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Mantova-Triestina 2-1, Gasperutti: "Nessuna conoscenza dell'avversaria, tattica suicida dell'Unione"

Il Mantova ha fatto suo quello che, fino a qualche settimana fa, doveva essere lo scontro al vertice per definire la maggior candidata alla promozione in serie B. Penso che tutti gli addetti ai lavori che seguono la C sappiano come gioca il Mantova che sul campo ha fatto vedere tutte le sue qual...
 |  Redazione sport  |  Serie C
Bruno Gasperutti

Il Mantova ha fatto suo quello che, fino a qualche settimana fa, doveva essere lo scontro al vertice per definire la maggior candidata alla promozione in serie B.

Penso che tutti gli addetti ai lavori che seguono la C sappiano come gioca il Mantova che sul campo ha fatto vedere tutte le sue qualità: esce sempre in palleggio grazie alla grande personalità dei due play davanti alla difesa, Burrai e Trimboli, per scatenarsi poi negli spazi creati dopo aver attirato gli avversari, in contropiedi velocissimi con i suoi attaccanti ispirati da un Galuppini che è diventato un trequartista di lusso.

Oltre a questo suo modo di interpretare la partita, il Mantova poi dispone di un’altra arma micidiale: le palle ferme grazie all’abilità di Burrai che, oltre ad essere un ottimo metronomo, ha un piedino con goniometro incorporato.

La Triestina evidentemente di tutto questo non ne era a conoscenza e si è consegnata come vittima sacrificale sull’altare della capolista.

E’ partita in maniera molto spregiudicata fin dallo schieramento iniziale, con D’Urso a fare la mezz’ala accanto a Correia, lasciando a Vallocchia il compito di scorrazzare con più libertà, con Redan e El Azrak larghi, che avevano il compito di aprire la munita difesa virgiliana. Nel contempo qualcuno avrebbe dovuto appoggiare Lescano che era chiuso in una morsa centrale tra i due possenti centrali Brignani e Redolfi e i due play che stringevano su di lui, non permettendogli di ricevere un pallone pulito e infatti così è stato.

Sui lati la Triestina ha trovato spazi, infatti fin dall’inizio soprattutto la catena di destra con Redan, Pavlev e l’aiuto di Vallocchia ha permesso agli alabardati di andare al cross più volte, purtroppo però con una imprecisione che ha fatto sbottare più volte Bordin che si agitava in panchina.

Ben più pericoloso, però, risultava lo spazio concesso al contropiede avversario, che una volta superato grazie all’ottimo palleggio lo sbarramento alabardato, trovava praterie libere in cui scatenare i suoi contropiedisti, tutti in palla, veloci e propositivi.

Nei primi minuti è suonato immediatamente il campanello d’allarme: 2’ Trimboli arriva indisturbato al limite e può tirare a rete senza contrasti, ma alza la mira. La Triestina attacca tenendo palla e sulla destra Redan trova anche spazi, ma non riesce mai ad entrare in area o a liberarsi al tiro, il Mantova invece sembra il ragno che tesse la sua tela e al 9’ quasi dal nulla parte veloce sulla sinistra, cross teso a mezz’altezza di Celesia, in mezzo si vede Moretti annaspare cercando di fermare goffamente con le mani Mensah, che gli sfugge e di testa avvitandosi mette nel sacco.

Il colpo è accusato dalla Triestina che al 12’ è nuovamente sorpresa troppo avanzata, lascia tanto spazio a Galuppini che avanza ed esplode una bordata che Matosevic in tuffo mette in angolo. Sul corner la frittata che in pratica chiude la partita: Brignani indisturbato di testa raddoppia.

Ora penso che anche su Marte sanno che Brignani è micidiale nei colpi di testa, infatti ha già realizzato 6 gol che per un difensore centrale è un bel bottino, credo che disporre una gabbia sulle palle inattive per impedirgli di staccare in libertà, forse era il minimo sindacale.

