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La Settimana sociale dei cattolici regala anche musica, poesia e valori. Zinnanti: "Grazie per la splendida serata, un mondo migliore è possibile"

 |  Redazione sport  |  Commento del giorno
Il motto prescelto "Al cuore della democrazia" per celebrare la 50.a Settimana sociale dei cattolici in Italia era ed è certamente impegnativo, ma altrettanto sicuramente foriero di riflessioni, sviluppi ed esempi concreti che hanno portato Trieste a diventare, davvero, il centro propulsore di pensieri e di valori "positivi" in un' epoca come la nostra in cui la negatività ed il catastrofismo sembrano avere facile presa in un popolo spaventato e sempre più rinchiuso nel proprio particolare.
Come dire, per essere chiari, che c'è un disperato bisogno di pensieri ed azioni positive che orientino al bene comune e che è proprio di questo bisogno che si sono voluti fare carico i cattolici italiani, stimolati, a nostro modesto avviso, proprio dall'esempio e dalle parole di Papa Francesco, capace di orientare l'azione della  Chiesa cattolica verso i poveri e gli ultimi, quegli "scarti dell'umanità" che nessuno vuole.
Ma cosa c'entra tutto questo ragionamento con la "magica serata"  triestina regalata qualche giorno fa' nello splendido scenario di Piazza Unità?
C'entra, eccome!  Infatti, quello offerto dalla Conferenza Episcopale Italiana non è stato un semplice concerto, ma un vero evento nel corso del quale alle stupende canzoni presentate si sono alternati racconti e poesie che sono andate a costituire un unicum ricco di spunti di riflessione, di buoni sentimenti e, fondamentalmente, della riscoperta di quei valori che rendono la vita degna di essere vissuta.
Sentimenti alti, dunque, che fanno il paio con il discorso di alto profilo tenuto il giorno precedente, sempre nel medesimo contesto, dal Presidente della Repubblica che, nel richiamare quelli che sono i valori fondanti della democrazia liberale, citando il pensiero di un filosofo come Norberto Bobbio, ha fatto espresso riferimento alla "generalità e uguaglianza del diritto di voto, la sua libertà, proposte alternative, ruolo insopprimibile delle assemblee elettive e, infine e non da ultimo, limiti alle decisioni della maggioranza, nel senso che non possano violare i diritti delle minoranze e impedire che possano diventare, a loro volta, maggioranze". Dunque, tono felpato e diplomatico, com'è nello stile di Mattarella, ma anche un evidente riferimento al clima che si sta vivendo in Parlamento, con le evidenti forzature che la maggioranza sta ponendo in essere su tematiche essenziali per il futuro dell'attuale assetto democratico del nostro Paese.
Detto questo, torniamo a Piazza Unità, dove l'evento è stato coordinato nella scelta dei brani narrati da Paolo Logli e presentato da un volto televisivo noto quale quello di Lorena Bianchetti, sotto la direzione  musicale di Leonardo De Amicis e della Fvg Orchestra.
A rompere il silenzio, è la voce forte e vibrante di Luca Violini con un pensiero che dà il senso a tutta la serata "esiste un bene di tutti e ancor di più esiste un bene per tutti...questo è un buon punto da cui iniziare".  Ed ecco apparire Riccardo Cocciante con un brano tratto dalla sua Opera Moderna "Notre Dame de Paris", "I clandestini", dedicato naturalmente a quei giovani e a quei bambini che ogni giorno si imbarcano alla ricerca, talvolta vana, talvolta tragica, di un futuro migliore. Indossata la giacca, Cocciante attacca con un altro celebre brano, ovvero "Cervo a primavera". Sul palco è il turno di Federico Zampaglione e dei suoi Tiromancino con "La descrizione di un attimo", "Due destini" con un forte richiamo alla necessità che qualcosa ci deve tenere ancorati alla realtà e "Per me è importante".  E' il turno del primo intermezzo "letterario" con Claudia Campagnolo che recita un bellissimo racconto sulla stupidità della guerra tratto da Gianni Rodari.
