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Lecco-Triestina 2-1, Gasperutti: "Gol presi non per caso, rotta difficile da invertire"

Attenta Triestina, se continui a perdere partite di questo genere la stagione non la raddrizzi più: quarta sconfitta consecutiva, quinta su sei partite compresa quella di Coppa Italia; 3 sconfitte con gol subito nei primi 5 minuti, 2 con gol subito negli ultimi 5 minuti. Le cose non succedono mai...
 |  Redazione sport  |  Serie C
Bruno Gasperutti

Attenta Triestina, se continui a perdere partite di questo genere la stagione non la raddrizzi più: quarta sconfitta consecutiva, quinta su sei partite compresa quella di Coppa Italia; 3 sconfitte con gol subito nei primi 5 minuti, 2 con gol subito negli ultimi 5 minuti. Le cose non succedono mai per caso, magari un episodio singolo, forse due, ma se ci sono 5 episodi in 6 partite, non è un caso.

La squadra gioca con una leggerezza di testa che non è della categoria e con uomini che sono impiegati in mansioni che non sono a loro congeniali, parliamo sempre delle stesse cose e arrivano sempre le solite sconfitte che lasciano amaro in bocca.

Proviamo a rivedere il gol subito al 92’, me lo sono analizzato 5-6 volte perché non ci credevo: siamo al 90’ la Triestina palleggia a metà campo tranquillamente da destra a sinistra con passaggi orizzontali, non ci sono avversari e la palla arriva a sinistra a Rizzo, che la controlla non benissimo ma la tiene sotto controllo, potrebbe fare qualunque cosa, ma tergiversa e un avversario accenna a contrastarlo e lui sparacchia in fallo laterale. Sul fallo laterale lungo arriva il pallone sulla bandierina a Ilari marcato da Sambu, che palleggia e fa un sombrero manco fosse Maradona e che invece di essere accompagnato lui con tutto il pallone a fondo campo, conquista un altro fallo laterale sulla bandierina. In area ci sono 6 difensori più il portiere e 3 lecchesi, ma sul lungo fallo laterale in area piccola, la palla la prendono i 3 lecchesi che la toccano tutti e tre e Ilari poi la sbatte dentro in mischia, non contrastato adeguatamente da Sambu. Se si prendono gol del genere, è giusto perdere, ma attenzione che scivolare è facile, ma per risalire ci vogliono degli attributi e una compattezza che questa squadra non sembra avere.

In ogni mio commento continuo a ripetere sempre le stesse cose, sono come un disco rotto e mi do fastidio da solo, ma gli errori sono sempre quelli, i difetti sempre quelli eppure… io sono convinto che questa squadra abbia delle qualità se messa bene in campo, con un copione di gioco adeguato alle caratteristiche dei singoli, si può far bene. Non sarà mica questo Lecco, pane e salame, ma ben messo in campo, arcigno, veloce senza fronzoli, che però ha 9 punti e non ha mai perso, superiore alla Triestina?

Intanto bisognerebbe scendere in campo in 11, per almeno cominciare alla pari, ma se giochi in 10 con uno spettatore non pagante, anzi pagato, qualcosa concedi all’avversario. Mi dispiace veramente parlare male di un giocatore, non è nel mio carattere perché trovo sempre delle attenuanti a tutti, essendomi trovato ahimè 50 anni fa nelle stesse situazioni, ma vorrei conoscere che qualità hanno visto i dirigenti della Triestina in Krollis, per averlo cercato con tanta insistenza già lo scorso anno, fino a riuscire a vestirlo trionfalmente in alabardato.

Nel panorama dilettantistico regionale, pur non esaltante di qualità, credo che di fac-simile ne troviamo a mazzetti. Quando è uscito ed è entrato Kiyine che punta sicuramente non è, comunque abbiamo giocato in 11 anche se è veramente difficile senza attaccanti in area di rigore essere pericolosi.

Durante le partite amo prendere appunti e scrivere via via delle brevi impressioni, che poi rileggendole mi fanno rivivere i vari momenti della gara. Vado ora a rileggere e dopo pochi minuti trovo scritto: fin dall’avvio si vede una sostanziale differenza di quando il pallone ce l’hanno gli alabardati (perché in bianco? Boh!!) o i blucelesti. Quando lo abbiamo noi ci si addormenta, il gioco rallenta, tanti passaggi inutili, controlli con 3-4 tocchi e piroette, quando lo prendono loro, sembra che la spina dell’elettricità venga inserita e ci si sveglia subito, lanci e verticalizzazioni immediate, spunti insidiosi.

Dopo un po’ osservo: ogni qualvolta perdiamo il pallone a centrocampo è un dramma, dietro c’è un buco di almeno 10 metri in cui ci si può infilare senza essere contrastati, l’Atalanta ci ha sguazzato e ci ha puniti, il Lecco…. è il Lecco.

Poco prima del gol penso: la Triestina in attacco fa il solletico, non riusciamo a tenere un pallone nelle vicinanze dell’area, non faremo mai gol, se la partita si sblocca può essere solo a favore dei nostri avversari, sono una squadra di C e badano al sodo, magari per un errore o un calcio piazzato. Patatrac: corner, uomo solo soletto che incorna da 5 metri e gol. Siamo fritti, invece un rigore che non ho visto, ma che per fortuna ha visto chi di dovere e la partita è rimessa in equilibrio.

Primo Tempo: è mai possibile che tutti i lanci, ma proprio tutti, le seconde palle, i contrasti, vengano dominati dai difensori di casa e non ne prendiamo uno, mentre i loro sono comunque sporcati, controllati e magari con grandi corse negli spazi sfruttati dai loro attaccanti?

Siamo sul finire, la Triestina in 11 sembra avere in controllo del gioco, ma penso, peccato si poteva vincere, ma senza un attaccante è difficile e se invece di Correia su un paio di palloni invitanti ci fosse stato…. scegliete voi, per il Lecco non ci sarebbe stato scampo: solo un episodio fortunato potrebbe farci sbloccare la partita. Invece la sbloccano loro e non per un episodio fortunato, ma lo fanno meritatamente, perché qualcosa più degli alabardati lo hanno fatto, hanno avuto più occasioni, hanno tirato di più, hanno cercato con maggior caparbietà la rete, concludendo: sono una vera squadra di C, che corre, combatte, picchia, non si dà mai per vinta, non avrà prime donne o una base tecnica di prim’ordine (per la categoria), ma diversi giocatori d’esperienza che sanno il fatto loro.

E noi? Lecchiamoci le ferite e non pensiamo che per vincere basta essere più forti in sala stampa o in spogliatoio, il campo è il giudice supremo e poi per vincere bisognerebbe almeno essere ammiccanti con la fortuna e cercare di agevolarla, non voltargli sempre le spalle.

Sono solo 5 partite e di tempo ce n’è, ma quando la spirale negativa ti prende alla gola, è difficile invertire la rotta, attenzione, non siamo una squadra adatta a combattere per la sopravvivenza, nelle intenzioni è stata costruita per altro e i giocatori sono più dei fiorettisti che dei sciabolatori. Attenzione, qualcosa bisogna cambiare, volenti o nolenti.

BRUNO GASPERUTTI               

Parole chiave: Trieste