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Caso Monfalcone, dichiarazione del sindaco Anna Maria Cisint

“Il confronto aperto del Comune di Monfalcone, grazie alla fondamentale azione del vice ministro Gava, con il coinvolgimento dei vari ministeri e di Fincantieri ha sicuramente aperto una larga consapevolezza sulla validità delle posizioni che sono alla base delle nostre rivendicazioni.  Le convergenze che si sono condivise al Tavolo per il...
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“Il confronto aperto del Comune di Monfalcone, grazie alla fondamentale azione del vice ministro Gava, con il coinvolgimento dei vari ministeri e di Fincantieri ha sicuramente aperto una larga consapevolezza sulla validità delle posizioni che sono alla base delle nostre rivendicazioni. 

Le convergenze che si sono condivise al Tavolo per il Patto per il Lavoro con le parti sociali e le realtà imprenditoriali, tavolo che si affianca a quello governativo,  sono un risultato molto importante, così come il dibattito che si sta sviluppando fra le forze politiche a livello regionale. Bisogna, in ogni caso, evitare una semplificazione e una banalizzazione delle questioni più rilevanti. Si distingue, come sempre, il consigliere regionale Diego Moretti che per i suoi pregiudizi ideologici, si colloca una volta di più contro gli interessi della comunità cittadina.

Il Progetto che sto portando avanti si basa su tre aspetti fra loro profondamente intrecciati in quanto la loro risoluzione complessiva è condizione pregiudiziale per un nuovo assetto produttivo e una nuova condizione di sostenibilità sociale per la città.  Il primo capitolo riguarda il tema del lavoro e le proposte avanzate dal Comune sono in piena sintonia con quelle espresse dalle realtà sindacali. Riduzione dei subappalti, dignità salariale e contrattuale, continuità dell’impiego per la manodopera esternalizzata e soprattutto qualità e qualificazione delle professioni: servono interventi incisivi efficaci e non più rinviabili. Legato a questo c’è il grande tema dei riflessi che l’arrivo di una incontrollata immigrazione hanno avuto sulle condizioni sociali e civili di Monfalcone, le cui conseguenze hanno superato il limite della sostenibilità da tutti i punti di vista abitativi, assistenziali, scolastici, ma anche culturali: la progressiva islamizzazione cittadina che rifiuta l’integrazione e l’accettazione delle nostre regole sta creando una frattura nelle condizioni di convivenza. Per questo bisogna invertire il sistema di utilizzare in maniera diffusa manodopera proveniente dai paesi più poveri e non disponibile all’integrazione. Infine, il terzo aspetto riguarda le imprese. L’attuale sistema determina non solamente un inaccettabile dumping salariale ma anche produttivo che esclude le aziende e gli artigiani locali dalle forniture dell’indotto. Queste tre questioni sono interconnesse e vanno affrontate assieme: questo è il significato del “Progetto Monfalcone” che ho portato sui tavoli ministeriali.

Il tavolo del patto del lavoro ha largamente condiviso l’impostazione dell’Amministrazione comunale che è stata ora tradotta in un documento sulle cose da fare, che sarà sottoposto alla firma delle parti interessate e su cui si potrà misurare la coerenza tra le enunciazioni e gli impegni reali che ciascuno è chiamato ad assumersi”.

Parole chiave: Monfalcone