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Controlli sui confini: Operazione Abisso 2024

L'attività d'indagine ha visto i suoi prodromi casualmente nell'aprile del 2024 (almeno per quel che concerne l'attività finalizzata alla repressione del fenomeno del favoreggiamento dell'immigrazione clandestina). Il Nucleo di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale di Trieste, avuta notizia da informazione confidenziale che la pista ciclo-pe...
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L'attività d'indagine ha visto i suoi prodromi casualmente nell'aprile del 2024 (almeno per quel che concerne l'attività finalizzata alla repressione del fenomeno del favoreggiamento dell'immigrazione clandestina).

Il Nucleo di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale di Trieste, avuta notizia da informazione confidenziale che la pista ciclo-pedonale Orlek-Trebiciano era utilizzata per l'approvvigionamento di sostanze stupefacenti nella vicina Slovenia, decideva di attuare un servizio di osservazione e controllo.

Le c.d. fototrappole allestite nei punti ritenuti strategici facevano emergere una seconda realtà, ben diversa di quella ipotizzata in esordio. Le prime immagini infatti documentavano l'utilizzo del percorso monitorato - praticamente giornaliero - da circa tre decine di individui, tutti provenienti dalla vicina Slovenia, che confluivano successivamente all'abitato di Trebiciano.

Oltre ai transiti di coloro che successivamente sarebbero stati indicati come camminanti, i dispositivi immortalavano anche il passaggio di diverse autovetture; fatto anomalo trattandosi di un percorso ciclo-pedonale con ristrette deroghe.

Sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia si focalizzava l'attenzione sui due fenomeni, accertando ben presto caratteristiche ricorrenti all'interno delle due dinamiche: per quel che concerne i flussi di persone a piedi, venivano individuate alla testa dei gruppi alcune persone che alla stregua di guide sembravano condurre i vari gruppi verso l'abitato di Trebiciano per poi ritornare in Slovenia; medesima modalità veniva accertata per i veicoli attenzionati, mezzi con targhe di immatricolazione dell'Est Europa, sorpresi in ingresso e in uscita dal territorio nazionale a distanza di qualche ora.

Sulla scorta di tali elementi, all'inizio di maggio, personale in borghese dava attuazione a mirati servizi tradizionali di osservazione, controllo e pedinamento supportati da intercettazioni ambientali autorizzate dalla Direzione Distrettuale Antimafia: trovavano così conferma le ipotesi formulate a suo tempo che i veicoli in transito fossero in realtà utilizzati per il trasporto di migranti.

Nell'arco di circa un mese venivano tratti in arresto 7 individui, tutti cittadini dell'est Europa, sorpresi a trasportare decine di migranti per lo più di provenienza medio orientale, tra i quali anche diversi minori. Nonostante i fermi attuati facessero scemare di molto i transiti inizialmente osservati - anche a riprova dell'adozione di una dinamica delittuosa alternativa all'uso di veicoli -, nei primi giorni di giugno veniva arrestato un cittadino pakistano, sorpreso in ingresso sul territorio italiano alla testa di un gruppo di almeno 16 camminanti di nazionalità nepalese, bengalese e pakistana.

Insieme all'arresto dei responsabili materiali del trasporto/accompagnamento dei migranti, si provvedeva di volta in volta a sequestrare sia i veicoli che i dispositivi radiomobili (cellulari) in uso ai passeur; i cellulari sono attualmente sottoposti ad analisi ai fini dell'accertamento di eventuali altri soggetti coinvolti.

 

Denominatore comune dei migranti era l'espressa volontà di raggiungere paesi del centro-nord Europa (Germania, Francia e Svezia) mentre è stato acclarato che la cifra pagata per il trasporto variava dai 6000 agli 8000 euro a testa.

Seppure con le due descritte modalità accertate, si ha conferma che la rotta che collega paesi quali Pakistan, Afghanistan, Nepal e Siria, e che dopo aver attraversato la Turchia e la Bosnia, raggiunge l'Italia attraverso l'ex confine orientale continua a rappresentare la “porta” privilegiata per i flussi clandestini.

Il nome dell'operazione trae spunto dal nome della cavità carsica Abisso di Trebiciano nei cui pressi i gruppi venivano osservati radunarsi subito dopo il loro ingresso in Territorio Nazionale.

Parole chiave: Trieste