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Stagione difficile per i bagnanti triestini, Zinnanti: "'Improvvisazione e arroganza non pagano mai, enti poco collaborativi"

 |  Redazione sport  |  Commento del giorno
Le premesse per una stagione estiva in città piuttosto complicata c'erano davvero tutte. Però, come si dice in casi simili, l'immaginazione supera la realtà! Tanto per gradire, allargando "il tiro" all'intero golfo,che la stagione estiva non fosse nata sotto una buona stella lo si era capito da giugno scorso quando, in rapida successione, sono venuti a mancare prima il servizio marittimo internazionale tra Trieste e la costiera istriana (come si ricorderà, la gara, bandita con ritardo, era andata deserta e si è tuttora alla affannosa ricerca, tramite procedura negoziata, di un armatore che possieda mezzi ed autorizzazioni per svolgere il servizio) e poi, a causa del drammatico episodio dello scorso 12 giugno in cui si era sfiorato l'affondamento della motonave Audace, il servizio marittimo Trieste-Grado per il quale, a sentire le recenti dichiarazioni dell'assessore Amirante, la presente stagione sarà caratterizzata unicamente dal servizio sostitutivo su gomma,  attesa l'impossibilità di trovare una motonave adeguata che prenda il posto dell'Audace, tuttora sotto sequestro a Porto Nogaro.
Dunque, nonostante i notevoli sforzi finanziari della Regione, ad oggi sono resi, per quanto concerne il golfo di Trieste, i servizi Trieste-Muggia, Trieste-Barcola-Grignano-Sistiana, Trieste-Miramar via PortoVivo, Barcola e Topolini e Trieste-Monfalcone. En passant, non si è dato corso, sempre per carenza di mezzi, neppure al prolungamento da Muggia al Boa Beach.
In una parola, rispetto alle trionfanti promesse della vigilia, siamo, come dire, in mezzo al guado, con una nota di fondo, peraltro da noi già sollevata a tempo debito, ovvero che col mare non si scherza e che se si vogliono perseguire, giustamente, ambiziosi obiettivi, bisogna dotarsi di adeguate competenze professionali e, soprattutto, di una idonea programmazione. Altrimenti, tanto per restare in tema marino,  il rischio di inanellare una serie di buchi nell'acqua è dietro l'angolo.
Ma passiamo innanzi. Ovvero, all'offerta del litorale triestino. Come noto, a causa delle celeberrime mareggiate autunnali e dei conseguenti danni, la zona costiera  più amata dai triestini, si presenta ancora ammalorata, con una situazione piuttosto critica che interessa, a voler essere generosi, meno di un terzo dell'intera estesa balneabile. Andando da Miramare verso città questa in sintesi la situazione (salvo qualche mancato aggiornamento di cui ci scusiamo in anticipo): stabilimento Sticco riaperto; stabilimento militare riaperto; terrazze del bivio impraticabili tranne due; passeggiata praticabile tranne cantieri sparsi nelle tratte più ammalorate; Topolini fruibili tutti nella parte superiore e sei su dieci nella parte inferiore; Cedas fruibile; zona Pineta fruibile a tratti; bagni Ferroviario e Autorità appena riaperti o di prossima parziale riapertura.
Che ne dite? Stagione difficile, ci sembra di poter affermare. Se poi aggiungiamo un meteo piuttosto pesante e la "fioritura" delle mucillagini, diremmo che il quadro è completo!
Cosa manca? Ah sì, eccoci arrivati in città all'Ausonia e al noto Pedocin. Quanto al primo, sono note le criticità infrastrutturali che necessitano di un rilevante piano di investimenti per la piena funzionalità dello stabilimento e quanto al secondo, beh, qui ci è messa di mezzo la nota assessora con gli "occhioni" e come, si dice in questi casi, a posto siamo! Infatti, a causa del Piano di emergenza  ed alla necessità di garantire adeguate vie di fuga, la capienza dell'amato Pedocin è stata fissata come segue: 506 posti area femminile e 240 per quella maschile. Se fino al mese scorso questi limiti erano parsi ragionevoli all'utenza più affezionata, in luglio, quando è proprio scoppiata l'estate, ecco che dal lato femmenile sono "scoppiate" le più vibranti proteste, con la capienza consentita raggiunta già alle dieci e mezza di mattina e file di donne (anche di un'ora) per accedere allo stabilimento. Da notare che la coda si svolge sotto il sole e che, molto spesso, in fila ci sono o donne anziane o mamme con bambini piccoli. Sotto l'incalzare della bufera, l'assessora Lodi prima emette qualche timido vagito "stiamo lavorando a delle soluzioni", poi in Consiglio comunale ammette che il Comune è in trattative con l'Autorità portuale (cui di diritto spetta l'amministrazione del demanio) e con la Soprintendenza (essendo lo stabilimento vincolato) per aprire un secondo varco d'uscita sul lato riservato alle donne, di modo da rispettare le esigenze di sicurezza e riportare la capienza ai numeri delle estati passate (ovvero da 506 a 750 accessi). Per stanare la Lodi da una situazione di sostanziale impasse, confermata dal suo dirigente di riferimento che ha candidamente ammesso che l'ipotesi di un nuovo varco non è "mai stata considerata..perché l'esigenza non si è presentata prima", c'è voluta la solita sfilza di interrogazioni dei consiglieri comunali del centro-sinistra, silenti quelli del centro-destra, come se il problema non li riguardasse! Naturalmente, prima che dalle parole si passi ai progetti e poi all'opera, del tempo ne passerà e nel frattempo si sta pensando ad un contapersone o, almeno, ad una tettoia protettiva che dia un po' di refrigerio alle bagnanti in attesa. 
Che dire a chiosa finale del quadro sin qui illustrato? Ci pare, senza tema di smentita, che l'improvvisazione e l'arroganza non paghino mai e che il costante mancato utilizzo di basilari forme di consultazione e confronto tra i diversi enti coinvolti nella gestione di un bene pubblico (quale il litorale sicuramente è) rischi di generare problemi all'apparenza irrisolvibili; risolvibili, invece, in un'ottica di buon senso proprio attraverso quelle forme di leale collaborazione tra enti che sono (o dovrebbero essere) la via maestra nel perseguimento dell'interesse pubblico.
 
Mauro Zinnanti