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Triestina-Atalanta 1-5 il giorno dopo, Gasperutti: "Presunzione e giocatori fuori ruolo"

Ahi, ahi, Triestina, non ci siamo proprio. Domenica dopo domenica la squadra sta perdendo la sua identità, se mai ce l’avesse avuta, sta perdendo le sue certezze. E’ la quarta partita giocata al Rocco e penso proprio che l’eccezione che conferma la regola fosse la gara contro l’Arzignano, dominat...
 |  Redazione sport  |  Serie C
Bruno Gasperutti

Ahi, ahi, Triestina, non ci siamo proprio. Domenica dopo domenica la squadra sta perdendo la sua identità, se mai ce l’avesse avuta, sta perdendo le sue certezze. E’ la quarta partita giocata al Rocco e penso proprio che l’eccezione che conferma la regola fosse la gara contro l’Arzignano, dominata con sicurezza, anche se a questo punto credo con la complicità dell’avversario.

L’Atalanta ha messo a nudo tutte le carenze di una squadra senza copione, che non riesce a mantenere le distanze tra i reparti, che quando perde palla è in balia delle onde e i bergamaschi con il loro gioco, similare a quello della loro squadra maggiore uomo contro uomo, ha messo drammaticamente in evidenza tutte le carenze della nostra disorganizzazione di squadra, oltre alla difesa che lasciata in balia delle onde, non sapeva proprio che pesci pigliare.

E’ stata una partita imbarazzante, poche volte si vede una squadra tanto impotente, quanto scherzata dagli avversari che quando nella ripresa ha capito chi si trovava di fronte, ha affondato i colpi e …….. potevano essere dolori; è andata ancora bene in termini numerici.

L’Atalanta è una squadra di ragazzini, tutti ma proprio tutti “millennials” come si usa dire, ma attenzione perché sono ragazzini scelti per fare i calciatori, che hanno l’ambizione di migliorare per accedere un giorno al calcio che conta, a quello dei grandi. Se questi ragazzini terribili li affronti con la presunzione di “noi siamo la Triestina” e la partita la dominiamo noi, sono dolori. Questa squadra tecnicamente ci è superiore, dinamicamente ci è superiore, uomo contro uomo pochi dei nostri reggono il confronto, anche se non dobbiamo gettare via tutto in base alla delusione di questa gara, anche noi abbiamo degli ottimi elementi, ma mentre loro giocano da anni un certo calcio di squadra, i nostri sembrano una rappresentativa che si è ritrovata per giocare una partita e che si devono ancora mettere d’accordo sulle posizioni da ricoprire.

Avrei tante cose da dire, ma non so davvero da dove cominciare; intanto non mi piace sparare sulla croce rossa, questo lo lascio fare ai “leoni da tastiera”, a me piace discutere e sviscerare i problemi, i sarcasmi e le battutine mi innervosiscono perché non portano a nulla e nessuno ne trae beneficio.

E’ la terza gara di seguito che pronti via e gli avversari segnano, partiamo sempre da 0-1. Già abbiamo difficoltà di manovra e approccio all’area avversaria, poi se concediamo anche dei vantaggi agli avversari: “so’ augelli senza zucchero”. Mi sembra che approcciamo ogni partita con una certa presunzione, come accennavo anche prima, pensiamo: “noi siamo la Triestina e ora vi facciamo vedere noi….”

La Serie C è una brutta bestia, un campionato difficile dove trovi squadre di ogni tipo: dalle grandi deluse ma con valori tecnici più che discreti, alle squadre di paese tutto cuore e agonismo, guidate da qualche marpione della categoria che fa da collante. Poi ora ci sono anche queste Under23 delle squadre maggiori che sono un discorso a parte; questi stanno imparando, ma sono talentuosi e se prendono … aria, diventano un problema. La sera prima ho visto in tv Milan Futuro-Ascoli, cioè una partita similare a quella che avrei dovuto vedere il giorno dopo, una squadra talentuosa contro una delle favorite al salto di categoria. Ebbene l’Ascoli ha giocato da squadra, ben messa in campo, quadrata senza lasciare spazi alle iniziative belle, tecnicamente di ottima fattura dei rossoneri, che andavano a sbattere contro una difesa organizzatissima, ma lasciando spazi alle ripartenze avversarie. Poi un’ingenuità su una palla innocua e rigore trasformato, poi un’altra ingenuità (perché questi sono i limiti dei giovani seppur talentuosi), corner regalato e gol conseguente di testa di un difensore e 2-0 con fine dei giochi.

Contro la Dea noi abbiamo fatto tutt’altro, a parte la partenza ad handicap, ma ad ogni contrasto perso a centrocampo i bergamaschi trovavano praterie in cui lanciarsi e nell’uno contro uno, i nostri difensori non erano in grado di fermarli nemmeno con i falli. Ho sempre sostenuto che in difesa abbiamo dei problemi, stavolta non riuscivamo a vincere un duello, loro sembravano Ufo, ma non lo sono, perché se affrontati nel modo consono anche loro mostrano dei limiti, magari di esperienza o commettono delle ingenuità, perché altrimenti vincerebbero il campionato con 10 punti di vantaggio, invece non è così.

Poi abbiamo un altro diffettuccio, ci sono sempre tanti giocatori che stanno svolgendo dei compiti per i quali non sono portati. Sambù ha un ottimo piede, corsa, tecnica, ma non mi sembra né un incontrista né un organizzatore di gioco, forse mi sbaglio ma per me è un mediano e Correia in quel ruolo lo scorso anno mi aveva convinto di più. Voca nel Cosenza l’avevo visto giocare più arretrato, con la sua mole e agilità, spostato in avanti mi sembra un po’ a disagio. D’Urso utilizzato com'era lo scorso anno, era un ottimo assist-man, salta l’uomo, tiene palla e ha un piede educato, ma quello per cui non è tagliato sicuramente è il ruolo di esterno. Poi nella ripresa…. Vertainen esterno, Vicario a centrocampo, Krollis poverino….solo soletto, squadra sbalestrata in balia delle incursioni ospiti, un incubo! Per fortuna c’era Roos, che tra l’altro ho visto andarsene piuttosto rabbuiato per non dire altro, lui è riuscito a contenere il risultato da solo, perché Pavlev è stato sbertucciato prima dal bravissimo Cassa (un 2006) e poi dal vivacissimo Vavassori (2005), Vallocchia ha tante doti e il terzino lo può fare quando attacchi costantemente, ma nell’affrontare l’uomo ha dei limiti, mentre i centrali da lì entravano tutti nel burro e Vlahovic ne ha messo a nudo le carenze e poi c’era De Nipoti (2003), altro peperino che saltava tutti come birilli, ha causato tra l’altro il rigore che poi ha calciato malamente.

Se dopo la gara con il Caldiero ero arrabbiato, perché per me non meritavamo la sconfitta e qualcosa avevamo costruito offensivamente, stavolta ero sconfortato, avvilito senza reazione, tanta e tale era stata la superiorità degli avversari e la pochezza dei nostri.

Ma questa squadra ha dei valori, non sono così scarsi i nostri giocatori presi singolarmente e allora? Forse ripeterò sempre le stesse cose, ma anche le note della più bella melodia sono sempre quelle, sono sempre 7, ma se le suoni a casaccio, i suoni che ne escono sono sgradevoli e meritano i fischi della platea.

BRUNO GASPERUTTI

Parole chiave: Trieste