Porto Vecchio al via con nuove precisazioni, Zinnanti: "Assessore Bertoli, ci faccia leggere i documenti!"
| Redazione sport | Commento del giorno
Everest Bertoli
Come certamente ricorderanno i nostri più attenti (e fedeli) lettori, ne avevamo parlato giusto una settimana fa ponendo, come ci pareva doveroso, alcune precise domande alla Giunta comunale con l'evidente finalità di fare chiarezza su una delle più rilevanti operazioni di rigenerazione urbana che interesseranno Trieste nei propri decenni.
Se questa è la doverosa premessa, ecco che va sicuramente apprezzato lo sforzo dell'assessore Bertoli nel fornire ulteriori dettagli di contenuto in merito alla proposta, vagliata ed approvata dalla Giunta municipale, della bergamasca Costim che "mette sul piatto" lavori per 600 milioni di euro per la riqualificazione di 31 magazzini, della linea di costa demaniale e dei cinque moli dell'antico scalo.
Dunque, un'operazione ciclopica! Secondo quanto riferito, la destinazione dei magazzini che saranno acquistati, ristrutturati e poi venduti o affittati sarà variegata ed in linea con le previsioni urbanistiche: una parte residenziale, studentati, alloggi per ricercatori, uffici e locali commerciali. Sulla linea di costa la previsione è quella di realizzare una spiaggia pubblica, con centri benessere, piscine, spa e locali dedicati al divertimento. Sui moli, oltre all'indicazione di due marine, Costim prevede di realizzare una centrale di teleriscaldamento e teleraffreddamento, sfruttando l'acqua del mare per produrre energia a servizio dei futuri locali del Porto Vivo. Ora ne sappiamo certamente di più, anche con riferimento all'interconnessione che l'operazione privata dovrà necessariamente avere con le infrastrutturazioni pubbliche in corso di realizzazione nell'area. Restano però non chiariti almeno alcuni dei contorni procedimentali dell'intervento per il quale è stata ormai intrapresa la strada della finanza di progetto.
In base al nuovo Codice degli appalti, una proposta di finanza di progetto per essere approvabile dall'ente pubblico deve contenere un progetto di fattibilità delle opere, una bozza di convenzione che disciplina l'operazione; il piano economico-finanziario asseverato e una descrizione delle caratteristiche dell'intervento.
Nelle dichiarazioni sinora rilasciate da Bertoli fatichiamo a trovare elementi di risposta a tutti questi aspetti. Probabilmente c'è un progetto di fattibilità in quanto la cifra di 600 milioni, a sentire l'assessore ".. non è casuale ma deriva da un'analisi di quadri economici di ogni intervento e valore dei magazzini.." Si, però quanto per lavori e quanto a titolo di acquisto dei magazzini? Nebbia profonda. Anche perchè, se non andiamo errati, era stata fatta a suo tempo una precisa stima del valore dei beni da parte dell'Agenzia del Demanio, che costituisce una soglia sotto la quale non è consentito scendere, come ben dovrebbe sapere il Comune, in base all'esperienza maturata ad esempio con la vicenda della vendita di Palazzo Carciotti, e tenuto anche conto che, secondo quanto convenuto, una quota rilevante del ricavato della vendita va, per legge, dirottata all'Autorità di sistema portuale per finanziare i suoi piani di sviluppo. Quindi la chiarezza su questo aspetto è fondamentale.
Ancora, risulta imprescindibile sia avere contezza del piano-economico finanziario asseverato (quel piano cioè che deve dimostrare come l'investimento del privato trovi il suo ristoro economico e finanziario nei ricavi e nei flussi di cassa generati dall'attività di gestione dell'opera realizzata), sia della convenzione tra privato ed ente pubblico che deve chiarire e dettagliare il ruolo di controllo del soggetto pubblico su tutta l'operazione, con identificazione di precisi e forti poteri di intervento in caso di inadempimento, nel rispetto di tutti gli obblighi assunti dal privato investitore. Su questi due fondamentali elementi poco emerge dalle parole di Bertoli che del piano economico proprio non parla, mentre quanto alla convenzione si sofferma sui poteri di intervento e vigilanza sul rispetto del cronoprogramma: e sul resto??
Aleggia sulla complessa operazione un alone di mistero che ci pare decisamente immotivato. Infatti, se è vero, come dichiarato, che una Commissione (formata da chi?) ha valutato in otto mesi tutte le caratteristiche della proposta "in relazione a congruità, sostenibilità economica e linee guida del Comune", è altrettanto certo che l'approvazione giuntale ne ha dichiarato "la pubblica utilità", facendo cadere quasi tutti i veli di riservatezza che, di prassi, coprono operazioni del genere. Di più. Se, come abbiamo letto, lunedì 12 agosto le Circoscrizioni competenti riceveranno la delibera (e relativi allegati, si suppone) per il rilascio del parere di competenza entro venti giorni dalla ricezione, è evidente come appare incomprensibile l'ulteriore sottolineatura comunale sulla riservatezza del progetto, almeno sino all'indizione del bando (che dovrebbe avvenire entro febbraio 2025!).
C'è di più, se vogliamo riportare un po' di polemica politica. Chi da un lato reclama (a nostro avviso, senza fondamento) riservatezza non può replicare in tal modo al consigliere d'opposizione Russo "Porto Vivo sarà tutto, tranne un'espressione del turismo di massa. Il consigliere fa finta di non sapere che non è così, o ha idee confuse e la ricerca di visibilità gli fa fare continue figure fantozziane. Il mio consiglio è di leggere prima i documenti". Assessore Bertoli: è proprio quello che vorremmo fare anche noi! Ci faccia leggere questi benedetti documenti! Così, magari, ne capiremmo qualcosa di più sul futuro di quest'area strategica per la città.
Mauro Zinnanti
Parole chiave: Primo piano, Trieste