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Benevento-Triestina 2-1, Gasperutti: "Qualificazione buttata via all'andata. Piena fiducia nella proprietà"

Peccato, una buona Triestina si arrende nel ritorno del play-off alle doti balistiche del Benevento, che nelle due partite ha trovato tre eurogol a cui non ha saputo replicare che con quattro pali. Le due partite sono state molto equilibrate e tutte e due le squadre avrebbero potuto passare il t...
 |  Redazione sport  |  Serie C
Bruno Gasperutti

Peccato, una buona Triestina si arrende nel ritorno del play-off alle doti balistiche del Benevento, che nelle due partite ha trovato tre eurogol a cui non ha saputo replicare che con quattro pali.

Le due partite sono state molto equilibrate e tutte e due le squadre avrebbero potuto passare il turno, ma il Benevento è stato più bravo, più cinico e anche più fortunato.

La Triestina però il passaggio del turno lo ha buttato via al Rocco, con quel sciagurato secondo tempo, dopo che aveva dominato il primo. Stavolta a Benevento ha fatto la partita che doveva fare, rischiando il giusto, ma purtroppo i campani hanno trovato due gol che non si trovano tutte le domeniche e poi nonostante abbia comandato il gioco, non si è dimostrata sufficientemente incisiva in zona gol.

Ancora una volta ha trovato due pali a frustrare i suoi tentativi, ma non dobbiamo delimitare la sua prestazione in quelle due conclusioni sfortunate, in altre occasioni ha messo in ambasce la difesa sannita, ma è mancato quel guizzo decisivo che i nostri avversari hanno invece avuto.

Tanto rispetto per questo Benevento che è una buona squadra, costruita per salire di categoria, che ha tanti giocatori di ottime qualità a cui faccio un solo appunto: non mi sono piaciuti i risolini in faccia ai nostri giocatori nel finale di gara, conditi “probabilmente” da qualche parolina derisoria.

La Triestina ha fatto una buona partita, ci ha provato andando subito in vantaggio, ma purtroppo due disattenzioni in uscita sfruttate con grande cinismo dai campani, l’hanno quasi subito costretta ad inseguire una qualificazione che col passare del tempo diventava sempre più problematica.

Ad inizio ripresa ancora una buona partenza, ma ecco che il palo ha respinto una conclusione vincente di Redan e nel finale ancora il palo ha frustrato il bel colpo di testa di Vertainen. A conti fatti, dobbiamo recriminare per il secondo tempo di Trieste, quando ci siamo consegnati troppo passivamente nelle mani degli avversari e loro il passaggio del turno lo hanno meritato in quel frangente; per noi invece il rammarico di aver sprecato la grossa occasione.

Bordin per questa partita ha confermato la stessa formazione che a Trieste aveva disputato un ottimo primo tempo, uno dei migliori della stagione e bisogna dire che anche a Benevento, la squadra ha risposto bene.

L’approccio è stato quello più appropriato e già al 3’ Malomo ha trovato il gol di testa, dopo un’ottimo schema su punizione. Altre due successive azioni penetranti degli alabardati, hanno fatto sperare e sognare ma alla prima occasione il Benevento ha punito una leggerezza in uscita degli alabardati e Ciciretti ha pescato l’incrocio dei pali (come Nalini a Trieste) con un arcobaleno incredibile. Ora sia Nalini che Ciciretti sono dei giocatori con ottime qualità e hanno visto dei palcoscenici più prestigiosi, ma che ad ogni tiro debbano pescare il sette da 30 metri, questa forse è anche cattiva sorte. Troppo poco è durato il vantaggio, ma la Triestina ha ripreso a pressare gli avversari a tutto campo non lasciandoli giocare con tranquillità…. ah l’avessero fatto a Trieste! Certo che giocando così aggressivi, rischi qualcosa nelle transizioni; infatti su una palla persa al limite della loro area Simonetti è ripartito palla al piede attraversando il campo, è stato chiuso in area, ma la Triestina riconquistata palla ha cincischiato in uscita rischiando e gli aggressivi sanniti, hanno trovato con una sassata dal limite la rete del vantaggio con Perlingeri.

