuliano dalmata, ma è una storia che appartiene all'Italia intera e l'Italia intera intera deve avere la possibilità e l'occasione di dirvi grazie”, ha concluso Giorgia Meloni.

 

In precedenza, anche quest'anno, si è tenuta la collegata e più breve commemorazione alla Foiba di Monrupino.

 

E' seguita presso il binario 1 della stazione di Trieste Centrale, la cerimonia di inaugurazione del “Treno del Ricordo 2024”, il progetto promosso dal Ministro per lo Sport e i Giovani, in occasione del Giorno del ricordo delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata.

Il Treno del Ricordo è un treno storico, messo a disposizione da Fondazione FS Italiane e appositamente allestito con una mostra multimediale e l'esposizione delle masserizie degli esuli conservate e custodite dall’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata, nel Magazzino 18 di Trieste, che ripercorrerà idealmente il viaggio compiuto dagli esuli istriani, fiumani e dalmati.

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