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Vini Tacoli Asquini apre anche in via Battisti

di Stefano Cosma  Continua ad arricchirsi l’offerta in città, non solo gastronomica, ma anche nel settore dei vini. È il caso dell’azienda friulana Tacoli Asquini, che dal 1836 produce vini a Bicinicco (Ud). Una tenuta fondata dai conti Asquini, gli stessi che fecero conoscere il Picolit in tutta Europa, ed oggi guidata da Paolo Tacoli, af...
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di Stefano Cosma 

Continua ad arricchirsi l’offerta in città, non solo gastronomica, ma anche nel settore dei vini. È il caso dell’azienda friulana Tacoli Asquini, che dal 1836 produce vini a Bicinicco (Ud). Una tenuta fondata dai conti Asquini, gli stessi che fecero conoscere il Picolit in tutta Europa, ed oggi guidata da Paolo Tacoli, affiancato dal figlio Federico, agronomo, e dalla figlia Paola. È quest’ultima, che vive a Trieste dov'è anche un’apprezzata maestra di golf, ad aver aperto nel 2010 un punto vendita in via Combi e ad aver lanciato un anno fa la linea Il Tasso, assieme alla sommelier Maria Chiou. Sotto questo nuovo marchio aziendale ci sono tre vini di alta gamma: lo spumante “1836”, il Friulano “Alef” e il blend rosso “Omega”. Presentati all’Antico Caffè San Marco lo scorso inverno, erano stati il fulcro di un torneo al Golf di Padriciano nell’estate 2021. Da poco più di un mese Paola ha aperto un nuovo punto vendita, in via Battisti 9/a, nello stesso tratto in cui ci sono storiche eccellenze gastronomiche della città, dal pastificio Mariabologna alla salumeria Sfreddo, per finire con la pescheria e cucina Al Gambero. Un segnale importante per Trieste che ha visto arricchirsi l’offerta enogastronomica nell’ultimo anno e che conferma l’interesse dei consumatori per il prodotto vino: sia fermo che spumante. Inoltre, quest’anno l’edizione autunnale del Gran Premio Noè di Gradisca d’Isonzo sarà dedicata al Friulano, che da 15 anni non può più chiamarsi Tocai, e alle donne nel mondo del vino: un’occasione per Paola Tacoli e Maria Chiou di presentare il loro “Alef”. «L'uva del nostro Tocai friulano, vendemmiata manualmente, viene sottoposta ad un leggero appassimento, poi viene diraspata e lasciata a macerare sulle bucce per un breve periodo. Dopo la pressatura - spiegano - il mosto viene decantato e fatto fermentare a temperatura controllata con lieviti selezionati. Una partita viene fatta fermentare in barrique di rovere per almeno nove mesi, la rimanente parte in vasche di acciaio inox su fecce nobili, quindi vengono assemblate e l’Alef si affina in bottiglia per almeno 2 mesi». 

Parole chiave: Trieste, Gorizia, Isontino