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La "vigilanza" diventa "multiservizi", aumento in busta paga per 62 addetti ai Musei cittadini

 |  Redazione sport  |  Commento del giorno

Ora, come accade molto spesso in casi simili, c’è la corsa a prendersi il merito del positivo risultato raggiunto che, a nostro modesto avviso, va sicuramente condiviso tra una sigla sindacale, ovvero la Fesica-Confsal (che fin dallo scorso gennaio si è fatto carico del problema), e l’opposizione di centro-sinistra  che, per una volta, ha sostenuto compattamente la, sacrosanta, protesta dei lavoratori. Di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando della notizia, peraltro già ampiamente pubblicizzata dalla suddetta sigla sindacale, del nuovo contratto che dal primo luglio sarà usufruito dai 62 addetti ai Musei cittadini con un aumento lordo medio mensile di 420 euro ed una busta paga lorda che cresce dagli “indecorosi” 940 euro a 1.371 euro.  A cosa si deve questo importante risultato?  In buona sostanza e dopo un percorso estremamente accidentato, Comune e Euro & Promos (ovvero la ditta aggiudicataria dell’appalto per il servizio di accoglienza museale), hanno convenuto,  per l’ultimo anno dell’attuale affidamento, il cambio del contratto da applicare che passa da “vigilanza e servizi fiduciari” a “multiservizi” con conseguente modifica della retribuzione oraria lorda che cresce (dal primo luglio e per un anno) da euro 5, 59 a euro 7,93. Fin qui il dato secco e per il quale, naturalmente, siamo orgogliosi e felici. La storia, però, non finisce qui. Come ricorderanno i più attenti lettori, il Meridiano aveva già affrontato l’argomento lo scorso gennaio e già allora avevamo sottolineato una certa “timidezza” della giunta municipale (e per essa dell’assessore alla cultura Rossi) nel risolvere il problema in costanza di contratto, rimandando eventuali modifiche alle clausole contrattuali vigenti o a eventuali pronunce giurisdizionali o nel 2024 in sede di possibile rinnovo del contratto. Cosa è accaduto nel frattempo e che ha fatto modificare alla Giunta il proprio orientamento?  Posto che dalle parti di Palazzo Cheba sono, in generale, piuttosto allergici ad ammettere possibili errori e a cambiare idea, secondo il nostro modesto avviso, qui la svolta è avvenuta per una serie di fattori. Li citiamo in ordine sparso. Innanzitutto, va dato atto alla Fesica-Confsal di essere stata, come dire, sempre sul pezzo, tra scioperi, trattative, incontri /scontri e  pressante richiesta di tavoli a tre con Comune ed Euro & Promos, senza mai dimostrare cedimenti di fronte alla primaria richiesta di condizioni eque e dignitose per un lavoro che la stessa amministrazione comunale non ha mai esitato a definire prezioso e di qualità (soprattutto nell’ottica della riscoperta di Trieste quale meta turistica prediletta da una clientela non solo italiana ma anche estera). Un ruolo importante, come già rilevato , l’ha giocato il fronte compatto del centro-sinistra che con mozioni, interrogazioni ed audizioni ha avuto ”coraggio” nell’appoggiare, senza se e senza ma, la protesta dei lavoratori in piazza. Ma questo non basta a spiegare l’accaduto, anche perché sul tema ricordiamo di aver letto di posizioni estremamente prudenti da parte della struttura burocratica municipale che, a partire dal direttore generale, è sempre stata scettica di fronte alla possibilità di cambiare le condizioni economiche dell’appalto in essere (e su questo aspetto ritorneremo un attimo più avanti). E allora cosa è accaduto per fare cambiare idea a Comune ed Euro & Promos?  Se è vero che a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca (frase celeberrima di un personaggio storico della Prima Repubblica quale Giulio Andreotti), è probabile che abbia proprio ragione il consigliere regionale  del Pd Francesco Russo il quale, premettendo di non credere alla coincidenze, ha affermato “guarda caso la soluzione è stata trovata quando in Consiglio regionale è scoppiato il caso di Sergio Bini, che ha fatto emergere  lo stipendio che l’assessore percepisce dalla stessa Euro&Promos, società da lui fondata”. Il riferimento è allo stipendio da dirigente “non operativo” che la società  elargisce a Bini, pari a 31 mila euro lordi mensili! Ecco forse l’emergere di questa rilevante cifra ha “aiutato” la ditta appaltatrice a trovare una soluzione al problema, visto che, per un anno di incremento stipendiale ai 62 addetti ai civici Musei, l’onere aggiuntivo è di 310 mila euro, di cui solo il 70 % (ovvero 217 mila euro) a carico di Euro & Promos: neanche un anno di stipendio dell’assessore alle attività produttive! Dunque, obiettivo raggiunto che però, stando alle parole dell’assessore cultura Rossi, necessita ancora di una delibera da parte della Giunta municipale che verrà formalizzata al rientro dalle ferie del direttore generale Lorenzut (eccolo, ancora lui). A questo proposito, ci auguriamo proprio di non dover, nei prossimi giorni, assistere a clamorose marce indietro da parte del Comune o a smentite di quanto sin qui convenuto! Vigileremo e riferiremo, come nostro preciso compito, anche perché con la dignità del lavoro non sono ammessi scherzi di sorta!

Emme Zeta

Parole chiave: Trieste