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Triestina-Giana 1-1, Gasperutti: "Atteggiamento rinunciatario. Aiutati da ...San Giusto"

Abbiamo superato la Giana Erminio e il primo passettino è fatto, ma quanta fatica, ma era proprio necessario quell’atteggiamento rinunciatario messo in campo nella ripresa, per comprovare che: il fine giustifica i mezzi? Della Triestina vista in questo primo atto dei play-off non mi è piaciuto q...
 |  Redazione sport  |  Serie C
Bruno Gasperutti

Abbiamo superato la Giana Erminio e il primo passettino è fatto, ma quanta fatica, ma era proprio necessario quell’atteggiamento rinunciatario messo in campo nella ripresa, per comprovare che: il fine giustifica i mezzi?

Della Triestina vista in questo primo atto dei play-off non mi è piaciuto quasi nulla. Salvo il primo tempo perché comunque è stato piacevole, veloce e controllato con buona autorità, la partita era sostanzialmente equilibrata, con una Giana ben messa in campo e molto rapida negli attaccanti, che davano l’impressione di poter essere pericolosi per i loro guizzi felini, l’atletismo e la volontà di cercare l’affondo. Certo che se questi te li porti in casa, possono anche farti male.

La Triestina invece ha scelto la via del controllo, difesa attenta e bloccata, ma in questa prima parte di gara anche una certa rapidità nel ribaltare l’azione, perché Correia ha fatto un primo tempo stratosferico e con Vallocchia era in grado di appoggiare l’attacco.

Poi nella ripresa nonostante l’ingresso di Fofana a supporto, sono molto calati o forse con spazi più ristretti si sono aggrovigliati su sé stessi e la Triestina ha perso lucidità e forza nel proporre qualcosa di valido offensivamente parlando.

Pochissime le occasioni da rete da ambo le parti; le emozioni le hanno lasciate tutte per il finale quando sono saltati tutti gli schemi e si giocava con la preoccupazione e l’angoscia di vedersi sfuggire il traguardo.

Nel primo tempo la Triestina non ha lasciato mezza occasione da gol all’avversario, anche se i guizzi dei due Fall e gli inserimenti di Franzoni lasciavano intendere che potevano essere pericolosi e non facevano dormire sonni tranquilli. Dall’altra parte la Triestina è stata invece molto più pericolosa, andando vicina al gol in almeno tre occasioni, non occasionissime intendiamoci, ma al 5’ un gran passaggio di Vertainen ha messo El Azrak davanti al portiere, poi lui si è un po’ incartato, ma a messo Pavlev in condizioni di tirare pericolosamente. 21’ corner con sponda di Vertainen per Minesso che di testa solo, poteva fare meglio. 25’ percussione di Correia a destra con rasoiata che passa tutta la luce della porta, ma…. possibile che nessuno segua lo sviluppo dell’azione?

Nella ripresa 10’ di tranquillità, poi Bordin cambia. Qui non mi trovo d’accordo con il nuovo assetto e con il messaggio negativo che è stato dato alla squadra, quando non se ne vedevano i presupposti. Sono d’accordo che l’ingresso di Fofana dava più solidità centrale alla fase difensiva, ma togliere il veloce El Azrak e Vertainen che bene o male era entrato nelle uniche azioni pericolose della squadra e che davanti fa sempre da buon riferimento, a mio avviso è stato un errore.

La partita è proseguita senza sussulti, di azioni pericolose poco o niente, ma la sensazione impalpabile che mi attanagliava era che chi avrebbe avuto la fortuna di trovare l’episodio favorevole sbloccando la gara, l’avrebbe vinta e giocando in quella maniera, consegnavi il suo destino nelle mani dell’avversario.

In tutta la ripresa la Triestina non è mai riuscita a ribaltare l’inerzia negativa, solo in una occasione è stata pericolosa, al 73’ quando un lunghissimo cross dalla destra di Germano, trovava Pavlev sul lato opposto, che piedi a terra ha sbagliato grossolanamente un colpo di testa non impossibile. Della Giana, poche avvisaglie, la Triestina controllava…. e basta e il suo atteggiamento passivo lo pagava pesantemente, come logica del calcio vuole: guizzo del Fall buono, fallo in area netto. Var, rigore e game over, partita compromessa.

A questo punto, vista l’impotenza della nostra fase offensiva per me era finita, come avrebbero potuto i nostri eroi riacciuffare la gara e la qualificazione? Ma noi lassù abbiamo un grande santo protettore: San Giusto, che ha trovato l’unica maniera possibile per trovare il gol della domenica: un corner con l’incornata potentissima e precisa di Malomo. Dopo Aquaro qualche anno fa, Malomo all’ultimo respiro e poi non dite che non abbiamo un santo protettore.

Ma poi ecco altre scelte per me incomprensibili che hanno creato ancora più apprensione e ulteriore confusione: entrano dapprima Ballarini e poi Petrasso! Ballarini non ha mai giocato 1’ in questa sua esperienza alabardata, ma è possibile preferirlo a parità di ruolo a Celeghin e D’Urso che hanno tirato la “carretta” tutto l’anno? Non si crea così tensione nello spogliatoio? Poi Petrasso un esterno al posto di Vallocchia… stesso discorso, ma che messaggio mandi alla squadra, in avanti non c’era più nessuno, quindi di ribaltare il fronte neanche a pensarci: barricatevi e preghiamo. Così si arriva al 94’ e alla baraonda creata in area di rigore da un corner, come da logica. Il pallone è entrato, non è entrato, ho rivisto le immagini e non ho sicurezze, ma è andata bene e prendiamoci questa decisione fortunata una volta tanto, ma era necessario ridursi così?????

Ora non fasciamoci la testa che non è il caso, questa edizione della Triestina ha dimostrato che in trasferta sa farsi valere facendo il record di vittorie, non tutto è perduto e tutto può succedere; a me preoccupa l’immiserimento di una rosa che era buono se non buonissimo. Con che stato d’animo si potrebbero recuperare i panchinari che poi sono stati quelli protagonisti principali della cavalcata nel girone ascendente? Questo è il mio dubbio, ora evidentemente ci si affida agli altri; per me tecnicamente e come personalità erano migliori quelli, ma io non conosco le condizioni psicofisiche dei giocatori e non mi permetto di giudicare a priori le scelte, guardo il campo e poi sparo le mie ….. opinioni. Comunque sempre e forza Unione e la negatività tipica della nostra città e i gufi lasciamoceli alle spalle.

BRUNO GASPERUTTI      

Parole chiave: Trieste