Skip to main content

Galleria di piazza Foraggi riaperta, Emme Zeta: "La salute degli abitanti ringrazia e ora attendiamo con ansia di salire sul tram di Opicina"

 |  Redazione sport  |  Commento del giorno

E una!  Dopo 421 giorni di chiusura, riapre, parzialmente e con tutte le cautele del caso (trattandosi, a tutti gli effetti, di un’area di cantiere) la galleria di piazza Foraggi. Il Sindaco “decisionista” ha, a sua detta, preso in mano la situazione e, sia pure in assenza dei due famosi quadri elettrici (quelli, oramai celeberrimi, di Boccaccio!! nelle parole dello Zupano), la galleria è nuovamente percorribile dalle 21 e 30 di martedì 11 luglio 2023 con una velocità massima di 30 all’ora, ma resta tuttora preclusa a pedoni, ciclisti e monopattini. Un’opera, certamente complessa e delicata che,  al posto degli iniziali 40 giorni contrattualmente previsti, ha visto  la sua conclusione, parziale, dopo più di una anno dalla sua chiusura e dopo infiniti tira e molla tra progetti da rifare, casseri agognati e poi abbandonati, percolazioni insistenti ed, infine, pare vinte: in definitiva, uno spettacolo, indecoroso, che ha “allietato” una bella quota di cittadinanza costretta giornalmente a fare un bel (e malsano) tuffo nel traffico cittadino lungo l’asse Servola, Baiamonti, Campi Elisi San Giacomo e Barriera Vecchia per bypassare il tunnel intercluso. Comunque sia, anche questa “bella” favola pare, finalmente, giunta a conclusione a tutto beneficio della salute degli abitanti delle aree cittadine sopracitate, fermo restando il doveroso accertamento delle responsabilità contrattuali relative ai pesanti ritardi maturati, con conseguente applicazione delle rilevanti penali previste (che, secondo recenti stime, ammonterebbero a circa 700 mila euro su 12,7 milioni di euro di lavori!)

Parlando di salute dei cittadini il pensiero corre subito alla mobilità sostenibile e a quel vero e proprio gioiello di mobilità sostenibile che è il nostro storico e amatissimo tram di Opicina.

Qui il Sindaco, dopo numerose previsioni di riapertura puntualmente smentite dagli eventi, tace da mesi e oramai siamo ad una passo dai sette anni di chiusura da quel disgraziato 16 agosto 2016 giornata in cui, a seguito del famoso scontro tra le autovetture 405 e 404 (con conseguente corredo di processi penali tuttora in corso per accertare le responsabilità dei due conducenti coinvolti), venne disposta la “temporanea” sospensione del servizio. Cosa è accaduto nel frattempo? La vicenda è lunga e complessa, per cui vediamo di riassumerla nei suoi snodi principali grazie al supporto del responsabile unico del procedimento, ing. Luigi Fantini. Va fatta, in prima battuta, una doverosa premessa. Il tram rappresenta quasi un unicum a livello nazionale in quanto per una parte di linea ha caratteristiche tranviarie equiparabili a quelle ferroviarie e per una parte, ovvero il tratto a maggior pendenza, la linea ha le caratteristiche proprie di un impianto funiviario di risalita, con tutte le ulteriori complicazioni del caso. Detto questo è evidente che, trattandosi per di più di un servizio pubblico, il tema della sicurezza assume un carattere di assoluta rilevanza, anche alla luce dei molteplici aggiornamenti normativi via via introdotti a partire da quel mitico e lontano 9 settembre 1902, quando il servizio venne ufficialmente inaugurato. La logica conclusione è che dominus assoluto della situazione è l’organo tecnico del Ministero delle infrastrutture che sovrintende le ferrovie e le tranvie in concessione, ovvero l’ex Ustif ora Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali). Ebbene, dopo un periodo di rapporti estremamente accidentati (per usare un eufemismo, visto che all’epoca vennero interessate anche le aule di giustizia!),  ora pare che le relazioni si siano stabilizzate nell’ottica però, assunta dai tecnici incaricati sin da primi giorni successivi all’incidente, di “approfittare” di quanto accaduto per procedere ad una completa rivisitazione della linea al fine di adeguarne gli standard di sicurezza. Se questa è la logica, ecco i ripetuti interventi sia alle fermate che sui binari (con tanto di ripetuto utilizzo della famosa rincalzatrice), il tutto a seguito di sopralluoghi che Ansfisa oramai da mesi sta eseguendo sulla linea. Secondo le ultime notizie, dovremmo essere, come dire, in dirittura d’arrivo. Sulla base delle parole del Rup, Fantini, Ansfisa  ha dato di recente alcune prescrizioni utili al completamento dell’iter di riattivazione del tram “prescrizioni che non sono impattanti, ma che è necessario completare. Si tratta di un paio di correzioni su alcuni tratti della linea, nella fattispecie un semaforo e un marciapiede”. Se è così che stanno le cose, dovremmo oramai essere prossimi alla riapertura del servizio? Nessuno si azzarda a fare previsioni. Quelle che è certo è che la Trieste Trasporti, attesi i quasi sette anni di “fermo macchina”, ha correttamente avviato una fase di “pre-esercizio”, ossia di circolazione delle vetture a vuoto, per verificare eventuali anomalie del servizio. Con l’occasione, detta società ha avviato anche la formazione del personale al fine di far fare scuola guida ai futuri manovratori e manutentori del tram. Insomma, anche in questo caso, dopo anni di una gestione del cantiere che non è fuori luogo definire deficitaria, pare che, finalmente, tutti i protagonisti della vicenda si siano messi di “buzzo buono” per arrivare al risultato: francamente non sappiamo ancora quando accadrà, ma il giorno della riapertura vedremo proprio di esserci perché al tram siamo fortemente legati sia professionalmente che personalmente e lo riteniamo (nonostante lo scetticismo del nostro Sindaco) una delle principali attrattive turistiche della città che ne aumenterebbe un fascino oggi al centro di tante e rinnovate attenzioni, in particolare per il mondo dell’infanzia. Coraggio tram, attendiamo con ansia il momento di salire, finalmente, in vettura!

Emme Zeta