A questo punto 2 a 0 e tutti a casa verrebbe da dire, ma la Triestina rischia anche di subire la goleada e invece si riassetta e pur subendo sempre troppe ripartenze, perché non scherma davanti alla difesa, fa la partita cercando di rendersi pericolosa.

Sulle fasce come detto si trovano degli spazi e sia Redan che El Azrak sono piuttosto intraprendenti, anche perché il Mantova sembra avere sui lati il suo punto debole, ma al centro Lescano è completamente chiuso e avulso alla manovra, non riesce mai a liberarsi, anzi al 36’ ha una palla ghiotta ma la mette a lato da due passi. L’arbitro fischia il fuorigioco, ma rivisto dobbiamo dire che non c’era proprio e quindi è un gol mancato. Nel finale di tempo abbiamo ancora un tiro centrale di Correia piuttosto debole: la Triestina è tutta qua in questo primo tempo, pur avendo stazionato quasi sempre nella metàcampo avversaria.

Il primo tempo è stato piacevole, veloce e tutto sommato anche ben giocato da tutte e due le squadre, la differenza l’ha fatta l’impostazione tattica: perfetta quella del Mantova, molto maturo e meritevole, un po’ suicida quella della Triestina che non è stata arrendevole, piuttosto molto superficiale.

La ripresa è stata un po’ diversa, sempre sornione il Mantova che ha rallentato oltremodo il gioco tenendo palla al limite della sua area, invitando gli alabardati a farsi avanti, mentre la Triestina un po’ più prudente, era in attesa dell’occasione propizia per riaprire i giochi.

La partita resta bella, ma le occasioni da rete sono minori, la Triestina avrebbe anche l’occasione di andare in gol ma sembra mancare di cattiveria in area e Lescano che è la sua punta di diamante, è sempre troppo solo. Lescano è un ottimo attaccante, vede la porta, però non è il tipico centravanti da lasciar solo in mezzo all’area, a me sembra che abbia bisogno di un partner d’attacco che gli stia vicino, più o meno come era impiegato all’inizio assieme a Redan.

Certo che poi anche gli avversari hanno trovato delle soluzioni per limitarlo e lui ha anche avuto uno scadimento di condizione, ultimamente accentuato dall’infortunio patito con quel intervento killer contro il Padova.

Il gol tutto sommato più che meritato, se non altro per il coraggio e per non aver mai alzato bandiera bianca, la Triestina l’ha trovato all’85’ grazie ad un guizzo in area di Minesso che s’è procurato il rigore, poi parato e convertito in una azione convulsa ma regolare. A questo punto mancavano 5’ + 5’ con il recupero e la partita era tornata in bilico, ma purtroppo non si è più giocato, tra svenimenti, nervosismi vari, interpretazioni arbitrali con comizi e i mantovani, che approfittavano di ogni interruzione per accorrere tutti attorno al direttore di gara a protestare in gruppo, Burrai sempre in testa: sembrava una squadra di Mouriniana memoria. Il risultato è stato che sui 10’ che mancavano, forse si è giocato per 2’.

Certo che non si poteva pretendere di raddrizzare la gara tutto in quel lasso minimo di tempo, ma a mio avviso è stato proprio con quell’atteggiamento che il Mantova ha dimostrato di essere una squadra matura che sa quello che vuole e che ha tutti i mezzi e la malizia necessaria per ottenerlo. Questa è una squadra lanciatissima che gioca bene, è saggia ed equilibrata e merita ampiamente la sua classifica.

Per la Triestina invece, purtroppo bisogna pensare fin d’ora ai play-off e a conservare la terza posizione importantissima che a questo punto non è così solida, viste le vicessitudini degli ultimi tempi.

Un saluto e un ringraziamento a mister Tesser, persona squisita che merita tutto il rispetto meritato nella sua lunga carriera e un buon lavoro a mister Bordin ritornato in Italia dopo qualche annata all’estero, dove ha ottenuto risultati brillanti, che mi auguro sappia confermare in alabardato.              

BRUNO GASPERUTTI

Parole chiave: Trieste