Da quel momento la Triestina le ha tentate tutte, ma la sua forza penetrativa non è stata sufficiente a scardinare la munita difesa giallorossa, qualche buona opportunità c’è stata, ma è mancato il guizzo decisivo.

La Triestina di questa stagione era una buona squadra e penso che grosso modo ha ottenuto il risultato che era nelle sue possibilità. Il Mantova è stato più brillante, bello da vedere e quasi imbattibile fino a quando ha raggiunto la promozione: ha meritato. Il Padova e il Vicenza le accomuno sullo stesso piano, sono due squadre solidissime alle quali è difficile fare gol, sono le tipiche squadre costruite per arrivare in fondo e in queste gare da dentro o fuori, sono a mio avviso le favorite nei play-off.

La Triestina è stata invece una squadra in embrione, a cui Tesser è stato bravissimo a trovare fin dal primo momento l’assetto giusto. Questo ha comportato una partenza che è stata inaspettata e ha fatto fantasticare i tifosi, ma la squadra non aveva la struttura e la solidità difensiva delle due venete, per esempio. Quando la sua manovra si è inceppata sono venute a galla tante deficienze che erano latenti, a cui non si è posto rimedio a gennaio, perché è stato ritenuto inopportuno e di difficile realizzazione, il raggiungimento di quella promozione diretta che oramai era sfuggita, vista la marcia prepotente del Mantova.

Ognuno ha il suo credo, probabilmente nessuno di noi ha la chiave per spiegare con sicurezza le motivazioni che hanno portato la proprietà a non immettere nuove risorse economiche sul mercato, per ottenere quella promozione che sarebbe dovuta affidarsi alla roulette dei play-off, dove usciva un numero su ventotto. Facciamo mente locale e ritorniamo a metà gennaio quando avrebbero dovuto essere effettuate le opportune correzioni sul mercato. In casa alabardata qualcosa già scricchiolava all’interno della squadra, se Adorante e Finotto se ne volevano andare. Il Mantova alla vigilia dello scontro diretto in trasferta, quando Tesser è stato esonerato, volava e aveva 11 punti di vantaggio sugli alabardati, decisamente troppi per essere recuperati, con un calendario in salita, con Vicenza e Padova da affrontare in trasferta e tutte le partite da giocare in campo “neutro” a Fontanafredda.

Il mercato di gennaio non offre mai delle primizie, ma solo dei rattoppi che possono essere anche a volte interessanti, ma che sono pagati a caro prezzo e dei quali è poi difficile liberarsene. Ricordiamo per esempio i mercati invernali di un paio di stagioni fa di Milanese, con l’arrivo di qualche giocatore piuttosto datato, che entusiasmava la piazza per il nome, ma che poi in campo non si sono rivelati azzeccati: un nome per tutti Lodi. Ultima considerazione: non facciamo dietrologie assurde, la serie C è l’inferno del calcio professionistico italiano, le proprietà spendono tanto per salire e sappiamo quanto sia difficile riuscirci, senza ottenere in cambio visibilità, sponsorizzazioni, diritti tv né mutualità dalle big.

La B è tutt’altra cosa, garantisce tutto questo e il rapporto è di 20 a 1, con un aumento per l’investitore nel nostro caso straniero, del valore dell’asset da lui acquistato che non è proprio secondario.

Ora la stagione è per noi veramente finita, personalmente ho piena fiducia in questa proprietà che è entrata nel nostro mondo immettendo delle risorse importanti e dei progetti ambiziosi. Indubbiamente qualcosa è stato sbagliato nella comunicazione, ma non è passato nemmeno un anno da quando si sono insediati nella nostra città e qualche difficoltà dobbiamo riconoscerlo, l’hanno trovata nei nostri amministratori.

Io voglio aspettare prima di giudicare, penso che per il momento sia ancora prematuro stilare verdetti definitivi; aspettiamo di vedere almeno una stagione priva dei travagli che si son dovuti superare quest’anno e diciamo anche che il buon Ben non è che deve essere necessariamente ritenuto responsabile delle frustrazioni dei tifosi per i fallimenti di progetti passati in anni e anni di promesse.

Aspettiamo, poi giudichiamo, prima sarebbe da masochisti.  

BRUNO GASPERUTTI

Parole chiave: Trieste