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Animali e natura dentro a Maggiore e Burlo, Emme Zeta: "La sanità che ci piace ma attente riflessioni sul futuro"

 |  Redazione sport  |  Commento del giorno
Sinceramente, non ne potevamo proprio più di leggere unicamente criticità e notizie negative relative ad un sistema sanitario pubblico sempre più in affanno e che, in molti casi, non riesce a dare all'utenza una risposta tempestiva ed efficace ai propri bisogni di assistenza sanitaria.  Come per incanto, ecco finalmente due belle notizie, due squarci di luce che riguardano da vicino la realtà giuliana e che servono, se non altro, ad ingentilire il nostro approccio di comuni cittadini a realtà ospedaliere vissute sempre come fredde ed inospitali, difficilmente in grado di sollecitare pensieri positivi in una utenza di suo già mal disposta e preoccupata.
 
Di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di due belle iniziative (la prima in rampa di lancio e la seconda già operativa) che, per una singolare coincidenza temporale, sono uscite a poca distanza una dall'altra e vedono come destinatari due delle principali strutture sanitarie triestine, ovvero l'Ospedale Maggiore ed il Burlo Garofolo.
Nel caso del Maggiore, si tratta del recepimento in Asugi del Regolamento che, già vigente negli ospedali dell'isontino (San Polo e San Giovanni di Dio), consentirà l'accesso, in attuazione dei più innovativi indirizzi della pet therapy, degli animali di compagnia nelle strutture ospedaliere  giuliane.  Come mai si parla solo di Ospedale Maggiore? La risposta è semplice: come noto, Cattinara è tuttora un cantiere e quindi non è pensabile che ci siano le condizioni per un agevole inserimento dei nostri amati pet in un'area che già oggi risulta essere di difficile accesso per noi "umani"!  In pratica, che cosa è accaduto? E' successo che il Direttore sanitario di Asugi ha deciso di estendere alle strutture ospedaliere giuliane le stesse regole vigenti negli ospedali isontini dal 2019 e che prevedono, come primo passo, l'individuazione di precisi percorsi accessibili alle bestiole. Accantonato al momento Cattinara, si partirà col Maggiore, dando in breve tempo libertà di accesso innanzitutto ai Cup. Ovviamente, presupposto essenziale del successo dell'iniziativa è il buon senso e l'educazione dei proprietari degli animali da compagnia. Proprio in quest'ottica e tenendo conto che si tratta di strutture sanitarie in cui l'igiene degli ambienti costituisce un presupposto essenziale di tutela nei confronti di persone che si trovano in condizioni di fragilità, è evidente come non si stia parlando di accesso indiscriminato ai nostri amici a quattro zampe, ma di accesso "regolamentato" sulla  base di una apposita procedura. Vediamo da vicino come dovrebbe funzionare da qui a breve. Il paziente interessato dovrà fare richiesta al coordinatore infermieristico del reparto, che verificherà le condizioni della stanza in cui il paziente è ricoverato. Poi chiederà il consenso verbale agli altri pazienti  presenti nella camera, acquisendo le informazioni di base in merito ai documenti dell'animale come, ad esempio, l'iscrizione nell'anagrafe canina o la regolarità delle vaccinazioni. Fatte queste verifiche, il medico del reparto avrà il compito di valutare le condizioni cliniche del soggetto richiedente, accerterà la sussistenza dei requisiti per l'accesso ed infine rilascerà l'autorizzazione. Detta autorizzazione dovrà poi essere esibita dal conduttore dell'animale alla portineria dell'ospedale e avrà una durata di 15 giorni dalla data del rilascio.  Per i cani è in ogni caso previsto l'obbligo di guinzaglio, la museruola ed i sacchetti per le deiezioni al seguito. Mentre gatti e conigli dovranno essere sistemati in appositi trasportini.
In tutta onestà, ci sembrano prescrizioni di assoluto buon senso e la cui applicazione (che pare complicata nel descriverla, ma che crediamo risulterà facilmente praticabile, una volta superata una prima fase di prova) non mancherà di raggiungere l'obiettivo per cui è stata pensata ed ideata: ricreare, anche nell'ambiente ospedaliero, quella grande ed unica armonia "uomo-animale" che dona felicità e fiducia ad entrambi con in più la concreta possibilità di accelerare la guarigione in pazienti in cui il "pieno" di ottimismo può, talvolta, fare davvero miracoli!!
 
Proprio il riferimento ai miracoli, ci fornisce l'opportunità di passare all'altra lodevole iniziativa che è stata di recente presentata al Burlo Garofolo, l'ospedale per bambini che i miracoli li fa da anni e la cui fama è diventata oramai internazionale. La notizia è quella dell'inaugurazione, avvenuta qualche giorno fa, dell'Aula Natura, ovvero di uno spazio all'aperto dove i bambini ricoverati possono imparare a conoscere la natura, con indubbio beneficio non solo per il loro livello di sapere ma anche per la bella esperienza di contatto diretto con la natura in un ambiente come quello ospedaliero. La proposta "Aule Natura"  viene dal Wwf ma è la prima volta che in Italia viene realizzata all'interno di un ospedale pediatrico. In che cosa consiste concretamente? In un'area attrezzata all'interno del giardino del Burlo che si estende per 125 metri quadrati e che comprende uno stagno artificiale e un "giardino" delle farfalle, realizzato con fiori nettarini e piante nutrici. Accanto si trova un ambiente secco con le piante aromatiche e succulente. Vi sono poi alberi da frutto e bulbi impiantati nell'area verde, assieme alle casette per gli insetti, ai nidi e alle mangiatoie per gli uccelli: insomma, un piccolo Eden che, grazie all'ideazione di Romana Kacic Lidén, rappresenta un luogo incantato per i piccoli pazienti del Burlo. Naturalmente, tutta l'area è dotata di pannelli didattici e lavagne ed è accessibile anche ai ragazzi diversamente abili. Da notare che tale iniziativa, come evidenziato dal Direttore generale del Burlo Dorbolò, si pone in continuità con il progetto "La scuola in ospedale" che è attivo già dal 1989 e che consente di seguire i bambini ricoverati grazie al supporto della Dante Alighieri per la scuola primaria e secondaria di primo grado e con il sostegno del Petrarca per i ragazzi delle superiori. In definitiva, si può ragionevolmente affermare come al Burlo vi sia ora un'offerta didattica completa, personalizzata per garantire il diritto allo studio ed il rapporto diretto con la natura.
 
Davvero una bella realtà che ci impone, ancora una volta, una attenta riflessione sulla scelta di trasferire il Burlo, armi e bagagli, a Cattinara: siamo propri sicuri che così operando verranno salvaguardate tutte le eccellenze specifiche di questo Istituto, inclusa l'offerta didattica, di cui abbiamo appena parlato? Visto che, ben che vada, ci vorranno ancora parecchi anni prima che l'operazione, fortemente sostenuta dai vertici regionali della sanità, vada in porto, proponiamo, con grande forza, che di questo tema si torni a discutere in tutte le sedi istituzionali a ciò deputate sia a livello regionale, che comunale: il tempo per farlo senza pregiudizi, né remore c'è tutto! 
Sarebbe proprio bello che questa "sanità che ci piace" porti a più miti consigli chi ha l'onore e l'onere di decidere le sorti della sanità regionale.
 
EMME ZETA