Arriva Mr.Rain con "Supereroi" che suscita l'entusiasmo della piazza e che si lascia andare ad una confessione personale raccontando come questa canzone gli sia servita ad uscire da una solitudine in cui era caduto. Di seguito c'è modo di farsi trascinare dalle note di "I fiori di Chernobyl" e di "Due altalene", con gli adolescenti presenti tutti rapiti da Mr. Rain. Si torna a temi più "di sostanza" con Lara Dei che va a ripescare un famoso "inno" di Giorgio Gaber "La libertà", con il verso, cantato a squarciagola da tutti, "La libertà è partecipazione". Nel clima anni sessanta che si è impadronito della piazza, c'è posto anche per il celeberrimo discorso di Martin Luther King "I have a dream", declamato da un partecipe Luca Violini. Del momento "magico" approfitta Roberto Vecchioni che con "Sogna ragazzo sogna" ha modo di sottolineare come nella vita contano le emozioni, non le cose materiali e che è bello chiamarsi ancora Amore e tenersi sempre per braccio, camminando sempre insieme nella vita, chiunque sia il proprio partner, uomo o donna non importa!  E' la volta di Simone Cristicchi (di casa da queste parti) che con "Ti regalerò una rosa" ha modo di parlare dei "matti" e della meritoria opera di Franco Basaglia, che ha riscoperto la loro umanità. Ancora Simone regala una sua perla come "Abbi cura di me", anche questa una canzone piena di sentimento e di voglia di vivere assieme la vita. C'è spazio per Maninni e la sua "Spettacolare" e per Amara che interpreta il suo brano, reso famoso da Fiorella Mannoia, "Che sia benedetta", un inno al rialzarsi dopo ogni sconfitta e a combattere ogni giorno per ricostruire la propria vita dopo un dolore e poi dona all'uditorio un altro brano molto famoso quale "Il peso del coraggio".  Il palco è nuovamente di Cocciante che lo onora con brani come "Poesia" e " Se stiamo insieme". E' ora il tempo di Claudia Campagnolo che ha modo di recitare il discorso all'umanità tratto da "Il grande Dittatore", di Charlie Chaplin: pezzo che rivela, a più di ottant'anni di distanza, tutta la sua drammatica attualità e la totale insensatezza di ogni guerra e di ogni odio razziale. Rientra sul palco Vecchioni e l'atmosfera si fa magica con le inarrivabili "Samarcanda" e "Luci a San Siro". I Tiromancino offrono una versione di "Com'è profondo il mare" tutta dedicata a Lucio Dalla e sul palco appare una ragazzina tredicenne col suo magico violino. Si tratta dell'austriaca Lorea Mimura, fresca vincitrice del concorso internazionale Ars Nova, il cui strumento ha una storia del tutto particolare, essendo stato recuperato dalla spazzatura grazie all'opera di Matteo Fanni Canelles, direttore di Ars Nova, e del suo prezioso liutaio. Lorea regala alla platea un brano di musica classica ispirato a San Francesco e alle sue utopie. Lo spettacolo-evento volge al termine con "La cura"  (notissimo brano di Battiato) cantata in duetto da Cristicchi e Amara e con uno splendido trio di canzoni di Cocciante "Per un amico in più", "L'odore del pane" e  "Margherita".  Si chiude con Dante ed il suo Paradiso recitato da Simone Cristicchi e con tutti gli ospiti sul palco ad omaggiare Battisti ed il suo "Canto libero".
Dopo tre ore abbondanti di musica ed intense emozioni si torna a casa con uno spirito sollevato e con una riserva immensa di felicità e di buoni sentimenti. Che dire? Grazie Conferenza episcopale  per averci regalato questa splendida serata e per averci donato una certezza in più: un mondo migliore, se lo vogliamo davvero, è possibile!
 
Mauro Zinnanti