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A Udine l'Inter fa la storia, 31 gare di fila in gol: il diario della serata

E’ il 10’ del secondo tempo, l’Inter usufruisce di un calcio di rigore allo stadio Friuli di Udine. Alla battuta ci va Hakan Calhanoglu. Il tiro è basso e angolato, il portiere di casa intuisce ma non c’arriva. E’ il gol che fa la storia. E’ il gol del record. Nessuno mai come l’Inter. La formazi...
 |  Redazione sport  |  Calcio

E’ il 10’ del secondo tempo, l’Inter usufruisce di un calcio di rigore allo stadio Friuli di Udine. Alla battuta ci va Hakan Calhanoglu. Il tiro è basso e angolato, il portiere di casa intuisce ma non c’arriva. E’ il gol che fa la storia. E’ il gol del record. Nessuno mai come l’Inter. La formazione nerazzurra infatti ha sempre segnato nelle prime 31 giornate di campionato, almeno una volta a partita.

Era la sfida del lunedi sera in terra friulana, un posticipo da sold-out in fatto di spettatori come facilmente prevedibile. Da una parte i padroni di casa in lotta per la salvezza, dall’altra gli ospiti che stanno volando verso lo scudetto. Quello della seconda stella. Ormai solo una formalità, solo questione di tempo. Un’Inter che dove va si porta dietro un grande seguito di tifosi. Al mondo se ne contano circa 55 milioni, di cui 4 milioni in Italia.

Quasi tre chilometri di rallentamento in uscita autostrada ad un paio d’ore dall’inizio della sfida, il traffico invece fuori dall’impianto non crea problematiche. Dalle auto scendono anche molti triestini e goriziani che non vogliono perdersi l'evento. 

C’è un nutrito schieramento di polizia, solo per obbligo ma non per necessità. Si entra velocemente in stadio dai vari varchi. Personale sempre gentile ed accogliente. Ad una mezz’ora dal fischio d’inizio non si vede praticamente più una sedia libera. La tribuna pullula di personaggi noti, la politica regionale è ricca di esponenti, non poteva mancare il governatore del Friuli Venezia Giulia ossia Massimiliano Fedriga che non ha mai nascosto la sua fede nerazzurra. In tribuna stampa ci sono volti noti della tv tra giornalisti e commentatori tecnici. Per le telecronache dirette, Sky si presenta con Maurizio Compagnoni e Luca Marchegiani, Dazn risponde con la coppia Borghi-Parolo. Ci sono poi anche Rai, Mediaset e non solo. E poi c’è la voce inconfondibile di Radio Rai, colui che è probabilmente considerato il numero uno delle radiocronache: Francesco Repice. Ben rappresentata anche la carta stampa e il web.

Ma mentre chi è lì che si sta preparando a raccontare l’evento, vista anche l’ora serale della sfida in una zona interna dello stadio ci sono due raffinate sale vip: la manager club e la president club. Lì dentro si sta cenando con gli stewards nei pressi che ne controllano accuratamente gli ingressi.

Si avvicinano così le 20.45. Ormai tutti hanno guadagnato i loro posti. L’arbitro Piccinini dà l’inizio alle ostilità. Le due tifoserie incitano i loro beniamini. La curva nerazzurra è rumorosa e sbandierante. La gara scorre via nella prima mezz’ora senza particolari sussulti, il che è naturalmente a vantaggio dell’Udinese che è soltanto due punti sopra la terz’ultima. Un pareggio insomma andrebbe più che bene. Un risultato che magari anche all’Inter non dispiacerebbe anche se in realtà è bramosa di chiudere il discorso scudetto il prima possibile. Con il passare dei minuti i milanesi aumentano il possesso palla, una percentuale che si attesterà stabilmente a quasi l’80 per cento. Ma a sorpresa a passare in vantaggio è l’Udinese con un tiro di Samardzic, l’interista mancato (il suo passaggio all’ombra della Madonnina era già cosa fatta in agosto ma poi sfumato all’ultimo), deviato da un difensore ospite. Al rientro dagli spogliatoi però l’Inter inizia a premere costringendo i friulani sulla difensiva. Leit motive di un’intera ripresa a senso unico. Subito un gol annullato agli ospiti per fuorigioco, poi il già descritto 1-1 di Calhanoglu che vale il record di partite consecutive a bersaglio. L’Inter domina, entra in campo Alexis Sanchez, ex bomber locale, applaudito dai suoi vecchi tifosi. Si arriva così alle battute finali con l’Udinese stremata, con anche qualche acciaccato in campo, che sembra resistere. Ma al quinto dei sette minuti previsti di recupero incassa la rete del ko con un tocco ravvicinato di Frattesi. Gioia irrefrenabile dei nerazzurri. Altra delusione invece per i bianconeri che subiscono ancora gol decisivi negli ultimi respiri delle gare. Era accaduto contro il Milan e in altre occasioni. Punti persi che potrebbero pesare a campionato finito. Al triplice fischio partono i cori dalla curva della “Beneamata”, con i giocatori che ballano a lungo qualche metro più in là, i più gettonati sono “Vinceremo il tricolor” e “la capolista se ne va”. Cori sicuramente condivisi, anche se magari non intonati, dai vari Amadeus, Bonolis, Vasco Rossi, Fiorello, Celentano, Boccelli, Vecchioni. Solo per citarne alcuni di tifosi famosi.

Una curiosità: l'Inter, o Internazionale come da nome ufficiale, nacque da alcune persone che si erano distaccate dal Milan perché la società rossonera voleva solo giocatori italiani. Questa nuova società invece voleva poter inserire anche giocatori stranieri. Da lì il nome. Ebbene in questa sfida di Udine la vera squadra Internazionale era proprio l'Udinese, gli undici titolari e i subentranti infatti erano tutti stranieri. L'Inter invece nei sedici scesi sul terreno ha messo dentro cinque italiani.

MASSIMO UMEK

Parole chiave: Trieste, Gorizia