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Lame in battaglia

Raccontare la storia delle “lame” implica certamente parlare di battaglie, di scontri tra popoli, di vincitori e vinti. Ma significa anche parlare di scambi culturali e conquiste tecnologiche che, nel bene e nel male, possono essere considerati gli antefatti della nostra società. Lama per eccellenza, dai molteplici risvolti simbolici e...
 |  Francesco Tremul  |  Cultura

Raccontare la storia delle “lame” implica certamente parlare di battaglie, di scontri tra popoli, di vincitori e vinti. Ma significa anche parlare di scambi culturali e conquiste tecnologiche che, nel bene e nel male, possono essere considerati gli antefatti della nostra società. Lama per eccellenza, dai molteplici risvolti simbolici e leggendari, è sicuramente la spada la cui storia fonda le sue radici nell’età del rame quando l'utilizzo sistematico ed esteso della metallurgia, caratterizzante questo periodo storico, ha permesso di sostituire i pugnali di selce, che per la natura stessa del materiale non potevano avere grandi dimensioni, con un’arma forse più fragile ma sicuramente più lunga, con tutto ciò che ne consegue da un punto di vista tattico. 

Nei suoi oltre 5000 anni di storia la spada, che nell’immaginario identifica l’arma bianca, ha subito diverse modificazioni sia per adattarsi alle esigenze determinate dalle diverse modalità di combattimento che per vanificare i sistemi di protezione individuali.

L’intento della mostra Lame in battaglia è duplice: da un lato quello di ripercorrere questa lunga storia attraverso la presentazione di 21 armi, riproduzioni di originali, rappresentative di periodi storici che vanno dall’epoca romana al XVI° secolo; dall’altro quello di sottolineare come fogge e dimensioni delle armi non siano casuali o legate a criteri estetici ma riconducibili a specifiche esigenze tattiche e di offesa in battaglia. 

Si tratta esclusivamente di armi bianche, cioè di tutte quelle armi la cui destinazione è l’offesa alla persona e che si usano mediante l’energia e l’abilità dell’uomo. Esse possono provocare ferite per mezzo di punte (come i pugnali), forme contundenti (come mazze e arieti) o lame di metallo (come spade e sciabole). Sono considerate armi bianche sia i meccanismi finalizzati al lancio oggetti bellici (come archi, balestre e catapulte), che quelle inastate munite, cioè, di un manico lungo che, superando normalmente i due metri, consentisse di ingaggiare l’avversario a distanze più lunghe. Anche i sistemi che fungono da difesa da esse (come scudi e armature) sono considerate armi bianche. 

Gli orari della mostra, che si tiene a Monfalcone al Palazzetto Veneto (Via S. Ambrogio 12) fino al 7 novembre, sono: dal lunedì al venerdì dalle ore 14:30 alle 18:30, il sabato e la domenica dalle ore 9:30 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 19:30. Nelle mattinate dei giorni feriali la mostra può essere visitabile, su prenotazione, dalle scolaresche o da gruppi di almeno 10 persone. Il sabato e la domenica alle ore 16:00 ed alle ore 18:00 per un massimo di 15 persone ci sono le visite guidate con dimostrazioni.