Skip to main content

Triestina-Renate 1-3, Gasperutti: "Squadra confusa, lenta, timorosa e con una difesa imbarazzante"

La Triestina non c’è più, si è dissolta come neve al sole e ha subito la terza sconfitta consecutiva, senza attenuanti. La partita con il Renate mi ha lasciato veramente sconcertato, ma è possibile che quella bella squadra che mi aveva fatto sognare e che pur con qualche lacuna che reputavo riso...
 |  Redazione sport  |  Serie C
Bruno Gasperutti

La Triestina non c’è più, si è dissolta come neve al sole e ha subito la terza sconfitta consecutiva, senza attenuanti.

La partita con il Renate mi ha lasciato veramente sconcertato, ma è possibile che quella bella squadra che mi aveva fatto sognare e che pur con qualche lacuna che reputavo risolvibile, ritenevo in grado di lottare per il primo posto fino alla fine, sia quella scesa in campo contro il Renate?

Io ho l’abitudine di annotare sul mio notes le impressioni che via via la gara mi fa provare e non mi limito mai a giudicare in base al risultato o agli ultimi 10’. Ebbene sono andato a rileggere quello che avevo appuntato tra alcuni cenni di cronaca spicciola: ottimo inizio della Triestina che gioca palla con velocità e precisione…. finalmente calcia da fuori area…. Lescano non mi convince come punta unica centrale. Tra queste considerazioni, le conclusioni a rete pericolosissime di Redan e di El Azrak con ottime parate del portiere e la splendida rete di Anzolin. Giocava veramente bene la squadra, era sciolta e tutti si muovevano in sincronia, poi….. ecco che al 16’ gli ospiti passano la metàcampo per la prima volta, mettono in mezzo un cross senza troppe velleità ma che mette in grosso affanno la difesa e tra le belle statuine alabardate, spunta la zampata finale di Sorrentino ed è l’1 a 1.

Penso: incidente di percorso; la difesa è sempre quella e non sarà migliorata oggi; ma il Renate è ora in fiducia. La Triestina perde la lucidità, le distanze tra i reparti e tra gli interpreti e invece di continuare a giocare palla a terra come in precedenza, cerca gli attaccanti con palloni alti; gli esterni che, palla a terra sono intraprendenti, vengono sopraffatti, mentre Lescano non la prende mai con il ben strutturato Alcibiade che con i suoi compagni di reparto domina sui palloni alti. La partita ora è decisamente cambiata e la Triestina non avrà più la forza di riprenderla in mano fino alla fine.

Ora voglio invece fare una analisi su un aspetto che a mio avviso è sconcertante, ma che denota chiaramente tutte le difficoltà che la squadra incontra, che fino ad un certo punto del campionato c’era sempre, ma che il gioco e l’intraprendenza della squadra non aveva evidenziato come ora.

Lo voglio fare con dei dati oggettivi che sono cronaca e non opinioni, quindi difficilmente confutabili: 16’ cross dalla sinistra, difesa imbarazzante, tutti fermi piantati a terra, un rimpallo e Sorrentino sottomisura segna. 33’ cross e Currarino al volo alza sopra alla traversa, palla gol. 38’ cross di D’Orsi, tiro al volo di Sorrentino e parata di Matosevic. 55’ cross sul quale arriva Sorrentino sottomisura che anticipa tutti e manca il gol. 63’ cross sul quale ancora Sorrentino di testa anticipa tutti e sfiora il palo, Matosevic non l’avrebbe mai presa. 86’ cross basso dalla sinistra e Paudice anticipa le belle statuine e da due metri segna il 2 a 1. 95’ cross ma direi palla buttata in area perché la partita era finita e tra Anzolin e Matosevic che si guardano, si inserisce incredibilmente Sorrentino, che non è Lautaro o Gerd Muller e di gol in 24 gare ne aveva fatti solo 5, che suggella la sua ottima prestazione, segnando il 3 a 1 finale.

Chi ne ha la possibilità e ha registrato la partita può tranquillamente andarsi a rivedere tutti questi episodi, li ho elencati minuto per minuto e sono state tutte delle palle gol. Con questa Triestina basta buttare il pallone in mezzo e qualcosa succede sempre.

Ora inutile fare tanti discorsi su tattiche, uomini, allenatori, campi di gioco e proprietà, se oggi come oggi, basta buttare il pallone in mezzo per segnare alla Triestina, ma di cosa vogliamo parlare, abbiamo la solidità di una casa di cartapesta che se viene investita da un uragano, crolla miseramente. Poi possiamo anche parlare della squadra e di quant’altro ha detto la partita.

A parte i primi 16’ quando mi era veramente piaciuta, l’ho vista poi molto confusa, senza idee e attanagliata dal timore di sbagliare, che si affidava a qualche iniziativa personale dei suoi uomini di maggior tecnica, come D’Urso, Redan e El Azrak che però sbagliavano troppo perdendo anche loro fiducia. Celeghin e Fofana in mezzo non giocavano più il pallone con lucidità, ma anche perché i loro compagni erano tutti bloccati e aspettavano sempre il pallone da fermi sul piede, non facendo nessun movimento a dettare il passaggio. Pavlev partiva sempre palla al piede, lodevole intraprendenza, ma dalla sua parte D’Orsi imperversava e la maggior parte dei cross, sempre pericolosi, sono poi arrivati dal suo piede.

Poi c’è il caso Lescano che non è più il cecchino infallibile (o quasi) visto in autunno; qualcuno dice che anche negli anni passati andava a periodi, può essere perché i cannonieri vivono di momenti di esaltazione, alternati ad altri in cui non te ne va bene una. Contro i lombardi l’ho visto mancare un gol da zero metri a porta vuota, alzando sopra la traversa dopo una splendida azione El Azrak-Celeghin, l’arbitro ha poi fischiato il fuorigioco, ma resta l’errore. Mia opinione ma posso anche sbagliarmi, è che renda meglio con un compagno accanto e anche in alabardato le sue migliori prestazioni ci sono state quando Redan gli giocava accanto, facendo movimento andando in profondità e creando spazi. Lui non è, tanto per fare un esempio un Granoche o più semplicemente un Mbakogu, che può giocare anche da solo a fare da riferimento avanzato per tutta la squadra, anche con il Renate è sembrato un corpo avulso, soverchiato dai difensori che lo accerchiavano, ma lui non viene mai cercato negli spazi in verticale e viene poco coinvolto nella manovra a terra, anzi i palloni che gli arrivano sono sempre alti e ingiocabili e non mi sembra che siano il metodo migliore per esaltare le sue caratteristiche.

Comunque la Triestina è involuta, ha perso lucidità e brillantezza, corre individualmente non da squadra, la palla gira lenta e prevedibile, il ritmo è blando e vengono sbagliati troppi passaggi. Detto tutto questo, come possiamo pensare di svoltare la stagione, se non ci sarà una completa inversione di rotta, oggi non proprio viste? Forse è stato bravissimo Tesser che ha mascherato per tanto tempo le deficienze della rosa dando l’illusione alla piazza, ma mi ci metto anch’io in prima fila, che pensava di avere una corazzata e invece era semplicemente un cargo?

Ora il compito di Bordin è veramente difficile, come giocatore lo ricordo uno di carattere, duro e concreto, come allenatore confesso di conoscerlo poco, ma spero che le sue caratteristiche di giocatore emergano anche in panchina e riesca a rimettere in rotta, una barca ora in balia del vento.

BRUNO GASPERUTTI  

Parole chiave: Trieste